Azzeramento della Film Commission “assorbita” dalla più controllata PromoturismoFVG. Avanzano le logiche in stile Min. Cul. Pop?
“In questo Assestamento abbiamo deciso di proporre la modifica della legge 21 del 2006 per adattarla alle attuali esigenze del mercato cinematografico e audiovisivo. L’obiettivo è quello di iniziare un percorso che porterà al trasferimento a PromoTurismoFVG di tutte le competenze e attività che per molti anni sono state gestite in modo brillante dall’Associazione FVG Film Commission. Con questo provvedimento prevediamo anche la possibilità di adeguare la pianta organica di PromoTurismoFVG al fine di consentire l’ingresso delle elevate competenze professionali necessarie per lo svolgimento dell’attività”. L’annuncio con nonchalance in videoconferenza da parte dell’assessore al Turismo, Sergio Emidio Bini, durante l’illustrazione in Consiglio regionale degli emendamenti al disegno di legge 147 “Misure finanziarie intersettoriali”. “Fin dall’inizio della sua attività – spiega Bini – la Film Commission ha valorizzato il territorio regionale attraverso la realizzazione di opere cinematografiche e audiovisive. Il Friuli Venezia Giulia è diventato un modello da seguire grazie alle numerose produzioni che in questi quindici anni hanno scelto la nostra Regione per la realizzazione di film e fiction”. “Sono evidenti le ricadute positive per il territorio sia dal punto di vista economico che promozionale per l’intero Friuli Venezia Giulia anche a livello internazionale. Il sistema italiano delle Film Commission si è però nel frattempo evoluto – aggiunge l’assessore -. La maggior parte di queste realtà ormai opera come fondazione pubblica o comunque in forme che consentono un loro controllo pubblico. È per questo motivo che, su richiesta della stessa Associazione Fvg Film Commission, è stato fatto un approfondimento per individuare le migliori forme giuridiche che consentano di migliorare ancora il servizio offerto”. “Si è così deciso di aumentare le sinergie e i livelli di collaborazione tra Film Commission e PromoTurismoFVG, nella convinzione – sottolinea Bini – che molte delle attività oggi svolte direttamente da personale dell’Associazione possano essere potenziate attraverso l’utilizzo di alcune funzioni già presenti nell’Ente regionale”. “Grazie alla razionalizzazione delle spese di funzionamento fino al 2023, con le misure introdotte in questo Assestamento garantiamo la prosecuzione delle residue attività di Film Commission. Con l’emendamento presentato oggi spostiamo infatti 975mila euro a favore di PromoTurismoFVG, destinando 50mila euro – conclude l’esponente della Giunta – per le spese che l’associazione dovrà sostenere in questo periodo transitorio”. Fin qui la posizione dell’assessore, ma alcune considerazioni paiono legittime, appaiono risibili le motivazioni di questo accorpamento di una struttura presente in tutte le realtà regionali italiane . Se come dice l’assessore la Film Commission ha valorizzato il territorio regionale attraverso la realizzazione di opere cinematografiche e audiovisive facendo diventare i Friuli Venezia Giulia un modello” perchè smantellarlo? Non è che passando a PromoturismoFvg il controllo passa di mano dalla cultura alle attività produttive? Non è che siamo dinnanzi ad un distorto uso dell’autonomia speciale del Fvg che vuole marcare la differenza dalle altre regioni in logica da ridicolo staterello? Non è che il già pressante controllo operato politicamente, annullandone l’autonomia, non fosse sufficiente? Basti ricordare la vicenda del film di Marco Bellocchio “la Bella addormentata” che si vide negare il finanziamento nel 2011. Ricordiamo sommessamente che le 20 Film Commission sono riunite nell’Associazione Italian Film Commissions che rappresenta un riferimento per le produzioni nazionali e internazionali, gli investitori, gli autori, gli operatori professionali e le istituzioni del cinema e dell’audiovisivo. La sensazione e che la giunta Fedriga, sempre che lo stesso Fedriga se ne stia rendendo conto impegnato com’è sui livelli romani, stia operando in maniera disinvolta su molte questioni e che la situazione democratica rischi di sfuggire di mano. Sanità allo sfacelo, Cultura con derive censorie e ora le sgrinfie dell’attività produttive sulla Film Commission che annullerà definitivamente quella minima autonomia culturale residua. Noi saremo prevenuti, ma queste domande sorgono spontanee. Forte è la sensazione che siano sempre più presenti derive in stile Min. Cul. Pop., la denominazione abbreviata con la quale era indicato il ministero della Cultura popolare in “era” fascista che, con tallone di ferro, cercò di schiacciare la libera espressione delle arti.