Approvata in Ue in via definitiva la Nature Restoration Law, il regolamento europeo a tutela dell’ambiente

Ieri il Consiglio dell’Unione Europea, l’istituzione che riunisce i ministri dei paesi membri in base alla materia di discussione, ha approvato in via definitiva la Nature Restoration Law. Si tratta di un importante regolamento per la tutela dell’ambiente che rientra nel Green Deal, cioè l’ambizioso piano europeo per il clima. Le istituzioni europee ci hanno lavorato da oltre due anni, tempi lunghi, soprattutto perché la legge ha avuto un percorso molto complicato a causa delle resistenze di molti partiti e paesi. A questa votazione l’Italia meloniana che da perfetto giano bifronte a parole è europeista ma poi nei fatti si schiera con le forze più retrive in punta di nazionalismo miope, infatti l’Italia ha votato contro al provvedimento (sapendo che alla fine sarebbe passato ma potendo così gridare allo scandalo) insieme a Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia. Il Belgio si è astenuto. Le nuove regole prevedono l’obbligo di ripristinare le condizioni naturali in almeno il 20 per cento della superficie terrestre e marina dei territori dell’Unione entro il 2030 (e il 30 per cento di territori selezionati), in modo da impedirne lo sfruttamento commerciale; prevedono anche di estendere gradualmente la tutela a tutti gli ecosistemi scelti entro il 2050. Saranno direttamente applicabili ai paesi membri dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione. Si tratta di una norma resa necessaria dall’aggressività della speculazione che non si fa alcuno scrupolo nel violentare territori e bellezze naturali in nome non del progresso ma del profitto (basti pensare ai “parchi” fotovoltaici che occupano centinaia di ettari di terreno agricolo). In realtà nonostante la Nature Restoration Law sia un regolamento importante e tra i primi del suo genere, i suoi obiettivi sono ritenuti molto meno ambiziosi rispetto alla versione iniziale proposta della Commissione Europea nel 2022, e sono il risultato di notevoli compromessi al ribasso. La proposta aveva trovato forti resistenze soprattutto nei partiti europei di destra, secondo i quali avrebbe comportato troppi vincoli per il settore agricolo e infine l’aumento dei prezzi dei generi alimentari: Vannia Gava, la viceministra italiana dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, della Lega, ha detto che anche la sua versione definitiva è «assolutamente non soddisfacente, perché la normativa aumenta gli oneri amministrativi ed economici per il settore agricolo». Nonostante si tratti comunque di un provvedimento importante c’è da registare che i media nazionali non hanno dato notizia in maniera efficace relegndo la notizia a quelle non di primo piano. Localmente la notizia è quasi sparita se non fosse per una breve dichiarazione dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier, secondo cui: “ la Nature Restoration Law è una norma che produrrà impatti preoccupanti sul settore agricolo”. Di parere opposto Furio Honsell Consigliere regionale di Open Sinistra FVG. Secondo cui “la legge UE è un grande risultato che permetterà di arginare il criminale consumo di suolo che purtroppo non conosce rallentamenti. È una vergogna però che il nostro Paese abbia espresso voto contrario, prosegue Honsell. La Nature Restoration Law è una risposta anche al tema della gestione dei fiumi in quando impone di rimuovere barriere artificiali al flusso superficiale delle acque. Ben altro dunque della faraonica traversa di Dignano. Prevede attenzione speciale agli ecosistemi urbani. Ben altro dunque della nuova sede della Protezione Civile a Udine a interrompere uno dei corridoi verdi del piano regolatore che era stato approvato durante il periodo nel quale ero Sindaco. Il rischio di scomparsa di biodiversità è molto concreto. Questa legge impone finalmente con urgenza di affrontare questo tema vitale per il nostro futuro” conclude il Consigliere regionale di Open Sinistra FVG.