Afghanistan: scomparso dai media ma soffre di una crisi economica e sociale senza precedenti
A distanza di un anno dall’abbandono delle forze internazionali e dall’instaurazione del governo talebano in Afghanistan EMERGENCY conta più di 16.000 ammissioni negli ospedali di Kabul, Lashkar-gah, Anabah e oltre 90.000 visite in oltre 40 Posti di primo soccorso; 3.000 ammissioni solo a Kabul, dove ancora per più del 90% si è trattato di vittime di guerra. Questi i numeri dei centri ospedalieri dell’associazione in un Paese che si trova ora vicino al collasso con più di 23 milioni[1] di afgani a rischio di grave insicurezza alimentare, una crisi economica devastante, l’aumento della povertà, del bisogno di servizi essenziali e della criminalità. Ma EMERGENCY rimane e continua il suo lavoro di cura per tutti. Il 15 agosto 2021 l’Afghanistan ha assistito alla salita al potere dei talebani dopo settimane di escalation dell’offensiva. EMERGENCY con i suoi 3 ospedali, un centro di maternità e oltre 40 Posti di primo soccorso e centri di salute primaria ha continuato a lavorare per assistere i feriti, e dopo il 15 agosto è rimasta in Afghanistan testimoniando la grave situazione in cui versa il Paese. Oggi l’Afghanistan è colpito da una crisi economica senza precedenti che affama la popolazione a causa di oltre 40 anni di guerra, dei devastanti effetti del cambiamento climatico e disastri naturali, dell’isolamento e delle sanzioni internazionali, del congelamento delle riserve afgane all’estero e della conseguente crisi bancaria e finanziaria, dell’inflazione con l’aumento di circa il 50% dei prezzi di cereali e carburante. Secondo UNAMA, la Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan, almeno il 59% della popolazione necessita oggi di assistenza umanitaria, 6 milioni di persone in più rispetto all’inizio del 2021. Un aumento della povertà che EMERGENCY testimonia dall’osservatorio dei suoi ospedali e cliniche di primo soccorso e salute primaria nelle province dell’Helmand, di Kabul e del Panshir. “Con l’uscita delle forze internazionali i problemi dell’Afghanistan non sono affatto terminati. – commenta Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY – In questo anno abbiamo continuato a vedere morti e feriti tra i civili, e una popolazione stremata dalla povertà e dalla certezza di essere stata abbandonata dalla comunità internazionale. EMERGENCY rimane e si impegna a fornire la propria assistenza agli afgani come ha sempre fatto per oltre 20 anni”. A ottobre 2021 con il report “Afghanistan20” EMERGENCY ha raccontato, attraverso i dati dei suoi ospedali e le storie di staff e pazienti, vent’anni di guerra nel Paese dal punto di vista delle vittime, per il 90% civili. A distanza di un anno, la guerra si è formalmente conclusa, ma non sono sparite le vittime. “Nel nostro Centro chirurgico per vittime di guerra a Kabul – spiega Stefano Sozza, Country Director di EMERGENCY in Afghanistan – riceviamo quotidianamente feriti da arma da fuoco, da proiettili a schegge, da arma da taglio, soprattutto coltellate, da esplosioni di mine e ordigni improvvisati. Il Paese soffre le conseguenze di un lunghissimo conflitto che ha minato il suo futuro.” Sulle oltre 3.000 ammissioni nell’ospedale di Kabul da agosto 2021, infatti, le vittime di guerra rappresentano ancora il 93,5% dei pazienti. Per l’80%, oltre 2.000 casi, si tratta di feriti da arma da fuoco, ma si registrano anche feriti da armi da taglio, ricollegabili all’aumento della criminalità; per il 5% continuano a essere ammessi anche feriti da mine e ordigni inesplosi. Per il 30%, oltre 400 casi, si tratta di bambini e ragazzi con età inferiore ai 18 anni. “Spesso – continua Sozza – i bambini arrivano in gruppo feriti per l’esplosione di oggetti ritrovati a terra durante il gioco o nella spazzatura mentre rovistano alla ricerca di cibo. Si tratta di ordigni inesplosi che nelle loro mani causano ferite spesso invalidanti.” Dopo agosto 2021 sono continuati gli attentati nella capitale, in particolare attacchi terroristici ai danni di luoghi di culto e istruzione ad opera di gruppi armati o provocati da esplosioni di IED, Improvised Explosive Device, ordigni improvvisati. Secondo UNAMA nel periodo compreso tra metà agosto 2021 e metà giugno 2022 sono state 2.106[3] le vittime civili (700 uccisioni, 1.406 feriti) di attacchi riconducili a gruppi armati. EMERGENCY durante quest’anno ha gestito nel suo Centro chirurgico per vittime di guerra di Kabul 14 mass casualties. Cinque avvenute solo nel mese di aprile 2022, e le ultime quattro nella prima settimana di agosto. In totale i pazienti trattati dall’ospedale sono stati 208. Diversa la situazione nell’Helmand dove EMERGENCY è attiva con Posti di primo soccorso e con il proprio centro a Lashkar-gah, uno degli epicentri degli scontri prima che la guerra terminasse. Ora la situazione è cambiata ed EMERGENCY continua a formare il proprio personale nell’ottica di un adattamento al contesto e ai bisogni emergenti degli afghani. “Il numero di vittime di guerra è diminuito in alcune aree, ma sono emersi anche altri bisogni: nel Centro chirurgico di Lashkar-gah – continua Sozza – abbiamo aperto i criteri di ammissione anche alla traumatologia civile e da agosto 2021 a oggi abbiamo ricevuto per oltre il 40% bambini con età compresa tra i 6 e i 14 anni vittime di incidenti di vario genere. Con l’aggravarsi della crisi economica emergono nuovi bisogni sanitari che evidenziano una generale difficoltà nell’accesso alle cure a causa delle condizioni in cui versa la popolazione”. Se a Kabul permane un livello di insicurezza e violenza sempre molto alto, come testimoniano le ammissioni del Centro chirurgico di EMERGENCY, e a Lashkar-gah la fotografia è cambiata sostanzialmente dopo agosto 2021, “nella Valle del Panshir, una delle zone più tranquille del Paese negli ultimi 20 anni, la situazione a livello di sicurezza – con alcuni attacchi e massiccia presenza di forze armate – sembra essere addirittura peggiorata. L’ospedale di Anabah continua la propria attività, in un contesto in cui la popolazione è allo stremo e le necessità sanitarie rimangono sempre alte.” – conclude Sozza. In risposta al terremoto di magnitudo 5.9 che il 22 giugno ha coinvolto la provincia di Paktika, nel sudest del Paese provocando più di mille morti, EMERGENCY ha allestito una clinica da campo nell’area di Barmal, epicentro del sisma. In poco più di un mese di attività, ha garantito cure a oltre 4.500 persone, tra prima assistenza ai feriti e visite a pazienti con crisi ipertensive, in stato di shock o con infezioni, anche casi di colera, a causa della contaminazione delle acque e della scarsa igiene. A fine luglio 2022, passata la fase emergenziale, l’intervento si è concluso con un passaggio di consegne alle autorità locali.