Bocciata dalla maggioranza del Consiglio regionale la mozione per ottenere un dibattito pubblico sui progetti per le piene del Tagliamento

In Consiglio regionale bocciata la mozione 83 che chiedeva “un dibattito pubblico e un percorso partecipato per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico lungo il corso del fiume Tagliamento”, proposta come prima firmataria da Rosaria Capozzi (M5S), e siglata anche da Massimo Moretuzzo, Enrico Bullian e Giulia Massolino (Patto-Civica), Diego Moretti, Andrea Carli, Manuela Celotti, Nicola Conficoni, Roberto Cosolini, Laura Fasiolo, Francesco Martines, Massimo Mentil, Massimiliano Pozzo e Francesco Russo (Pd), Marko Pisani (Ssk), Serena Pellegrino (Avs) e Furio Honsell (Open).

La richiesta si rifà alla delibera di Giunta numero 530 sugli interventi per mitigare i rischi idrogeologici, tenuto conto degli aggiornamenti del Piano di gestione del rischio alluvioni (in sigla Pgra), in base alle richieste di ulteriore aggiornamento per decreto del segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi orientali.

Tale aggiornamento riguarda le tabelle che prevedono la costruzione di una traversa laminante con luci mobili e paratoie piane, in adiacenza al ponte di Dignano, per un bacino di espansione delle acque. I consiglieri di Opposizione – in base alle richieste di verifica da parte della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale e alla necessità di condivisione delle procedure, in ottemperanza a quanto previsto dalle norme, anche valutando gli oneri di spesa previsti – intendono impegnare il presidente e la Giunta regionale a indire un dibattito pubblico in fase di elaborazione dei progetti “con l’obiettivo di individuare gli interventi più efficaci per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico per le popolazioni rivierasche e tutelare la naturalità del fiume”.

Si chiede inoltre che il Pgra sia anch’esso sottoposto a Vas, considerando che “che le nuove opere risultano di natura significativamente diversa dalle precedenti”. I proponenti hanno impegnato infine la Regione a ritirare la delibera 530, approvata l’11 aprile scorso. Alla presentazione della mozione è seguito un ampio dibattito in aula, mentre all’esterno del palazzo di piazza Oberdan alcuni cittadini avevano indetto una manifestazione di protesta contro l’intervento sul Tagliamento.

Rosaria Capozzi, nell’illustrare la mozione, ha ringraziato i comitati presenti definendo il progetto “un’opera imponente con una colata di cemento immane. Il Tagliamento è un esempio e un modello da seguire, unico in Europa senza barriere”. La consigliera ha ricordato che “si tratta di un progetto bocciato da gruppi di studiosi per incompatibilità morfologica”.

“Durante il presidio pacifico dei comitati ‘Assieme per il Tagliamento’ e ‘Tagliamento Libero’ che si battono contro le opere di laminazione sul Fiume Tagliamento, l’assessore Scoccimarro si è fermato a parlare con alcuni di loro ma invece di ringraziarli per il loro impegno in difesa del nostro territorio e delle popolazioni che abitano vicino al Tagliamento, li ha insultati”. A denunciare quanto accaduto è la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Rosaria Capozzi che era presente al battibecco tra l’Assessore all’Ambiente e i Comitati che vogliono difendere il Tagliamento prima che la maggioranza bocciasse una mozione di cui era prima firmataria.

“Abbiamo chiesto il ritiro della Delibera con cui la Giunta ha approvato l’avvio della progettazione di quest’opera impattante, forti delle posizioni espresse da illustri studiosi e delle posizioni pubblicamente assunte dai Comuni di Spilimbergo e Dignano, governati dal centrodestra. Quest’oggi alcuni rappresentanti dei comitati che lottano contro la Traversa laminante di Dignano sono intervenuti a Trieste per assistere alla discussione della mozione presentata dalle forze di opposizione con cui si chiedeva il ritiro della Delibera della Giunta Regionale approvata l’11 aprile 2024, che però è stata bocciata”.

