Torna il vitalizio per i parlamentari condannati in via definitiva: tra i senatori premiati Marcello Dell’Utri e Roberto Formigoni

Alcune notizie mettono a dura prova il più convinto dei democratici e verrebbe voglia di arrendersi alla ineluttibilità della constatazione che questo paese è destinato ad una deriva sempre peggiore.  Torna infatti il vitalizio per i parlamentari condannati, dopo il ricorso presentato dall’ex senatore e governatore Roberto Formigoni, viene annullata la delibera Grasso-Boldrini che sospendeva la pensione da parlamentare per i condannati in via definitiva. Intendiamoci, il giudizio non è stato espresso dalla magistratura, ma da una commissione di loro pari e oseremmo dire di loro amici di appartenenza politica.   La Commissione Contenziosa del Senato in sostanza  ha annullato la delibera del 2015 degli allora presidenti del Senato e della Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini che prevede la sospensione dei vitalizi per i parlamentari condannati in via definitiva per reati di particolare gravità. Sei anni fa votarono a favore della misura Pd, Sel, Scelta Civica, Fratelli d’Italia e Lega, mentre non parteciparono al voto Forza Italia, M5s e i moderati di Ap. La decisione odierna arriva in seguito al ricorso presentato da Roberto Formigoni, indagato per attività illecite durante il periodo di presidente della Regione Lombardia e condannato poi per corruzione, ma non solo. Ma ovviamente il ricorso non riguarda solo Formigoni, secondo il principio  erga omnes  i suoi effetti si potranno allargare  anche molti altri nomi noti della politica italiana. Tra i senatori che torneranno a ricevere i ricchi vitalizi ci potrebbero essere, tra gli altri, anche Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Ottaviano Del Turco, ex governatore dell’Abruzzo. La Commissione Contenzioso del Senato si esprime sui ricorsi presentati dai dipendenti del Senato contro atti e provvedimenti dell’Amministrazione, per la tutela di diritti e interessi legittimi. È composta da tre senatori in carica, nominati dal presidente della camera alta (Casellati), che devono essere stati magistrati, docenti di materie giuridiche, avvocati. Attualmente ha come presidente Giacomo Caliendo (Forza Italia), come vicepresidente Simone Pillon (Lega) e come componente titolare Alessandra Riccardi (ex M5s, ora Lega), oltre a quattro membri supplenti. Insomma un trio ben rappresentativo. Roberto Formigoni aveva presentato alla Commissione un ricorso contro l’annullamento del vitalizio maturato come senatore. La sospensione era arrivata dopo la condanna della Corte di Cassazione a 5 anni e 10 mesi di reclusione per corruzione. Uscito dopo 5 mesi dal carcere, si trova ora ai domiciliari. Negli ultimi anni l’ex governatore lombardo aveva fatto diversi appelli, denunciando la sua presunta condizione di indigenza. Ora tornerà a ricevere la pensione da parlamentare che ammonta a circa 7 mila euro al mese e non è ancora chiaro da quando e se decorreranno gli arretrati. Come è noto i reati per cui Roberto Formigoni è stato condannato al carcere riguardano i soldi pubblici presi dalle casse dell’Istituto Maugeri di Pavia e dell’ospedale San Raffaele di Milano. Nel 2019 l’ex governatore è stato condannato dalla Corte dei Conti lombarda, insieme ai vertici sanitari e a un ex assessore, al risarcimento di un danno erariale per oltre 47 milioni di euro. Per questi servizi pagheremo 7mila euro al mese. E poi si dice che il crimine non paga.