Sui giardini pubblici di Gorizia (e altri ameni progetti) intervento di Legambiente e Italia Nostra
Il progetto definitivo del primo lotto, dei sei previsti, per la “Riqualificazione dei giardini pubblici di Gorizia”, a firma degli architetti Di Dato e Venudo, riguarda in buona sostanza un intervento di manutenzione che comprende “l’ambito informale [verso via Italico Brass] ed il viale trasversale dei Giardini Pubblici, ad esclusione delle aiuole caratterizzate dalla presenza dei giochi e degli impianti di illuminazione pubblica”. Il progetto, che è attualmente al vaglio della Soprintendenza, si limita a una serie di interventi che riguardano prevalentemente la “sostituzione delle pavimentazioni incongrue” con altre in stabilizzato naturale (ma additivato!) drenante, delimitate da cordoli bassi in lega di acciaio ossidato (corten), l’installazione di panchine “tipo Vienna”, analoghe a quelle già presenti, e di cestini porta rifiuti, anch’essi “con finitura corten” in quanto questi caratterizzerebbero “molti ambiti riqualificati del centro storico della città”. Inoltre sono previsti nel progetto “alcuni interventi isolati, localizzati negli altri ambiti del parco, che hanno lo scopo di mettere in sicurezza alcuni alberi ritenuti non stabili e la piantumazione di alberi in coerenza con l’assetto originario”, questi ultimi in particolare lungo il viale trasversale. Si sottolinea infine che le aree oggetto di questo primo intervento “non saranno più interessate dall’installazione di giostre impattanti… o che comunque richiedono [l’impiego di] mezzi pesanti”. Se il progetto può sembrare complessivamente condivisibile, vi sono tuttavia alcuni aspetti che si vogliono segnalare, possibilmente al fine di poterlo migliorare. La piccola aiuola V12a, che rientra in questo primo lotto, ospita attualmente una fontanella, frequentemente utilizzata essendo l’unica presente in tutta l’area dei giardini pubblici. Il progetto la ignora completamente, segnalando peraltro in maniera erronea che “nell’ambito del 1° Lotto A non risultano presenti sottoservizi relativi ad acquedotto, fognatura…”. Poco convincente è poi la scelta, che ci sembra semplicemente molto “di moda”, di impiegare lame in corten per delimitare le aiuole, in particolare quelle che ospitano i giochi per i bambini, essendo queste particolarmente pericolose in caso di cadute accidentali. Infine appare fuorviante la presenza, nella “Relazione generale e tecnica”, di 2 immagini riferite ad una “arena informale”, collocata nell’aiuola V15 che non fa parte di questo lotto d’interventi e sulla cui opportunità si esprimono molte riserve, sia perché la sua collocazione, in prossimità di via Petrarca e piazza Cesare Battisti, non sembra garantire la necessaria distanza da fonti di rumore, sia perché la sua realizzazione comporterebbe un rilevato di terra per il suo contenimento che risulta incompatibile, a nostro avviso, con il carattere storico consolidato dei giardini, interamente a raso. Della stessa arena peraltro non vengono indicati dimensioni e materiali impiegati, né l’esatta posizione, non essendo questa stata compresa in alcuna delle planimetrie di progetto. Tale indicazione appare quindi puramente ipotetica e, riteniamo, finalizzata solo a rendere più “digeribile” da parte della comunità il notevole investimento previsto per l’intervento (300.000 euro), visti anche i reiterati e pomposi annunci sulla stampa locale. A nulla sembrerebbero dunque servite le reiterate segnalazioni di Italia Nostra sulla prima ipotesi progettuale, contenuta nella scheda n° 45 allegata al Piano triennale delle opere pubbliche, che già prevedeva la “realizzazione di un’area adibita all’incontro e alla socializzazione con seduta a emiciclo”. Auspichiamo infine che in uno dei prossimi lotti vengano previsti quegli elementi che in questo progetto non compaiono: servizi igienici (anche per diversamente abili), rastrelliere per biciclette, piazzola ecologica o, in alternativa, cestini per la raccolta differenziata. Sul progetto di riqualificazione dei Giardini pubblici si era peraltro già espressa in passato, ripetutamente e con una ricca documentazione a supporto delle sue tesi, la sezione goriziana di Italia Nostra, segnalando le criticità che tale intervento poteva comportare, criticità che non sembrano superate, ma solo in parte mitigate, dal progetto in corso di approvazione. Italia Nostra era intervenuta precedentemente alla redazione del progetto, con una serie di osservazioni che, ci pare, non siano state tenute in conto. In particolare era stato segnalato il valore dei Giardini pubblici quale bene culturale, di rilevante importanza storica per la città, tanto da poter essere qualificati come un vero e proprio monumento, da conservare e tutelare in quanto tale, senza introdurre usi impropri, pratica che risulta in contrasto con le leggi di tutela dei beni culturali e con le indicazioni di metodo presenti nei documenti di indirizzo sulla progettazione degli interventi in questi contesti, in primis la “Carta di Firenze” del 1981, dedicata proprio alla salvaguardia dei giardini storici, e dei cui principi non ci sembra si sia tenuto conto. Basti pensare agli articoli che la “Carta di Firenze” dedica all’utilizzazione dei giardini storici (18-22), laddove si sostiene che “per natura e per vocazione, il giardino storico è un luogo tranquillo che favorisce il contatto, il silenzio e l’ascolto della natura” (art. 19) e che “i giardini possano tollerare lo svolgersi di giochi tranquilli” (art. 20), mentre “la pratica della manutenzione e della conservazione… o i brevi interventi che concorrono a restituire l’autenticità devono sempre avere la priorità rispetto alle necessità di utilizzazione” (art. 21). A proposito di “investimenti”, segnaliamo che il progetto per la grande struttura in acciaio e vetro prevista in castello, in sostituzione del teatro tenda, pare sia stato accantonato (per fortuna!), mentre si continuano a impiegare risorse per altri progetti senza senso e senza futuro, come quello per il costosissimo parcheggio interrato multipiano previsto nell’area dell’ex mercato scoperto. Questo mentre in tutte le città europee si adottano ormai da anni provvedimenti opposti, tendenti a limitare l’utilizzo delle automobili nei centri storici, a evitare costosissime strutture interrate, a favorire la mobilità sostenibile, a rendere nuovamente permeabili le aree urbane dismesse. Ci permettiamo infine di suggerire, alla ormai prossima nuova amministrazione, di attivare (finalmente!) gli istituti di partecipazione previsti dal nostro Statuto comunale, strumenti che avrebbero potuto evitare scelte scellerate e spreco di fondi pubblici, ancor più censurabile di questi tempi, come quelle per corso Italia o galleria Bombi, per la piazza del Municipio o le pseudo piste ciclabili di corso Verdi.