“Con questo atto la Giunta Fedriga su proposta di Scoccimarro ha approvato il documento preliminare alla costruzione di una traversa laminante con luci mobili a paratoie piane, adiacente al ponte di Dignano per la creazione di un bacino di espansione in linea, in alveo attivo. Da parte di un rappresentante delle istituzioni è inaccettabile un simile comportamento nei confronti di cittadini che pacificamente esprimono una posizione in contrasto con la sua. Capiamo l’imbarazzo della Giunta, viste tutte le contraddizioni intervenute, ma questo non legittima insulti per cui pretendiamo delle scuse pubbliche”.

Anche per Furio Honsell questa ipotesi ha suscitato “moltissima preoccupazione nella cittadinanza, che ne ha ben compreso l’impatto sull’ambiente”. Per l’esponente di Open Sinistra Fvg è necessario “costruire queste iniziative assieme ai cittadini: interventi così importanti non possono violare le norme europee sulla tutela dell’ambiente”.  “Oggi in Consiglio Regionale come Open Sinistra FVG. abbiamo sostenuto la richiesta della popolazione e dei comitati affinché la Giunta Regionale ritiri la delibera n. 530 dell’11 aprile 2024 che prevede la realizzazione di un’opera faraonica a nord del ponte di Lignano per contenere le piene del Tagliamento. Il progetto è pericolosamente vago e va contro la nuova legge europea Nature Restoration Law, approvata il 17 giugno. Con particolare brutalità, anche nei confronti dei cittadini intervenuti numerosi a manifestare contro la delibera, la maggioranza ha voluto mantenere la pericolosa ambiguità del progetto.”

Per Serena Pellegrino “è necessario che la Regione renda pubblico ciò che intende fare per mitigare le piene del Tagliamento, portando il progetto all’attenzione dei territori, anche per evitare scontri con gli amministratori locali e la popolazione”.   “Un dovere quello del pubblico dibattito – riprende Pellegrino – che l’assessore Scoccimarro afferma di rispettare, ma poi bisogna fare una gran fatica affinché sia tradotto in pratica, e non è detto che ci si riesca. Oggi auspicavamo che fosse formalizzato dall’assessore all’Ambiente l’impegno a portare in Commissione e tra la cittadinanza il dibattito sul progetto di mitigazione delle inondazioni alla foce del Tagliamento. Ma la richiesta di indire un dibattito pubblico non è stata accolta, perché la procedura di VIA, come ha dichiarato Scoccimarro, già lo prevede e inoltre la traversa laminante di Dignano non rientra tra le opere per le quali la legge impone il dibattito pubblico.” Precisa Pellegrino: “Uso la parola mitigare, perché come sempre è di questo che si tratta, mai di fare un responsabile passo indietro e ammettere che abbiamo superato la soglia e che è indispensabile, oltre che assolutamente possibile, accordare le urgenti esigenze di garantire sicurezza e benessere alle popolazioni e il rispetto della naturalità del fiume e dell’ambiente che attraversa nel suo cammino. Invece ogni scelta è finalizzata a mantenere lo status quo cercando, attraverso le opere di mitigazione, di arginare – in questo caso il verbo è quanto mai appropriato – le piene del fiume Tagliamento, dovute anche ai repentini cambiamenti climatici che ormai sono sotto gli occhi tutti e che nemmeno i più scettici e radicali negazionisti possono più mistificare.”  Prosegue Pellegrino: “Quella porzione di territorio, ovvero il comune di Dignano, ha già subito il forte impatto di un’opera che denunciai già anni fa quando, chi sedeva in Giunta, si ostinò a portare avanti una variante che sventrò per quasi due chilometri il territorio, realizzò una strada in una galleria artificiale, intervenendo in un’area ad altissimo rischio idrogeologico per innestarsi in quello che oggi – finalmente –è stato definito un ponte vetusto e pericoloso. Ponte sul quale, qualche settimana fa, abbiamo saputo si prevede il transito dei mezzi pesanti che, usciti dall’autostrada di Gemona, potranno utilizzare il nuovissimo tracciato che devasterà la zona collinare di Fagagna, Moruzzo e Colloredo. Valutando questo contesto, se la Giunta continuasse a procedere con il nuovo progetto, che i consiglieri non hanno potuto considerare perché non dispongono nemmeno di una bozza, si ritroverà inevitabilmente a dover affrontare un aspro scontro con i territori interessati.”

