25 novembre. Honsell (Open): serve più di un giorno contro maschilismo

“Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. È una giornata che vedrà migliaia di persone manifestare la propria rabbia e la volontà di emancipazione civile. Ma non è sufficiente l’impegno di un giorno per modificare la cultura maschilista che, soprattutto negli ultimi trent’anni, ha favorito la celebrazione del possesso e un uso consumistico del corpo della donna”.

Lo afferma in una nota Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra Fvg.

“Moltissimo c’è ancora da fare – rimarca Honsell – per eliminare dalla nostra società i disvalori che conducono a provocare sofferenze, esercitare violenza e a volte provocare la morte della donna che si dice di desiderare. Proprio per ridurre queste sofferenze, come Open Sinistra Fvg abbiamo presentato mesi fa una mozione al Consiglio regionale per sostenere le associazioni regionali, come Voce Donna, che offrono supporto e proteggono le donne sottoposte a violenza”.

“Dopo il tragico omicidio di Giulia Cecchettin, il Governo sta predisponendo l’inasprimento delle norme e opuscoli per informare le donne sui segnali spia e i sintomi premonitori di violenza. Ma queste misure – evidenzia il consigliere – non possono essere risolutive. Il problema si annida nella cultura della nostra società, che ride delle battute sessiste, giustifica il cat calling e minimizza il ‘Bunga Bunga’. Fino a quando non si riconoscerà la piena parità, fino a quando il maschio non riconoscerà nella donna se stesso e non il soggetto debole da dominare e possedere, la violenza sulle donne sarà sempre l’opzione per chi non ne rispetta la dignità”. Il problema si annida nella cultura della nostra società, che ride delle battute sessiste, giustifica il cat calling e minimizza il “Bunga Bunga”. Fino a quando non si riconoscerà la piena parità, fino a quando il maschio non riconoscerà nella donna se stesso e non il soggetto debole da dominare e possedere, la violenza sulle donne sarà sempre l’opzione per chi non ne rispetta la dignità.
“Da sindaco di Udine promossi, nell’ambito della rete dell’Oms Città Sane, l’educazione all’affettività. Oggi vi sono proposte di legge in tal senso, ma la vergogna dell’aula vuota del Senato che discuteva tale norma chiosa Honsell – non è un segnale incoraggiante. La strada sarà dunque ancora lunga, fino a quando il contrasto alla violenza e la parità di genere non sarà considerato un bene collettivo, responsabilità di ciascuno di noi”.