1° maggio all’insegna della vertenza Wartsila a Trieste: Il sindacato, “emblema dei problemi di questo paese”

Che la situazione di Wartsila si fosse complicata è cosa nota. Ora con la trattativa al palo le organizzazioni sindacali studiano possibili mosse. Intanto i sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto nella giornata del 1° Maggio una rinnovata attenzione partendo dal corteo di ieri a Trieste dove in circa 3 mila hanno assistito al comizio finale in piazza Unità d’Italia. Ad aprire la sfilata lo striscione dei lavoratori della multinazionale finlandese, che a luglio aveva annunciato la chiusura dell’area produttiva a Bagnoli della Rosandra. “E’ arrivato il momento di far diventare realtà la volontà” del Governo di tutelare i lavoratori della Wartsila, ha osservato il segretario nazionale confederale della Cisl Andrea Cuccello. “Questo Primo Maggio rilancia ancora una volta l’importanza della persona e del lavoro, della necessità di buon lavoro, si dare prospettiva su giovani perché un paese che non tutela i propri giovani è un paese destinato a morire». Ha aggiunto il segretario regionale della Cisl Alberto Monticco, a margine della manifestazione di Trieste, conclusa, come accennato, dal segretario confederale Andrea Cuccello. Al centro dell’intervento dell’esponente della segreteria nazionale Cisl, oltre ai temi che caratterizzano la piattaforma e la mobilitazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil, anche la vertenza Wartsila. “Vertenza – dichiara ancora Monticco – che è un emblema dei problemi di questo paese e sulla quale il sindacato, anche a livello nazionale, sta esprimendo  il massimo impegno per una soluzione industriale positiva, a tutela di tutti i lavoratori e del territorio”. “Aspettiamo il tavolo ministeriale, ma siamo preoccupati perché, giunti a questo punto, ci aspettavamo qualcosa di più solido”, ha aggiunto Marco Relli, segretario territoriale Fiom Cgil. “A oggi non c’è nessuna certezza, chiediamo sicurezza” per i lavoratori, anche quelli dell’indotto, “e chiediamo una regia forte del Governo”, ha sottolineato il segretario regionale della Uil, Matteo Zorn. Partiti da Campo San Giacomo, i manifestanti hanno sfilato lungo le vie del centro sventolando le bandiere sindacali, ma anche della pace, esponendo striscioni e cartelli. A distanza, separato da mezzi e uomini delle forze dell’ordine, seguiva lo ‘spezzone sociale’ del corteo del Primo maggio, con, tra i presenti, esponenti dell’Usb e dei movimenti antagonisti.
La realtà è che si vive in una sorta di limbo allo stabilimento Wartsila. Le commesse sono quasi esaurite e la dirigenza si è presa almeno altre due settimane per approfondire le offerte per rilevare l’impianto e reimpiegare il personale. La situazione complessiva è complicata ma la più precaria riguarda i dipendenti delle ditte esterne.