Bene che De Toni capisca di non essere il “podestà”, ma che la “rivolta” in maggioranza nasca su una poltrona è cosa triste
Sarebbe certamente una fuga in avanti parlare di crisi per il Comune di Udine dopo la contestata assegnazione “contro natura” della poltrona nel Cda della partecipata Arriva Udine, ma che il sindaco Felice De Toni comprenda che essere primo cittadino in democrazia non vuol dire fare il “podestà”, sarà cosa buona e giusta. Se poi verrà fuori che altri sapevano e hanno fatto finta di nulla il quadro di una maggioranza incapace diventerà defragrante. Già da tempo come FriuliSera dinnanzi a scelte ed orientamenti del Comune di Udine, abbiamo sostenuto che non si coglieva quella piena discontinuità dalla giunta di centrodestra di Fontanini che ci si auspicava e aspettava e per la quale, in tanti udinesi, avevano votato fiducia al centrosinistra. Ricordiamo sommessamente alla coalizione che sostiene l’happy sindic che i voti non sono diamanti, non sono per sempre. Non bastano alcune iniziative positive e la semplice rottura con l’immobilismo del passato per fidelizzare i cittadini. Le iniziative devono essere efficaci e di qualità e sinceramente alcune iniziative intraprese sono imbarazzanti. Basti pensare alla vicenda della “sicurezza partecipata” probabile inutile baraccone nato per inseguire temi e metodi cari alla destra, quando invece quello che servirebbe semplicemente avere più forze dell’ordine in strada, presidi soprattutto nelle ore “critiche”. Vogliamo parlare poi della presa in giro degli asili nido pubblici che nella narrazione, magicamente, restano tali anche se passano a privati o la gestione o meglio la non gestione del tema migranti, minori e non, o alla trovata dei posti letto per senzatetto a scadenza come lo yogurt. Anzi a tale proposito sarebbe bello sapere che fine hanno fatto i 23 ospiti dopo che martedì scorso è scaduta la convenzione con Caritas da 50mila euro per l’asilo notturno nel quartiere Aurora. La lista potrebbe essere lunga, ma quello che vogliamo rilevare, con una punta di amarezza, è che è su una poltrona che si è creata la mobilitazione contro quello che appare un sindaco dai comportamenti snob sempre più simile al marchese del Grillo. Insomma se in gioco sono giacigli per poveri cristi o culle per bimbi, nulla accade, se invece è in gioco un posticino comodo (e ben retribuito) in un Cda, ecco che si reagisce. Che dire, non è questo il campo progressista che ci piace.
FF