“Va tutto ben madama la marchesa”: anche per la Ue la qualità dell’acqua marina risulta “eccellente” in più dell’85 % dei siti di balneazione europei
Secondo l’ultima relazione annuale sulla qualità delle acque di balneazione europee, sia marine che dolci, oltre l’85 % dei siti monitorati l’anno scorso ha soddisfatto i più rigorosi criteri dell’Unione europea in materia di pulizia ed è stato classificato di qualità “eccellente”. I risultati pubblicati sono un buon indicatore dei siti in cui quest’estate, con ogni probabilità, si potranno trovare le migliori acque balneabili. Questa comunicazione così rassicurante cozza però con le informazioni che si possono avere parlando direttamente con le persone che il mare lo vivono e che dal mare direttamente o indirettamente traggono il proprio sostentamento. Tutti visionari? Il dubbio che sulle certificazioni pesino più le questioni economiche che quelle biologiche resta forte anche perchè quando le “percentuali” sono bulgare, siano esse elettorali che da campionatura marina, il dubbio che alcune interpretazioni possano essere viziate dal predominio di interessi resta forte. Bem vengano quindi le campagne di controllo come quella promossa annualmente da Legambiente con la sua Goletta verde, basta che non si tramuti tutto in una operazione propagandistica magari mettendo in dubbio certi dati nazionali che appaiono decisamente troppo rassicuranti. Infatti dalla relazione di quest’anno, stilata dalla Commissione europea e dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), emerge che la stragrande maggioranza dei 21 831 siti di balneazione monitorati nei 28 Stati membri (per la precisione il 95,4 %) soddisfa i requisiti minimi di qualità previsti dalla normativa UE. La percentuale di siti che rispettano gli standard di qualità più rigorosi e possono fregiarsi della qualifica di “eccellente” è aumentata leggermente, passando dall’85,0 % nel 2017 all’85,1 % l’anno scorso. Nello stesso periodo è invece scesa dal 96 % al 95,4 % la percentuale dei siti balneabili di qualità giudicata “sufficiente”. Questo modesto calo è dovuto principalmente all’apertura di nuovi siti per i quali non sono ancora disponibili i dati relativi alle ultime quattro stagioni balneari, necessari per la classificazione ai sensi della direttiva. Nel 2018 sono stati 301 (ossia l’1,3 %) i siti di balneazione in UE, Albania e Svizzera le cui acque ( non marine ovviamente) sono state ritenute di qualità “scarsa”: si tratta di un dato leggermente inferiore a quello del 2017, in cui erano stati l’1,4 %.
I requisiti in materia di acque di balneazione, stabiliti nella direttiva dell’UE sulle acque di balneazione, hanno contribuito a migliorare notevolmente la qualità delle acque balneabili europee nel corso degli ultimi quarant’anni. Il controllo e la gestione efficaci introdotti dalla direttiva, insieme agli investimenti nel trattamento delle acque reflue urbane, hanno portato a una drastica riduzione della quantità di rifiuti urbani e industriali non trattati o parzialmente trattati che finiscono nelle acque. La normativa impone alle autorità locali di prelevare campioni di acqua nell’arco di tutta la stagione balneare presso i siti di balneazione che figurano in un elenco ufficiale. I campioni sono poi analizzati per verificare l’eventuale presenza di due tipi di batteri, indice di inquinamento da acque di scolo o da liquami di allevamento.
In cinque paesi, il 95% o più dei siti di balneazione è risultato di qualità “eccellente”: Cipro (99,1 % dei siti), Malta (98,9 % dei siti), Austria (97,3 % dei siti) e Grecia (97 % dei siti).
Nel 2018 tutti i siti di balneazione analizzati a Cipro, in Grecia, in Lettonia, in Lussemburgo, a Malta, in Romania e in Slovenia hanno conseguito almeno la menzione di qualità “sufficiente”.
La percentuale più elevata di siti di balneazione con qualità delle acque “scarsa” è stata registrata in Italia (89 siti, pari all’1,6 %), Francia (54 siti, pari all’1,6 %) e Spagna (50 siti, pari al 2,2 %). Rispetto al 2017 questo numero è diminuito in Francia (da 80 siti nel 2017 a 54 nel 2018) ma è aumentato in Italia (da 79 siti a 89) e in Spagna (da 38 siti a 50).
La contaminazione fecale dell’acqua continua a costituire un rischio per la salute umana, in particolare nei siti di balneazione. Nuotare in spiagge o laghi balneabili contaminati può essere causa di malattie. Le principali fonti di inquinamento sono le acque reflue e le acque di drenaggio provenienti da aziende e terreni agricoli. Questo tipo di inquinamento aumenta in caso di forti piogge e inondazioni a causa della tracimazione delle fognature e del riversamento delle acque di drenaggio inquinate nei fiumi e nei mari.
Tutti gli Stati membri dell’EU, oltre all’Albania e alla Svizzera, monitorano i propri siti balneabili conformemente alle disposizioni della direttiva dell’UE sulle acque di balneazione. La valutazione della loro qualità ai sensi della direttiva si avvale dei valori di due parametri microbiologici, enterococchi intestinali ed Escherichia coli. In base al tasso di batteri fecali rilevato le acque di balneazione sono classificate di qualità “eccellente”, “buona”, “sufficiente” o “scarsa”. Se l’acqua risulta di scarsa qualità gli Stati membri devono prendere provvedimenti, ad esempio vietando o sconsigliando la balneazione, informandone il pubblico e adottando misure correttive.
Tutto bene quindi, almeno in teoria, perchè il rischio che le campionature vengano realizzate in maniera “telefonata” è molto forte. Campionature fatte nei giorni giusti, nelle aree con correnti favorevoli e mille altri modi per addomesticare il risultato sono dietro l’angolo. E allora l’espressione “tutto va bene, Madama la Marchesa” ha un suo perchè. Del resto a beneficio di chi magari fra i più giovani nostri lettori non conosce questo “detto” che si usa in genere in senso ironico, per indicare una situazione molto negativa, in cui non va bene nulla, ma che si cerca invano di minimizzare ne ricordiamo la genesi: la frase deriva dal titolo della versione italiana (interpretata tra gli altri da Nunzio Filogamo tra i primi conduttori televisivi della televisione italiana) di una canzone francese del 1934: Tout va très bien, Madame la Marquise. Il testo racconta di una nobile che si informa al telefono sulla situazione al suo castello, ricevendo paradossali rassicurazioni dal maggiordomo che intanto descrive una situazione catastrofica con incendi e suicidi in atto.