Venezuela: la riunione del gruppo di contatto fra luci e ombre
Primo incontro a Montevideo, in Uruguay del Gruppo di Contatto Internazionale (ICG) sul Venezuela. Presieduto dall’Alta Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, e dal Presidente dell’Uruguay Tabaré Vázquez, all’incontro l’Italia era rappresentata dal Ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi.
Due le priorità del Gruppo: lavorare, nel rispetto dell’autodeterminazione del Venezuela, a nuove, libere elezioni; assistere, nel frattempo, la popolazione colpita dagli effetti della crisi.
Nella nota congiunta emessa a margine dei lavori, il Gruppo, dopo aver espresso “profonda preoccupazione per la difficile situazione” che vive la popolazione del Venezuela, sottolinea che il suo obiettivo è “creare un approccio internazionale comune per sostenere una risoluzione pacifica, politica e democratica” alla crisi venezuelana, “escludendo l’uso della forza”, che porti a “elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili, in conformità con la Costituzione venezuelana”.
“Affinché il Paese possa superare l’attuale crisi, – prosegue la nota – è fondamentale ripristinare la piena democrazia in tutte le sue dimensioni, incluso lo stato di diritto, la separazione dei poteri e il rispetto del mandato costituzionale delle istituzioni del Paese, in particolare dell’Assemblea nazionale eletta democraticamente”.
L’ICG, quindi, rimarca che “le libertà fondamentali e i diritti umani di tutti i venezuelani devono essere rispettati”. Deplorando “le morti e le ferite causate dall’uso eccessivo della forza”, l’IGC sottolinea che “la violenza non è mai una soluzione”.
Nell’incontro di il gruppo “ha fatto il punto della situazione nel paese e ha discusso su come potrebbe contribuire meglio a trovare un percorso pacifico verso lo svolgimento di nuove elezioni presidenziali” in “conformità” con la Costituzione venezuelana.
L’ICG ha anche riconosciuto “la crisi umanitaria che sta aumentando di giorno in giorno, colpendo milioni di venezuelani”, confermando il suo “impegno a mobilitare ulteriore assistenza” alla popolazione in collaborazione con il Rappresentante speciale UNHCR/IOM, Eduardo Stein.
Nel prossimo futuro, dunque, il Gruppo “procederà a stabilire i necessari contatti con i competenti attori venezuelani e con i partner regionali e internazionali allo scopo di: stabilire le garanzie necessarie per un processo elettorale credibile, nel più breve tempo possibile; consentire l’erogazione urgente di assistenza in conformità con i principi umanitari internazionali. Per attuare questi due obiettivi, l’ICG invierà una missione tecnica nel paese”.
Il gruppo, conclude la nota, “si riunirà a livello ministeriale all’inizio di marzo per fare il punto sui progressi. Nel frattempo si terrà una riunione degli alti funzionari nelle prossime due settimane”.
Nella conferenza stampa a margine dei lavori, Mogherini ha ricordato che per l’Unione Europea è “molto importante l’aiuto umanitario: ci siamo mobilitati finora – dal 2018 e all’inizio di quest’anno – con quasi 60 milioni di euro a sostegno del popolo venezuelano, sia all’interno del paese che nei paesi limitrofi che ospitano così tanti venezuelani. Il mio collega, il commissario per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi, Christos Stylianides, a Bruxelles ha appena annunciato altri 5 milioni di euro che l’Unione europea sta mobilitando”. Di ieri anche l’annuncio del Vice Ministro degli esteri italiano Emanuela Del Re di un primo contributo emergenza di 2 milioni euro per la popolazione venezuelana.
Ma non è tutto oro quello che luccica, infatti i contrasti non sono certo appianati, se infatti l’Unione Europea e l’Uruguay hanno firmato a Montevideo il documento d in cui promuovono l’apertura in Venezuela di “un processo elettorale”, il coordinamento di una “missione umanitaria” e l’invio di una “missione tecnica”, Messico, Bolivia e paesi dei Caraibi hanno rifiutato la firma.
Anche se l’Uruguay è schierato contro l’ingerenza negli affari venezuelani ma alla fine ha firmato l’accordo UE mentre il Messico ha chiarito che non ha firmato perché interferire negli affari interni dei paesi è al di fuori della sua Costituzione.
Il documento proposto dall’Unione Europea fa specifico riferimento al fatto che gli “aiuti umanitari” che possono raggiungere il Venezuela saranno coordinati dall’ONU e non menzionano gli Stati Uniti in quel ruolo che nasconde il tentativo di rovesciare il presidente Nicolás Maduro.