Abusivismo in fisioterapia: l’allarme dell’Ofi Fvg
«Una piaga». Melania Salina, presidente dell’Ofi Fvg, definisce così l’abusivismo nel settore della riabilitazione in cui opera il fisioterapista. «È l’unico rischio della fisioterapia – osserva ancora Salina –: che sia proposta ed eseguita da qualcuno che non è un fisioterapista».
Oggi, è molto facile trovare consigli quando si sta male. Tra i più grandi dispensatori di rimedi c’è per esempio il dottor Google. «In rete e pure in qualche ambulatorio, le nozioni fornite, anche da sedicenti esperti, sono spesso scarse e approssimative – osserva la presidente regionale dell’Ofi –. Ne sentiamo di tutti i colori da presunti fisioterapisti, che non hanno una formazione legata al contesto sanitario, riabilitativo e medico, ma si dovrebbero occupare di fitness e, in generale, di contesti non patologici. Non giudichiamo certamente la volontà di fare del bene, ma ribadiamo che solo chi possiede un titolo di laurea in fisioterapia rilasciato dall’Università italiana o, in caso di titolo estero, riconosciuto dal ministero della Salute, è legittimato a svolgere il nostro mestiere».
Di qui, la necessità di garantire al paziente il diritto di poter accertare la titolarità del professionista che lo visita e cura. Da un lato per tutelare la salute delle persone, dall’altro per contrastare una pratica illegale. «Utile in questo caso utilizzare il servizio di ricerca presente nel sito dei fisioterapisti italiani – spiega Salina –, all’indirizzo https://albo.alboweb-fnofi.net/registry/search, lì dove, sulla base dei dati aggiornati dai sistemi online degli Ordini provinciali e interprovinciali, è possibile verificare l’iscrizione all’albo di un fisioterapista. L’invito al cittadino è a verificare sempre il possesso del titolo di studio adeguato da parte del professionista cui ci si rivolge».