Sindacati uniti contro la gestione della sanità di Riccardi alla “Ercolino sempre in piedi”. Atteggiamento arrogante secondo la Fp Cgil e di silenziosa omertà sui no vax secondo le organizzazioni dei medici
Fischieranno le orecchie all’assessore alla sanità del Fvg Riccardo Riccardi, oggi infatti è stata una giornata dove le organizzazioni sindacali hanno deciso di alzare la voce e denunciare la situazione di immobilismo nei rapporti con la Regione e una serie di “criticità”, che definire solo tali, è un eufemismo. Ad aprire i giochi questa mattina la Funzione pubblica Cgil del Friuli Venezia Giulia con la sua segretaria generale Orietta Olivo, che nel corso di una conferenza stampa ha puntato il dito, senza esitazione, contro i ritardi dell’assessore chiedendo di riconvocare il tavolo sulle risorse aggiuntive regionali (Rar) 2021 per la sanità, con l’obiettivo di arrivare in tempi brevi a un giusto accordo sia sull’entità complessiva dei fondi che sul loro utilizzo. «Quello di Riccardi – denuncia Olivo – sta diventando un atteggiamento arrogante, perché nonostante i nostri ripetuti solleciti il tavolo è fermo a maggio e non riceviamo più risposta nemmeno alle nostre e-mail». Fra i principali nodi del contendere l’entità delle risorse aggiuntive regionali (Rar) 2021, che al momento è ferma alla quota “storica” di 16 milioni, senza alcun incremento legato alla gestione della pandemia: «Se consideriamo che nel 2020 erano stati stanziati 11 milioni in più, di cui 9 di fonte statale e 2 della Regione, è evidente che i conti non tornano, anche alla luce dei pesantissimi effetti della seconda e della terza ondata, che in regione sono stati molto più pesanti rispetto a quelli della prima», commenta ancora Olivo, critica anche sulla filosofia d’intervento delle Rar. «Quelli che dovrebbero essere fondi destinati a prestazioni aggiuntive – spiega – vengono utilizzati, come prassi in atto da molti anni, per garantire i livelli essenziali di assistenza. Prova ne sia il fatto che molte ore di straordinario 2020, su un monte ore complessivo di circa 1 milione di ore prestate l’anno scorso in regione, non sono state ancora pagate, proprio perché in molti casi sono retribuite attraverso le Rar. Dopo un anno e mezzo di lavoro in condizioni che Olivo definisce infernali, anche per l’esposizione al rischio contagi, «l’unico riconoscimento tangibile ai lavoratori – rimarca ancora la segretaria regionale Fp-Cgil – è stato il bonus Covid, finanziato interamente con risorse statali». Da qui la richiesta quantomeno di incrementare la dotazione 2021 delle Rar. Altro nodo sul quale il giudizio della Cgil è pesantissimoè quello sulla gestione della campagna vaccinale. «Il decreto legge nazionale – spiega Olivo – pone vincoli destinati ad aggravare una crisi di personale già cronica, se si considera che all’inizio di questa pandemia, nel 2020, partivamo con 300 addetti in meno rispetto all’anno precedente. Come saremo in grado di far fronte allo spostamento di centinaia di lavoratori a mansioni senza contatto con il pubblico? Anche, soprattutto su questo, è fondamentale che l’assessore si confronti con il sindacato e i lavoratori». Lavoratori cui dovrà anche essere riconosciuto, ricorda ancora Olivo, il compenso per le vaccinazioni somministrate fuori dall’orario di lavoro: «Soldi che arriveranno solo con la conclusione dell’accordo sulle Rar 2021. Anche per questo è necessario riconvocare il tavolo e chiudere in tempi brevi la trattativa».
