Accordo Università di Udine, Fondazione Friuli e Soprintendenza archivistica per il salvataggio degli archivi storici delle banche locali
Recuperare l’archivio storico della Banca popolare udinese, completare il riordino dell’Archivio storico Crup di proprietà della Fondazione Friuli e porre le basi per la costituzione di un archivio storico di concentrazione delle banche locali. Sono questi gli obiettivi dell’Accordo sottoscritto oggi tra Università di Udine, Fondazione Friuli e Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia. La firma è stata apposta a palazzo Antonini-Maseri rispettivamente dal rettore Roberto Pinton, dal presidente Giuseppe Morandini e dal soprintendente Luca Caburlotto.
L’accordo di collaborazione, della durata di cinque anni, intende unire le forze, e soprattutto le competenze, per salvare dall’oblio e dal rischio di dispersione e distruzione un’importante fonte storica sia sotto l’aspetto economico sia sotto quello sociale: gli archivi storici delle banche locali. Si parte con quello della Cassa di risparmio di Udine e Pordenone (Crup), già detenuto dalla Fondazione e che da solo è costituito da ben 450 metri lineari di faldoni, per passare immediatamente a quello della Banca popolare udinese, in dismissione dalla procedura di liquidazione della Banca popolare di Vicenza e che richiede quindi un immediato intervento di riordino e valorizzazione. Ma l’obiettivo di questo Accordo è ancora più ampio, basti pensare alle attività formative e di tirocinio connesse alle operazioni di riordino degli archivi.
“L’accordo quadro – ha spiegato il rettore Pinton – nasce dalla volontà di recuperare l’archivio della Banca popolare udinese, le cui carte consentiranno di mantenere viva la memoria di uno dei principali operatori creditizi del territorio, gettando nuova luce sulle dinamiche di sviluppo economico e finanziario del Friuli nella fase della ricostruzione postbellica e negli anni del ‘miracolo economico’. L’operazione, frutto della proficua collaborazione tra l’Università di Udine, la Fondazione Friuli e la Soprintendenza archivistica, si inserisce all’interno di un più ampio progetto volto alla salvaguardia, al riordino e alla valorizzazione degli archivi d’impresa friulani, i cui documenti risultano fondamentali per sviluppare nuovi progetti di ricerca scientifica e ampliare le conoscenze sulla storia economica della nostra regione”.
“Nei documenti conservati dalle banche e risalenti anche all’800 possiamo leggere la storia economica e sociale delle nostre comunità – ha detto il presidente Morandini –. Negli ultimi trent’anni il processo di acquisizione e di aggregazione che ha interessato il tessuto creditizio locale rischia di disperdere un importante patrimonio storico, che ora, grazie a questo accordo, intendiamo salvare, catalogare e lasciare alle future generazioni. Questa collaborazione, poi, crea un’interessante opportunità per gli studenti per maturare una esperienza operativa, affiancati da una istituzione prestigiosa come la Soprintendenza, utile al loro percorso formativo”.
“La Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia – ha dichiarato il soprintendente Caburlotto – presta particolare attenzione da tempo agli archivi dell’industria e dell’attività produttiva in generale, che testimoniano attraverso le loro diverse voci, comprese quelle degli archivi sindacali, non solo la storia economica della regione, ma anche quella sociale, fatta di tradizione e di innovazione, di sviluppi e di crisi, che coinvolgono tanto i lavoratori che gli imprenditori. In questo contesto si situa la storia degli istituti bancari, di cui è complesso ricostruire il quadro storico non solo per la parcellizzazione degli archivi, ma soprattutto per i successivi assorbimenti che hanno coinvolto gli istituti più piccoli, a loro volta spesso punti di riferimento per la vita, non solo economica, del territorio. Il compito della tutela del patrimonio archivistico, attraverso la valutazione della parte d’interesse degli archivi che verranno rintracciati, tolte le sezioni meramente di dettaglio, l’indirizzo per il loro riordinamento e la possibilità del contributo economico del Ministero della Cultura attraverso la preliminare dichiarazione d’interesse, si affianca alla capacità di mettere in rete e di concentrare e poi valorizzare questo patrimonio da parte della Fondazione Friuli e a quella di studiarlo scientificamente, sotto il profilo economico e storico, dell’Università di Udine, creando così un quadro di grande importanza per l’imprenditoria friulana: l’operazione relativa all’archivio della Banca popolare udinese, dichiarato d’interesse dalla Soprintendenza, in fase di acquisizione, per un valore simbolico, da parte della Fondazione Friuli e oggetto di studio dell’Università di Udine è il primo esempio, sul quale si preciserà e si affinerà il seguito del progetto”.