Bilancio: Gruppo Pd, luci e ombre su stanziamenti in Sanità
«Gli oltre 3,5 miliardi sulla Salute sono una cifra mai vista prima, che certamente dà delle risposte al sistema, ma accanto alla manovra finanziaria, il nodo cruciale sarà incentrato sulle linee per la gestione, non ancora approvate dalla Giunta». Lo affermano i consiglieri regionali Nicola Conficoni, Laura Fasiolo, Manuela Celotti e Francesco Martines (Pd) a margine della seduta della 3ª commissione riunita per l’esame delle parti di competenza del bilancio 2025.
Secondo il consigliere Conficoni, «sul principale nodo che affligge il sistema sanitario pubblico, ossia la carenza di personale, la Giunta agisce con ritardo, inseguendo le proposte che il Partito democratico ha avanzato dall’inizio della Legislatura per fidelizzare i professionisti in fuga e attrarne di nuovi, aumentando le retribuzioni e favorendo il benessere aziendale. Ebbene Riccardi e la maggioranza di centrodestra dopo avere bocciato con sdegno i nostri emendamenti, prima hanno introdotto una norma che supera il tetto statale alla spesa per il personale sanitario e ora, con questo bilancio, stanziano 27 milioni per azioni incentivanti, proprio quello che avevamo chiesto lo scorso anno. Oltre a inseguirci tardivamente sulle risorse umane, Riccardi ha pure affermato la necessità di attuare una riforma del sistema a più ampio respiro. Da queste dichiarazioni sono passati molti mesi, ma non capiamo quali saranno gli effetti di queste misure annunciate all’interno del bilancio 2025».
La consigliera Fasiolo, ha sottolineato la «necessità di investire nel superamento degli ambulatori sperimentali di assistenza primaria (Asap) e dare forza alle case di comunità. La situazione di grave carenza dei medici di medicina generale ha ormai assunto dimensioni emergenziali e la toppa temporanea messa dalla Regione attraverso le Asap non è più sostenibile. È giunto il momento di superare il modello degli ambulatori sperimentali, che ha dimostrato di dare risposte insufficienti ai bisogni dei cittadini, si inizi invece a investire seriamente sulla formazione di nuovi medici di base e sul sostegno concreto di quelli in attività». E ancora, Fasiolo ha chiesto «maggiore attenzione per le fasce deboli e degli anziani, dall’informazione sulle possibilità date dall’intramoenia, alla semplificazione introdotta con la digitalizzazione: serve attenzione sugli anziani soli ed è quindi necessario sostenere con forza le azioni riguardanti la telemedicina. Positiva, infine, l’attenzione riservata al fondo antiviolenza a difesa delle donne e a sostegno della sicurezza, dell’ambito lavorativo delle donne protette, dei figli che abbiano assistito a violenze domestiche».
A esprimere soddisfazione per le azioni in ambito sociale è la consigliera Celotti: «Apprezzabile è lo stanziamento di due milioni di euro per i piani di zona, che finalmente vediamo nella norma finanziaria, perché se l’obiettivo è quello di rilanciare la sanità territoriale allora bisogna risolvere il nodo dell’integrazione fra sociale e sanità, ragionando insieme con i sindaci e il terzo settore». E ancora i nove milioni stanziati per l’inclusione, ma «soprattutto per la partenza del tavolo regionale per l’inclusione, che insieme ai piani zona sono due strumenti fondamentali per definire, insieme al terzo settore, gli interventi da mettere poi a terra nei diversi contesti». Riguardo alle case di comunità, continua la consigliera dem, «visto che si prevede la riattivazione dei piani di zona, auspichiamo che ci sia anche l’intenzione di inserire all’interno di questo ragionamento anche l’organizzazione da sviluppare su ogni territorio».
Celotti ha inoltre proposto un emendamento sull’emersione delle donne vittime di violenza e di supporto alle donne in generale, il finanziamento a centri di ascolto e di supporto psicologico attualmente gestito dai Comuni. Infine sottolinea la «necessità di un potenziamento delle misure, anche non assistenziali, a favore delle famiglie in difficoltà».
Secondo Martines «rappresenta un buon segnale il fatto che si stia andando verso il concetto di meno ospedale e più territorio, spostando risorse su servizi volti alla domiciliarità e ai caregiver. Va riconosciuta la sensibilità verso la disabilità e la direzione presa per il contrasto alla povertà». Martines ha posto un interrogativo sulle «molte risorse messe sugli investimenti, ma resta da capire se poi nelle aziende sociali ci sono le capacità di sviluppare questi investimenti, importanti non solo per le strutture ma anche per le infrastrutture tecnologiche. Non vorrei che anche nelle aziende si verifichi quanto accade negli enti locali, dove pur in presenza di grandi risorse manca la capacità di metterle a terra». Anche sulla prevenzione, continua, «vediamo attenzione, ma è necessario garantire un ruolo determinante nel percorso che va intrapreso per migliorare il livello di servizi che dobbiamo offrire ai cittadini». E ancora, sulle case di comunità «è necessario un piano regionale che individui i luoghi su dove realizzarle» e infine, riguardo al modello hub e spoke «va chiarito e condiviso il percorso che la Giunta intende perseguire, proprio per metterci nelle condizioni di comprendere la direzione che si vuole seguire».