Torna alla ribalta il depuratore di Lignano. Il progetto di adeguamento del Cafc è stato ritirato dopo le pesanti osservazioni di Arpa, Azienda sanitaria e Servizio Biodiversità della Regione
Oggi ci sono due notizie che cozzano fra di loro dimostrando ancora una volta la schizofrenia del sistema, comunicazione compresa. Da un lato la conferma per il Fvg di 2 bandiere blu dell’edizione 2021 sulle certificazioni di qualità per pulizia dell’acqua ed efficienza dei servizi, assegnate dalla Fondazione per l’Educazione Ambientale, dall’altra l’ennesima denuncia relativa all’inquinamento in particolare da escherichia coli, praticamente dello stesso mare che ottiene la patente di ottimo e che, cosa già da noi evidenziata in passato, lascia piuttosto perplessi. Anche se, per dirla proprio tutta, nelle valutazioni per le sbandierate blu, non entrano solo pulizia e qualità dell’acqua marina ma anche spiaggia e servizi e su questi aspetti certamente i bagni del Fvg non sono secondi a nessuno. Ma tuttavia resta il problema dell’acqua marina che spesso, troppo spesso, non supera i controlli di Arpa e azienda sanitaria. Certo è vero che l’inquinamento è probabilmente multifattoriale ma è altrettanto vero che un contributo viene dato anche dal sistema di depurazione delle acque ed in particolare, insistono ancora una volta gli esponenti del M5s che hanno indetto l’ennesima conferenza stampa di denuncia, “da quello di Lignano Sabbiadoro che continua a essere fuori norma”.
“Siamo al punto di partenza, con un impianto che necessita di lavori di potenziamento e adeguamento ma senza nemmeno un progetto sul tavolo” hanno dichiarato i consiglieri regionali pentastellati Cristian Sergo e Ilaria Dal Zovo, la deputata M5s Sabrina De Carlo e il rappresentante dell’Osservatorio civico contro le illegalità in FVG, Marino Visintini nel corso dell’incontro con la stampa. L’elemento di novità è che vi è stato il ritiro da parte del Cafc, gestore dell’impianto, dell’istanza concernente la verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione di impatto ambientale del progetto di ampliamento dell’impianto. “Dopo avere a più riprese affermato che il depuratore è adeguato e rispetta le autorizzazioni, l’ultima volta lo scorso 8 gennaio di quest’anno, sei giorni dopo il Cafc ha presentato un progetto di adeguamento e potenziamento – ha ricordato Sergo -. Ma le osservazioni, presentate non solo da noi ma anche da Arpa FVG, Asufc e Servizio Biodiversità della Regione, hanno rilevato carenze importanti nella documentazione del gestore, che ha quindi proceduto al ritiro del progetto per evitare un parere sfavorevole. Peccato non si sia espresso il proprietario dell’impianto, il Comune di Lignano” rimarca polemicamente Sergo.
