Tutti uniti in difesa dei lavoratori della Wärtsilä. La decisione di chiusura dello stabilimento giuliano considerata inaccettabile perfino da Confindustria
Raramente si è visto un fronte così vasto e unito nel condannare l’azione spregiudicata di una azienda. È il caso della vicenda Wärtsilä che sembra davvero aver spiazzato tutti, anche se, ci dicono i più informati, che qualcosa bollisse in pentola era palese. Invece con uno stile davvero inusuale anche per l’imprenditoria nostrana, la proprietà finlandese della azienda ha messo tutti davanti ad una sorta di fatto compiuto. Parla di Sdegno e incredulità il Presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga che si dice colto di sorpresa dalla notizia della chiusura della parte produttiva di Wartsila nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra a Trieste. “Quello messo in atto è un comportamento e una scelta che riteniamo inaccettabile nei metodi e nei modi e che ci lascia senza parole anche e soprattutto perchè da più di un anno a questa parte non solo la Regione Friuli Venezia Giulia ma anche il Governo nazionale avevano ricevuto ampie rassicurazioni sia dai vertici dell’azienda sia anche dalle istituzioni diplomatiche e governative finlandesi. Chiediamo sin da subito che venga ritirata l’annunciata delocalizzione con la procedura avviata oggi, così come di non dare seguito agli esuberi”. “In particolare l’azienda, che addirittura ha fatto richiesta dei fondi Pnrr del Governo e che, a inizio di questa legislatura, aveva ricevuto un contributo dell’amministrazione regionale per lo sviluppo dell’opificio digitale – spiega Fedriga – aveva più volte non solo ribadito la volontà di mantenere la produzione ma, perfino, di implementare lo sviluppo del sito di Trieste. A fronte di queste iniziali promesse e vista invece l’attuale inaccettabile decisione, riteniamo di avere a che fare con chi racconta menzogne. Qualora ci fossero state altre volontà, diverse rispetto a quelle garantite, l’azienda avrebbe potuto e dovuto comunicarle in tempi e modi opportuni, così da poter consentire alle istituzioni, sindacati e realtà produttive, di pianificare per tempo e al meglio la situazione”. “Se Wartsila si ostinerà a perseguire questa strada e confermerà quindi che sino ad oggi ha mentito – continua Fedriga – auspico che l’intero comparto produttivo italiano chiuda con essa ogni tipo di rapporto. Come può infatti pensare un cliente di questa azienda di avere dei rapporti garantiti con chi mente e fa l’opposto rispetto agli impegni presi? Di fronte ad un tale comportamento che ritengo inqualificabile e inaccettabile, ci sarà ora una risposta unitaria e forte, che vedrà il sistema istituzionale, confindustriale, produttivo e sindacale del Friuli Venezia Giulia muoversi in maniera compatta e decisa per assicurare ai dipendenti innanzitutto una tutela del lavoro e, soprattutto, un loro futuro. Pertanto da un lato attendiamo di veder avviati dall’azienda da subito tutti gli iter che garantiscano alle maestranze le loro legittime e dovute tutele e, dall’altro, auspico anche l’attivazione di tutte le conseguenze previste dalla legge a seguito di questa inaccettabile decisione”. “La Regione – conclude Fedriga – dal canto suo, già da oggi, c’è; da subito si schiererà al fianco dei lavoratori per fornire non solo tutto il supporto ma anche il percorso che possa garantire loro una certezza del futuro”. Anche l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen ha espresso la condanna e indignazione per la vicenda legata alla Wartsila chiedendo il ritiro della procedura annunciata. “In maniera inopportuna con una formalità devastante, che non può vedere che uniti organizzazioni sindacali e Confindustria – ha detto Rosolen – è arrivata la notizia dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo di almeno 400 lavoratori di Wartsila. Di fronte a ciò ci si sente impotenti perché nonostante tutto quello che facciamo e gli interventi che hanno garantito al Friuli Venezia Giulia il mantenimento di livelli occupazionali importanti in anni di avversità enormi, ci troviamo a dover fare i conti con problemi di livello