Ambiente. audizioni in IV commissione: tutela del Fvg attraverso i “contratti fiume”
I contratti di fiume (Cdf) sono strumenti di programmazione per la tutela, la gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale. Lo spiega bene il decreto legislativo 152/2006. Rientrano nella definizione anche i contratti di lago, di costa, di acque di transizione, di foce, di risorgiva e di falda. La Regione Friuli Venezia Giulia li prevede per legge dal 2015 (Lr 11/2015).
L’adesione alla Piattaforma nazionale dei contratti di fiume, nonché Cdf esistenti e in corso di realizzazione in Friuli Venezia Giulia, guardando anche alla laguna e alla costa, sono stati gli argomenti portati all’attenzione della IV Commissione consiliare da Giulia Massolino (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) e Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), e che il presidente Alberto Budai (Lega) ha deciso di approfondire con l’assessore alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, con i responsabili del tavolo regionale dei Cdf, dei contratti di laguna e di fiume Roiello, Natisone, Livenza, Judrio, Torre, Noncello, Cormor, Malina e Corno, delle associazioni promotrici dei Cdf Amici del Roiello, Parco del Natisone, Judrio e Guardiani del Torre e, infine, con l’Università di Udine.
Proprio dall’Ateneo friulano è emerso che al momento si parla di sette Cdf, tra attivi e prossimi all’attivazione, “ma soprattutto ci sono quattro nuovi territori (Torre, Corno, Malina e foce dell’Isonzo) che chiedono contratti di fiume. Oggi sono interessati 68 dei 216 Comuni del Fvg: 10 nel Pordenonese, altrettanti nel Goriziano e 48 nell’Udinese”.
Gruppo Pd, linea contributiva per dare attuazione
«I contratti di fiume, nati dal basso grazie all’azione di associazioni e amministrazioni locali, sono strumenti importanti di pianificazione e partecipazione cui è necessario dare progressiva attuazione attraverso contributi dedicati». Lo affermano i consiglieri regionali Nicola Conficoni, Manuela Celotti, Francesco Russo e Massimiliano Pozzo (Pd), a margine dell’audizione in merito alla sottoscrizione dell’accordo di adesione della Regione alla piattaforma nazionale dei contratti di fiume e per approfondire il quadro relativo ai contratti di fiume già esistenti o in corso di realizzazione in regione.
Secondo Conficoni, «è giunto il momento che la Regione non si limiti a incentivare la sottoscrizione dei contratti di fiume ma ne promuova la concreta attuazione, modificando la norma esistente e attivando una linea contributiva dedicata, come richiesto anche dalle amministrazioni comunali». Celotti sottolinea innanzitutto il ruolo delle associazioni che «con un lavoro partito dal basso sono state in grado di sensibilizzare gli amministratori locali che a loro volta si sono impegnati in un lavoro che guarda alla sicurezza e all’ambiente. Da queste basi la Regione avvii ragionamenti che vadano in questa direzione e istituisca quindi la necessaria linea di finanziamento». Secondo Russo «la straordinarietà di questo strumento ci ha portato anche a pensare a un analogo contratto di costa così come abbiamo proposto e approvato nell’ultima legge finanziaria, perché crediamo che anche i danni delle recenti mareggiate non si possano affrontare con interventi spot e momentanei che, per quanto possano essere celeri, sono privi di una una strategia condivisa, l’unica che potrà dare vera efficacia agli interventi». Infine Pozzo sottolinea come «attraverso questo strumento si può dare la necessaria spinta per la progettazione, la pianificazione e soprattutto la partecipazione attiva della popolazione e del territorio che spesso, in altri progetti, è venuta a mancare. Si pensi inoltre ai contratti di fiume anche per il Tagliamento: serve un ragionamento serio sulla possibilità di utilizzare questo ottimo strumento per affrontare questioni delicate».
L’acqua come bene comune, giusto ascoltare le proposte e le richieste di associazioni ed enti locali
“Oggi in Commissione Ambiente del Consiglio Regionale ci sono state le audizioni relative ai “Contratti di fiume” in regione. L’audizione sollecitata anche da noi di Open Sinistra FVG era volta ad ascoltare le proposte e le richieste di quelle associazioni di volontariato ed enti locali che con autentico idealismo civile si pongono a tutela dei corsi d’acqua per una pianificazione condivisa e rispettosa.
È indubbio che sono necessarie più risorse da parte della Regione. È importante però coinvolgere anche gli imprenditori. Ad esempio sarebbe essenziale coinvolgere le società titolari delle concessioni idroelettriche che controllano le captazioni delle acque in montagna per definire i contratti di fiume in Carnia, che davvero permettano il controllo del minimo flusso vitale dei corsi d’acqua. Se il “contratto di laguna” in essere a Marano avesse coinvolto anche gli imprenditori non avremmo assistito a quell’autentico psicodramma regionale che è stato il progetto di nuove acciaierie in laguna. Se infine ci fosse un “contratto di lago” relativo al Lago dei tre Comuni, che coinvolgesse anche A2A, le problematiche della sua tutela sarebbero da tempo condivise. I Contratti di Fiume sono uno strumento potenzialmente efficace ma tutti, a incominciare dall’Assessorato, e dagli imprenditori devono riconoscerne la valenza aldilà delle parole. Intendiamo sostenere la presentazione di una proposta di legge al riguardo”. Così si è espresso Furio Honsell Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG.
Assessore Scoccimarro: “per ogni euro investito a favore dei fiumi c’è un ritorno economico di 37 euro”.
L’assessore Scoccimarro, invece, ha illustrato un’analisi che vede “per ogni euro investito a favore dei fiumi un ritorno economico pari a 37 euro”. “L’Amministrazione regionale – ha quindi aggiunto – nel 2023 ha stanziato per la stesura e la sottoscrizione dei Cdf più di 400mila euro, mentre nel 2018 la cifra era di circa 20mila euro”. L’assessore ha poi evidenziato che “è interesse della Regione avviare un processo uguale anche per la gestione del fiume Tagliamento, vista la complessità della partita in atto, con il coinvolgimento dei Comuni rivieraschi che sono già stati informati, tramite un’assemblea pubblica, delle nuove opere previste dalla pianificazione di bacino”.