Viaggio tra storia, potere e bellezza. Un maestoso volume e una mostra diffusa svelano l’epopea del Grande Patriarcato
In una gremita Sala Ajace di Palazzo d’Aronco è stato presentato per la prima volta al pubblico il progetto di ricerca sui grandi Patriarchi che, per oltre un millennio, hanno plasmato la storia, la cultura e l’identità del Friuli. Si tratta di un’indagine condotta per cinque anni dal Gruppo Archeologico Aquileiese, le cui novità sono state raccolte nel volume di prossima pubblicazione intitolato “Grande Patriarcato. Dalla fine dell’antichità ai Dolfin”.
Ieri pomeriggio, a presentare la ricerca a una folta platea sono stati la professoressa Silvia Blason Scarel, presidente dell’associazione culturale, e lo storico medievista Gabriele Caiazza. Durante l’incontro, organizzato dalla Pro Loco Città di Udine e moderato dal presidente Marco Zoratti, i due curatori del progetto hanno anche annunciato l’importante mostra diffusa che si svilupperà, da fine maggio a fine agosto, tra Udine, Aquileia, Cividale del Friuli, Grado e San Vito al Tagliamento.
“Il Patriarcato di Aquileia non rappresenta un’istituzione separata dall’Ecclesia paleocristiana, ma la sua evoluzione continua e profonda, attraversando l’alto medioevo, l’epoca longobarda e carolingia, fino a diventare un principato ecclesiastico con poteri civili, giudiziari e militari”, ha ricordato la prof.ssa Scarel, offrendo al pubblico una coinvolgente lettura storica del millenario fenomeno patriarcale. Da Poppone, che nell’XI secolo sancì l’ascesa del potere temporale, fino ai Dolfin, queste autorità eressero monumenti simbolo, come la Basilica di Aquileia, e gettarono le basi per un potere politico che influenzò, anche culturalmente, le dinamiche regionali attraverso le corti patriarcali, attorno alle quali gravitavano artisti, letterati e intellettuali.
“La suddivisione della storia del Patriarcato in periodi definiti e il concetto di ‘capitale’ sono considerati riduttivi”, ha sottolineato lo storico Caiazza. “Sebbene Aquileia sia stata il centro principale per secoli, altre sedi palatine hanno avuto un ruolo importante. Tra queste, oltre a Grado, Cormons, Cividale e Udine, si annoverano numerose località come Capodistria, Gemona, Maniago e molte altre”.
Al centro della ricerca confluita nel volume vi è l’analisi dei palazzi patriarchini superstiti e del ruolo che essi ebbero nella rappresentazione e gestione del potere, nonché della vita privata dei presuli. “Oltre ai palazzi patriarcali, la struttura ecclesiastica comprendeva chiese, castelli, abbazie, monasteri e altri siti strategici, nei quali le testimonianze rimaste di tale grandezza passata sono davvero molte, benché non tutte note”, hanno aggiunto i due relatori. “Nelle sedi di Udine, Aquileia, Cividale, San Vito al Tagliamento e Grado, dove sarà organizzata la mostra, si potranno osservare elementi nuovi, a volte sorprendenti, che sono rimasti sotto i nostri occhi per secoli senza che se ne cogliesse appieno il significato: liturgie, architetture, tracce artistiche che collegano il Friuli tanto al mondo germanico quanto a quello veneziano”.
Attraversando le cinque tappe dell’itinerario, sarà quindi possibile comprendere con una nuova prospettiva edifici, oggetti, simboli e personaggi che hanno plasmato l’identità di un’intera regione. A Udine, dal primo giugno al 31 agosto, si potranno ammirare gli splendori dell’ultima dimora patriarcale ora Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo. Nel Castello di San Vito al Tagliamento, dal 24 maggio al 31 agosto, sarà possibile comprendere la lussuosa vita di Lodovico Trevisan Scarampi Mezzarota, promosso patriarca di Aquileia nel 1439, ecclesiastico e uomo d’armi divenuto lo stesso anno camerlengo della Santa Romana Chiesa. A Cividale del Friuli la mostra sarà inserita, dal 27 maggio al 31 agosto, nel Museo Cristiano e Tesoro del Duomo e verterà sulla vita del noto Marquardo di Randeck, eletto patriarca di Aquileia nel 1365, dopo Ludovico della Torre e ricordato ancora oggi, ogni 6 gennaio, con la Messa dello Spadone. Ad Aquileia, dal 22 maggio al 31 agosto, la mostra si concentrerà sulla figura del patriarca del Medioevo centrale Poppone, attraverso il quale si gettarono le basi perché fosse concesso agli illustri prelati di disporre di un proprio Stato e di battere moneta. Nella Basilica di Santa Eufemia di Grado, dal 30 maggio al 31 agosto, sarà possibile studiare la figura di Elia, Severo e degli altri patriarchi gradesi che nell’isola, fin dal VII secolo, posero la seconda sede dei patriarchi aquileiesi, ben prima che le residenze finissero per moltiplicarsi.
L’iniziativa si inserisce nel prestigioso contesto di Gorizia e Nova Gorica Capitali Europee della Cultura 2025 e del Giubileo dei Pellegrini della Speranza, arricchendo ulteriormente il programma di eventi culturali del territorio. Il presidente della Pro Loco Città di Udine, Marco Zoratti, ha espresso la sua soddisfazione per la realizzazione di questo importante progetto: “La valorizzazione del nostro patrimonio culturale è parte integrante dell’impegno della Pro Loco. Con eventi come questo – ha concluso il presidente della Pro Loco Città di Udine – rendiamo omaggio a un’eredità che ci appartiene e che merita di essere conosciuta e riscoperta”.
Oltre 100 persone hanno partecipato alla presentazione del progetto, realizzato grazie al sostegno di PrimaCassa Credito Cooperativo e della Grappa Nonino. Erano presenti all’evento l’imprenditrice Cristina Nonino, l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba, la presidente della Commissione Cultura di Udine Stefania Garlatti Costa, il sindaco di San Daniele del Friuli Pietro Valent, il direttore della Fondazione Friuli Cristiano Tiussi, il presidente dell’Ente Friuli nel Mondo Franco Iacop e il presidente del Fogolar Furlan di Mulhouse Renzo Burelli.