A preoccupare la Fp-Cgil, ha spiegato ancira Andrea Traunero, componente della segreteria regionale Fp e segretario provinciale di Udine, ci sono anche i ritardi nelle 210 assunzioni (150 infermieri e 60 Oss) previste dagli ultimi concorsi regolarmente conclusi e i tempi lunghi della selezione di nuovi tecnici della prevenzione: «Si tratta di rinforzi indispensabili e improrogabili per tutte le nostre aziende sanitarie, dalle corsie degli ospedali fino ai dipartimenti di prevenzione, tuttora in forte deficit di personale rispetto alle esigenze di tracciamento dei contagi e di sequenziamento delle varianti, che vedono la nostra regione in ritardo rispetto alla media nazionale.
Insomma un quadro complessivamente negativo quello disegnato dalla Cgil al quale si è aggiunta una nota intersindacale nella quale si legge: “Apprendiamo con vivissima preoccupazione dagli organi di stampa che la regione Friuli Venezia Giulia detiene oggi il triste primato italiano nella percentuale di operatori sanitari non vaccinati (11,91%), prendiamo atto con grande disappunto e stupore che la Regione tace con imbarazzo davanti a certi colleghi che si permettono di attaccare liberamente una legge dello stato come liberticida e discriminante, di fatto legittimando ed aizzando frange di pensiero ed azione NO VAX, auspichiamo che tutte le Aziende come fatto da ASUFC, prendano chiare distanze da colleghi che si permettono di arringare in luoghi pubblici l’uditorio con incoerenti ed insostenibili teorie sull’obbligatorietà vaccinale solamente per certe fasce d’età e sull’assenza di basi scientifiche sulla vaccinazione di massa e da colleghi che si permettono di rilasciare eccentriche interviste continue su dati, attività ed imprevedibili evoluzioni pandemiche future e comunicati stampa aziendali propugnando teorie e idee personali, completamente avulse dall’evidenza scientifica e in contrapposizione con la linea regionale e nazionale sull’ambito vaccinale. Rileviamo infine con grande incredulità che da tempo ormai agli operatori sanitari non è concesso rilasciare dichiarazioni ed interviste se non autorizzate e “controllate” mentre oggi esistono dei colleghi che senza richieste e permessi possono liberamente esprimersi urbi et orbi addirittura con la firma istituzionale. In considerazione di tutto ciò chiediamo all’Assessore alla Salute una forte presa di posizione contraria e distante da tali personalismi e protagonismi, al fine di isolare e non premiare questi elementi, al fine di rimanere coerenti con la condivisibilissima campagna di contrasto alla pandemia COVID 19 che queste organizzazioni sindacali, maggiormente rappresentative della Dirigenza Sanitaria, appoggiano e sostengono completamente fin dal primo giorno ed al fine di dare un messaggio chiaro ed univoco laddove ci fosse ancora incertezza o contrarietà. Appoggiamo e sosteniamo pienamente gli Ordini dei Medici nel vigilare su questi delicati ambiti e nel censurare e perseguire questi comportamenti deontologicamente deprecabili. La normativa vigente è chiara, lineare, coerente ed è a tutela della comunità. Chi si ritiene fuori dalla comunità scientifica ed oltre le leggi, probabilmente dovrebbe dedicarsi ad altro”. Le sigle firmatarie sono AAROI EMAC (Alberto Peratoner) ANAAO ASSOMED (Valtiero Fregonese) ANPO ASCOTI FIALS MEDICI (Antonio Maria Miotti) AUPI SNR (Stefano Smania) CISL (Nicola Cannarsa) FP CGIL (Calogero Anzallo) FVM (Patrizia Esposito) UIL MEDICI (Stefano Vita).
I contenuti della nota intersindacale devono essere giunti in tempo reale all’assessore che ha derubricato la questione vaccini ad “una diatriba tutta interna ai professionisti” insomma lui è sempre estraneo ad ogni contraddizione, ad ogni errore, ricorda un famoso pupazzo pubblicitario gonfiabile degli anni 70 “Ercolino sempre in piedi” si chiamava, si otteneva con i punti dei formaggini ed aveva la caratteristica di tornare sempre in piedi con il suo dito impertinente di saccente sfida, anche se colpito dagli sberloni. Ma almeno con l’Ercolino della Galbani ci potevi giocare ed il suo oscillare non faceva danni.