Servizio pubblico ridotto a megafono del Governo. Giornalisti Rai contro la delibera della Commissione di Vigilanza
Quando come FriuliSera lanciavamo l’allarme sullo stato dell’informazione sia nazionalmente che in Fvg in molti ci hanno tacciato di essere eccessivamente severi e allarmisti. Purtroppo la realtà ora dovrebbe convincere i più riottosi che avevamo visto giusto e che siamo alle prove di regime. L’ultima vicenda, dopo le concentrazioni editoriali in stampa e tv locali e nazionali riguarda anche il servizio pubblico, oggi tutti i Tg Rai hanno letto un comunicato stampa sindacale UsiGrai che senza giraci intorno accusa direttamente la destra italiana: “Il servizio pubblico ridotto a megafono del Governo. Ministri e sottosegretari non avranno alcun vincolo di tempo nei programmi e potranno dire ciò che vorranno purché riferito all’attività istituzionale. Con la norma approvata dalla maggioranza di governo in commissione di Vigilanza, nei programmi di approfondimento giornalistico della Rai, si ritorna all’Istituto Luce. Ai soli rappresentanti del governo sarà garantita una puntuale informazione sulle attività istituzionali governative. Tutto questo alla vigilia del voto per le Europee. Non solo viene aggirata la par condicio, ma anche il contraddittorio con l’opposizione.
Questo vale anche per la norma che consentirà a Rainews di trasmettere integralmente i comizi politici, preceduti da una sigla e senza mediazione giornalistica. Cosa che peraltro in questi mesi il direttore di Rainews (lo stesso che sul palco di Fratelli d’Italia parlava di “noi” e “loro”) ha regolarmente imposto alla redazione per i comizi della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (senza alcuna sigla).”