In effetti il Servizio Biodiversità ha affermato nero su bianco che l’impianto così come progettato potrebbe rivelarsi insufficiente nei periodi estivi di maggior affluenza turistica, in cui le presenze sono spesso superiori alla soglia di 100.000 abitanti per cui verrebbe dimensionato. Questa posizione tecnica che accompagnata ai rilievi fatti da Arpa in ben sette pagine fitte di raccomandazioni, contraddice anche la tesi espressa da sempre da Cafc secondo cui il depuratore di Lignano già oggi funziona in maniera adeguata. Nell’ottobre dello scorso anno erano stati il presidente Salvatore Benigno, supportato dall’ingegner Massimo Battiston direttore generale di Cafc e dal Direttore Operativo ingegner Michele Mion a dichiarare a FriuliSera, nel corso di un colloquio, che l’impianto di Lignano avesse superato i controlli stringenti di Arpa operati perfino il giorno dopo ferragosto (il 16 agosto 2020) e poi successivamente il 7 settembre. Analisi mirate in uscita dal depuratore, ci era stato garantito, certificando la regolarità di funzionamento dell’impianto e non rilevando sforamenti. Avevamo preso atto quindi che secondo i dati di Cafc l’impianto funzionava e funziona e che le eventuali deroghe emergenziali, previste dalle norme per casi particolari erano corrette ed autorizzate, ma come ogni deroga provvisoria italiana che si rispetti sono diventate una costante definitiva. Allora ci era stato anche annunciato che, in una logica di ulteriore precauzione e sviluppo, sarebbero stati previsti ulteriori adeguamenti. Ovviamente ci era parso strano che una macchina perfetta avesse bisogno di nuovi interventi e oggi, alla luce delle novità relativamente al ritiro del progetto tutto ci pare decisamente più chiaro. Come più chiaro appare anche al M5s secondo cui appare ormai evidente non solo che un intervento sul depuratore era necessario visto che attualmente l’impianto non garantisce la totale depurazione degli scarichi ma che questo è la realtà da molto tempo. “Lascia interdetti come, per il gestore, l’impianto sia in regolare funzionamento, così come leggere i Direttori regionali che affermano come con i lavori di adeguamento si risolverebbero le criticità attualmente presenti, che quindi ci sono – ha aggiunto la parlamentare De Carlo -; ulteriori perplessità derivano da questa situazione di stallo che si è venuta a creare. Ancora di più in una fase di riaperture e in una località che vive di turismo balneare, sarebbe stato opportuno intervenire per tempo ed è impensabile trovarsi ancora con un depuratore da adeguare e senza nemmeno un progetto. Nelle prossime settimane chiederò di poter visitare l’impianto, coinvolgendo anche il Ministero per la Transizione ecologica, in modo da garantire maggiore rilievo alla vicenda e arrivare in tempi più brevi possibili a una soluzione”.
Insomma la vicenda prosegue e non solo nella querelle fra il M5s e Cafc, ma anche investendo pezzi del movimento ambientalista friulano. Alla conferenza stampa era infatti presente Marino Visintini referente ed instancabile motore dell’Osservatorio Civico contro le Illegalità del FVG che ha spiegato come si stia seguendo la vicenda depuratore di Lignano da oltre 4 anni partendo da segnalazioni di alcuni cittadini preoccupati per gli odori e per il colore delle acque in laguna. Da quel momento, ha spiegato Visintini, “ci siamo documentati con atti e fotografie aeree che dimostrano, spiega Visintini, alcune problematiche del mal funzionamento dell’impianto e altre situazioni dubbie. Abbiamo consegnato 2 esposti nel 2018 e 2019, segnalando carenze nel funzionamento/su lavori previsti e non realizzati e altre presunte irregolarità. Abbiamo segnalato la vicenda in data 6 novembre 2020 all’allora Ministro all’Ambiente on. Sergio Costa, alla Direzione Generale dell’Ambiente della Commissione Europea – Bruxelles, al Presidente della Corte dei Conti di Trieste, al Direttore Generale dell’ I.S.P.R.A. Istituto Superiore Protezione e la Ricerca Ambientale – Roma chiedendo un intervento su: malfunzionamento del depuratore di Lignano Sabbiadoro -responsabilità, violazioni normative ,violazioni procedure LLPP, controlli e discrasie, violazioni ambientali e sanitarie”.
Con tutte le nostre attività, ha quindi spiegato Visintini l’Osservatorio non ha inteso affatto ledere l’immagine di CAFC Spa, ma desiderava e desidera solo sopperire alla mancanza di informazioni precise e tutelare i diritti dei cittadini”. Per tutta risposta spiega in sintesi il referente dell’Osservatorio, abbiamo ricevuto in data 5 febbraio scorso, da un esimio studio legale udinese che ha avuto mandato specifico dal CAFC Spa, una lettera che ci pare intimidatoria in quanto volta a limitare la libera azione di un’associazione. Anche dopo quella diffida “l’Osservatorio Civico contro le Illegalità del Friuli V.G ha proseguito nella sua azione e in data 8 marzo 2021 abbiamo prodotto alcune osservazioni al ” Progetto di Adeguamento dell’impianto” da parte del Cafc presentato alla Regione Friuli V.G, quel progetto che poi è stato ritirato, fatto che dimostra, chiosa Visintini, che le nostre obiezioni erano fondate”.