Uil Fvg: in regione la nuova ‘opzione donna’ è un flop. Nemaz: da dati Inps, nel 2023 nessuna domanda in tutto il Fvg
“Secondo i dati dell’Inps del Friuli Venezia Giulia, dall’inizio del 2023 ad oggi non è pervenuta in regione alcuna domanda per ‘Opzione donna’, la misura del governo che permette alle donne di scegliere un pensionamento anticipato in cambio del calcolo della pensione interamente col metodo contributivo”. Lo sottolinea Fabio Nemaz, segretario organizzativo UIL e presidente del Comitato regionale Inps del Friuli Venezia Giulia. “Nel 2022 solo nell’ITALUIL regionale le domande per Opzione donna erano 44 – spiega la coordinatrice del patronato UIL, Giuseppina Di Prisco -, si poteva scegliere, con 35 anni di contributi, di andare in pensione a 58 anni d’età se lavoratrici dipendenti o a 59 anni per le autonome. Da quest’anno le regole sono cambiate”. Oltre ad aumentare l’età minima a 60 anni, riducibili di un anno per ciascun figlio (ma comunque non più di due anni), sono stati infatti introdotti altri requisiti. Le lavoratrici devono in più essere o assistenti di coniuge o parente di primo grado disabile; o avere un invalidità con riduzione della capacità lavorativa di almeno il 74%; o essere licenziate o dipendenti di aziende in crisi. “Evidentemente le lavoratrici in regione non riescono ad avere questi requisiti- commenta Di Prisco-. Anche se continua a chiamarsi ‘Opzione donna’ di fatto non c’è l’opzione, ma solo lo stare o no dentro i requisiti. E’ un’altra misura, non certo per agevolare il pensionamento delle donne”, conclude. Una legge sulle pensioni deve dare risposte alle esigenze delle donne, quindi riconoscere la peculiarità della situazione femminile, commenta il segretario regionale UIL del Friuli Venezia Giulia, Matteo Zorn. E aggiunge: “Le modifiche legislative a Opzione donna non vanno più in questa direzione, penalizzano le lavoratrici e all’iniquità degli obblighi di cura, che già ricadono su di loro, sommano nuove iniquità”, conclude Zorn.