internazionale, con sistemi che si sono arricchiti nel nostro Paese e che – senza alcun confronto a livello istituzionale, sindacale, nazionale – decidono che il destino di 400 persone è legato solamente alle proprie esigenze produttive”. Nel corso della mattinata l’assessore si è recata ai cancelli dello stabilimento Wartsila di Bagnoli della Rosandra per esprimere ai lavoratori la solidarietà della Regione. Fin qui la presa di posizione istituzionale di maggioranza alla quale si è unita quella delle forze di opposizione: Il capogruppo in Consiglio regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo esprime solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della Wärtsilä dopo che il gruppo finlandese ha annunciato oggi di voler cessare la linea produttiva dello stabilimento di Trieste centralizzandola in Finlandia. «Siamo sconcertati di fronte alla scelta dell’azienda, che è stata comunicata senza nessun confronto preventivo con i lavoratori, i sindacati e le istituzioni, e mette a forte rischio di perdita del lavoro i 450 addetti dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra, ai quali si aggiungono diverse centinaia dell’indotto», osserva il capogruppo Moretuzzo. Una decisione «inaccettabile nei tempi e nelle modalità; auspichiamo l’apertura di un tavolo di confronto che permetta di individuare soluzioni industriali alternative salvaguardando l’occupazione». “Una scelta allucinante e inaccettabile”. Così il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, sulla decisione del gruppo Wärtsilä. “Senza alcun tipo di confronto con il territorio e con i sindacati, vengono messi a repentaglio almeno 450 posti di lavoro, peraltro altamente qualificati, gettando al vento una progettualità innovativa e di sviluppo – continua Ussai -. Non possiamo che essere solidali con chi sta protestando davanti allo stabilimento triestino”. “Sollecitiamo il Ministero dello Sviluppo economico e la Regione, affinché si attivino tempestivamente per fermare questo provvedimento scellerato” conclude l’esponente M5S. Anche i parlamentari del Fvg sono subito intervenuti sulla vicenda Wartsila: La presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani ha chiesto che il ministro Giorgetti prenda subito crisi in mano: “Il Governo deve intervenire immediatamente per evitare la chiusura di un impianto industriale strategico e la perdita di centinaia di posti di lavoro, che sono grandi competenze e professionalità. Il ministro Giorgetti, reduce dalla sua missione in Finlandia dove ha avuto assicurazioni di collaborazione nei rapporti economici, prenda personalmente in mano questa crisi e adotti ogni misura per superarla anche cercando soluzioni industriali alternative”. Parla di: “Grande preoccupazione per l’annuncio di Wartsila di voler cessare tutte le attività produttive nel sito di Bagnoli della Rosandra, una decisione che di fatto cancella 450 posti di lavoro Ettore Rosato di Italia Viva: “Molto bene l’intervento immediato del ministro Giorgetti, anche con l’immediato coinvolgimento del suo omologo finlandese.
Bisogna trovare il modo, con o senza Wartsila, di conservare la produzione dei motori nello stabilimento triestino. Non pensi l’azienda di restare sul ricco mercato italiano portando via dal nostro Paese la produzione. Lo stabilimento triestino è efficiente e i suoi lavoratori altamente qualificati, la sua chiusura non rispetta alcuna logica industriale. I motivi sono altri e di questo dovranno dare spiegazioni” Anche i deputati del MoVimento 5 Stelle eletti in Friuli Venezia Giulia, Luca Sut e Sabrina De Carlo sono intervenuti sulla vicenda: “La notizia della cessazione della produzione presso lo stabilimento Wärtsilä di Bagnoli della Rosandra è preoccupante e rischia seriamente di gravare sul tessuto produttivo del territorio, oltre che sul settore della metalmeccanica. Auspichiamo dunque, nei fatti, la massima apertura da parte della proprietà aziendale, affinchè si tutelino le sorti occupazionali dei 450 lavoratori coinvolti. In tal senso, siamo già in contatto con il Ministero dello Sviluppo economico, al fine di attivare quanto prima tutte le iniziative del caso”.