Serena Pellegrino. Alleanza Verdi e Sinistra. Pordenone: un complesso sportivo che sostituisce un parco urbano è un errore

“E’ molto grave quanto sta accadendo a Pordenone, dove si profila l’abbattimento della sessantina di tigli del parco ex Fiera, destinato ad essere cancellato dalle mappe cittadine e sostituito da una serie di strutture sportive, sovrapposte ad un’area che è insieme testimonianza storica e prezioso contenitore di biodiversità, rilevante elemento per il contrasto all’inquinamento atmosferico e per la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico sulla città.”
Lo dichiara la consigliera regionale Serena Pellegrino, di Alleanza Verdi e Sinistra, vicepresidente della Commissione Ambiente, che precisa: “ Il parco pordenonese, con tutti i suoi innumerevoli alberi, svolge proprio quelle funzioni fondamentali che lo stesso PNRR, cui paradossalmente si collega l’impattante progetto edificatorio dell’amministrazione comunale pordenonese, pone come prioritarie nell’orizzonte degli investimenti e della progettazione europea, disponendo misure specifiche, variamente declinate in ambito nazionale per impedire la perdita di ecosistemi verdi urbani e assicurare migliori tutele e sviluppo del verde urbano e periurbano.”
La consigliera Pellegrino, annunciando sul tema un’imminente interrogazione parlamentare dell’on. Nicola Fratoianni, aggiunge: “Il fatto che la Soprintendenza speciale per il PNRR abbia espresso parere favorevole all’abbattimento degli alberi del parco pordenonese per costruire un’enorme struttura sportiva, fa capire la quantità di criticità e ombre di questa situazione. A partire dalla preoccupazione che non sia stato illustrato nelle sue specificità il contesto, ovvero un parco con forte e inequivocabile valenza culturale, architettonica, urbanistica e paesaggistica, oltre che ecologica. A ciò va aggiunta l’evidenza del rischio che i meccanismi di semplificazione delle procedure messi all’opera per il PNRR si prestino a produrre danni spesso irreparabili piuttosto che vantaggi, a fronte della enorme pressione esercitata dall’urgenza di effettuare una rilevante spesa pubblica in concomitanza con le aspettative derivanti dagli appalti e dalle tonnellate di cemento e asfalto che attendono di essere sistemate.”
Conclude la consigliera regionale: “Per decenni gli alberi e l’assetto del parco di Pordenone sono stati sostanzialmente rispettati da architetti, urbanisti, progettisti e amministrazioni, pur modificando alcuni elementi del complesso originario, risalente al 1935: adesso rischiamo grosso, paradossalmente nonostante le norme nazionali di salvaguardia, il PNRR e le politiche europee per il clima e la transizione ecologica. Ma contrasteremo fermamente il progetto, affinchè il complesso sportivo sia realizzato in un’altra zona di Pordenone, in nome del diritto alla qualità della vita e al dovere di tutelare ambiente e paesaggio, entrambi condivisi da tutti e non solo dai cittadini pordenonesi.”