“I sindaci hanno visionato lo studio preliminare, ma si sono riservati di approfondire e capire meglio la natura degli interventi”, così la dem Manuela Celotti durante il suo intervento. Della necessità di un dibattito pubblico ha parlato anche il collega di partito Massimiliano Pozzo, secondo il quale “senza coinvolgimento dei cittadini, sarà molto arduo portare avanti il progetto. Temo – ha continuato Pozzo – che con quest’opera vi scontrerete con tutti, senza risolvere il problema del rischio di inondazioni”. «I proclami del centrodestra, da quelli del viceministro Gava a quelli dell’assessore Scoccimarro, sulle modifiche al piano di gestione del rischio alluvioni sul Tagliamento, con la loro approssimazione e vaghezza non stanno portando da nessuna parte». Prosegue il consigliere Pozzo (Pd) a margine della discussione sulla mozione che chiedeva di avviare un dibattito pubblico e un percorso partecipato per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico lungo il corso del fiume Tagliamento.  A Latisana, ricorda Pozzo «la Giunta ha dichiarato che l’intervento di Dignano è migliore di quello di Pinzano e che ora siamo a un passo da opere importanti per la messa in sicurezza. A Varmo si è parlato di casse di espansione senza mostrare agli amministratori del territorio concretamente come e dove queste dovrebbero essere realizzate, dichiarando che verrà fatto più avanti quando ci sarà il progetto. A Colloredo si è parlato dell’opera a Dignano, con una traversa a nord del ponte, ma ora si parla di un nuovo ponte e non si comprende ancora quale opera si voglia fare, dopo la delibera di giunta regionale dell’11 aprile che faceva riferimento a un intervento diverso». Secondo Pozzo, «l’approssimazione con cui si sta gestendo la questione Tagliamento, lontana da una seria condivisione con i territori e dalla doverosa chiarezza progettuale e tecnica, creerà malcontento, scontenterà tutti e non si darà soluzione al problema della messa in sicurezza. La Giunta smetta di fare il gioco delle tre carte. Ogni tanto è solo un’idea, talvolta è un progetto, qualche volta l’opera è quasi pronta per partire. Se a nord si critica un progetto, si risponde che in realtà è solo un’idea. Se a Latisana si chiede a che punto siamo, si risponde che è quasi tutto pronto per le opere. Chiediamo chiarezza su opere, risorse economiche e tempi. E chiediamo condivisione con i territori».

Nicola Conficoni si è unito agli altri esponenti delle Opposizioni nel ribadire l’attenzione verso “un grave problema per la sicurezza idrogeologica dei territori”, mentre la consigliera della Lega Maddalena Spagnolo ha definito “strano un dibattito che non tenga conto del reale rischio per le vite dei cittadini: sono dodici anni che si discute del problema, ora dobbiamo mettere in sicurezza quel territorio, e dobbiamo farlo presto”.

Markus Maurmair, di Fratelli d’Italia, ha spronato l’aula ad una seria riflessione sul grave rischio esondazioni: “Ci si è affidati a modelli idraulici evoluti, con chiare indicazioni sulla gestione delle piene. È necessario evitare vittime e danni ingenti al territorio, con forte senso di responsabilità”.

Per il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg Massimo Moretuzzo, la mozione “vuole fare un buon servizio per chiarire ai cittadini il procedimento che si vuole seguire: è corretto il richiamo al senso di responsabilità, ma non per la realizzazione di opere che non servono”.

Nella sua replica, l’assessore alla Difesa dell’ambiente Fabio Scoccimarro h a annunciato il no alla mozione da parte della Giunta, respingendo le accuse avanzate dalle Opposizioni in merito alla mancata presentazione di un progetto e alla poca chiarezza nei confronti dei cittadini. Scoccimarro ha ripercorso le tappe del provvedimento che è al vaglio, ricordando che ogni possibilità di realizzazione sarà condivisa con i territori interessati.