1° maggio Cgil, Cisl e Uil a Monfalcone: “Costruiamo insieme un’ Europa di Pace, Lavoro e Giustizia Sociale”

E’ un primo Maggio dedicato all’Europa. L’Europa di domani fondata sul lavoro e sulla giustizia sociale.  Questo lo slogan che ha visto in piazza alcune migliaia di persone nella città dei cantieri, simbolo del lavoro ma anche delle tante contraddizioni sociali presenti nei nostri tempi. Dopo vent’anni Cgil Cisl e Uil nazionali  tornano nell’isontino dopo il raduno aGorizia del primo maggio del 2004. Allora la motivazione di fondo era legata al fatto che  il mondo assisteva allo storico allargamento ad est dell’Unione Europea. Monfalcone è definita città simbolo delle sfide e delle difficoltà con le quali dovranno confrontarsi i sindacati e la politica nei prossimi anni, con un  tessuto economico occupazionale e sociale reso complicato  dalla situazione internazionale. In Piazza della Repubblica si sono svolti gli interventi dei leader di CGIL CISL e UIL: aumentare il salario, retribuzioni. Tagliare le tasse al ceto medio e rinnovare tutti i contratti pubblici e privati sottolinea dal palco il segretario generale della CISL Luigi Sbarra, sottolineando poi la necessità di un’Europa unita ed unitaria. “L’aumento di salari, di pensioni estendendo, rafforzando, non indebolendo la contrattazione collettiva”. Paolo Bombardieri si rivolge al governo: parlare di lavoro tutto l’anno e non solo qualche ora prima del primo maggio, dice il segretario generale della UIL evidenziando i numeri drammatici che ogni anno si registrano nel nostro paese. Oltre mille vittime e 500mila incidenti sul lavoro; servono misure strutturali e non bonus da 60 euro netti. Così continua Bombardieri, riferendosi al Decreto primo maggio del governo. Provvedimento aspramente criticato anche dai leader della CGIL, Maurizio Landini. “Una giornata di mobilitazione, di rabbia e rivendicazione per i tanti giovani che non hanno lavoro, per le tante persone che lavorano in nero. Ecco perché presidente, abbiamo detto no alla befana per il 2025”. “Quello che il governo ha fatto ieri, io lo considero e me ne assumo la responsabilità di quello che sto dicendo, una marchetta elettorale. Voglio essere chiaro: io sono rispettoso anche di 5 euro, perché so cosa significa lavorare per guadagnare”.