Bottiglie in vetro le più amate dagli europei. Si spera nel ritorno virtuoso al passato

Fra i ricordi di chi oggi ha più di 50 anni c’è l’uso diverso di quello che oggi, in pieno delirio anglofono, chiamiamo packaging pur avendo l’italiano alternative come confezione o contenitore. Ma al di là delle considerazioni linguistiche a cambiare è stato radicalmente l’approccio con i prodotti. In passato a farla da padrone era prevalentemente il vetro il cui riutilizzo non passava necessariamente attraverso il riciclo ma il riutilizzo. Bibite varie, compresa la Coca Cola, birre e acqua minerale, vedevano il reso della bottiglia come pratica consolidata ed era ben poco il vetro che finiva nel cassonetto. I contenitori in plastica e il famigerato Tetrapac erano sconosciuti o quasi. Certo vi erano  problemi di gestione logistica ma vi erano anche effetti positivi sull’occupazione. Ad esempio chi passava in viale Palmanova a Udine, dove per decenni era presente uno stabilimento di imbottigliamento della Coca Cola, vedeva quel nastro trasportatore che allineava migliaia di bottiglie all’ora, appese per il collo  “marciavano” come soldati in rigoroso schieramento, passando dalla pulizia,  alla sterilizzazione, all’imbottigliamento e infine tappatura ed etichettatura. Ma il processo era lungo, dall’acquisto al consumo si passava alla riconsegna del reso al negozio. I supermercati esistevano, ma erano l’eccezione e comunque erano di dimensione più umana e meno asettica, almeno nei rapport fra gestori  e consumatori. Era inoltre pratica comune che fossero i bambini in età scolare a portare le bottiglie vuote al punto vendita dove recuperavano i pochi spiccioli di cauzione subito “reinvestiti” in nuove bibite o dolciumi. Ma nostalgie a parte, il sistema del riutilizzo era virtuoso e toglieva volumi importanti alla spazzatura domestica con benefici ambientali innegabili. Poi la plastica, in tutte le sue forme e tipologie,  è diventata la regola industriale e il confezionamento e imbottigliamento è diventato packaging. Chi ha un minimo di dimestichezza con l’economia di casa, sa benissimo come nella differenziata è oggi proprio la plastica ad essere il sacco più pieno e voluminoso.  Anche se oggi prevalentemente riciclabile, questa prevede enormi consumi di energia per il proprio riuso. Fatta tutta questa premessa non meraviglia il dato di attenzione e preferenza per il vetro evidenziato dall’indagine indipendente InSites condotta nel 2022 tra più di 4.000 consumatori in 13 paesi europei (Austria, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Turchia e Regno Unito), studio commissionato dalla European Container Glass Federation (FEVE) per la piattaforma dei consumatori, Friends of Glass. In sostanza per 8 consumatori su 10 il vetro guarda al futuro perché garantisce sicurezza alimentare, sostenibilità e riciclabilità. In sostanza nella logica di “a volte ritornano” il vetro oggi è un materiale che guarda al futuro. Per questi motivi è stato l’unico materiale da imballaggio ad aver registrato negli ultimi tre anni una crescita media dell’8% rispetto agli altri materiali che hanno risentito di un calo tra il 24 e il 41%: l’Italia con un +13% è nella “top 5”dei risultati. I tre quarti dei consumatori europei raccomandano di acquistare prodotti confezionati in vetro, addirittura l’85% gli italiani, che sono anche, nel panorama europeo, i più “ricicloni”, con 9 su 10 che dichiarano di fare la raccolta differenziata. “Questa indagine – ha commentato Roberto Cardini, Presidente della sezione contenitori di Assovetro – dimostra che i consumatori nelle loro scelte di acquisto prediligono un packaging rispettoso dell’ambiente e sicuro per gli alimenti. Il vetro è riciclabile al 100% e infinite volte, non crea rifiuti perché tutto viene recuperato per produrre nuovi contenitori in un perfetto esempio di circolarità, rispondendo così alle aspettative ed ai bisogni di un futuro rispettoso dell’ambiente. Ormai non si legge solo l’etichetta di un prodotto, ma si tiene conto anche della sostenibilità dei contenitori”. Noi aggiungeremmo che se si tornasse anche alla pratica del recupero delle bottiglie con cauzione si realizzerebbe un altro passetto ecologico in avanti.
LA CLASSIFICA DEI PRODOTTI IN VETRO, ITALIA PRIMA PER IL VINO
Nella “top 4” delle preferenze su alimenti e bevande confezionate in vetro, ci sono i prodotti lattiero-caseari con il 65% delle preferenze a livello europeo (soprattutto in Turchia e Austria), seguiti dalle bevande analcoliche con il 54% (soprattutto in Turchia e Regno Unito), dalle salse con il 50% (Turchia e Polonia al top) e dall’olio (soprattutto in Spagna) con il 47%.
Anche in Italia questi quattro prodotti si trovano nelle prime 4 posizioni, ma è il paese, primo in Europa, a enfatizzare il binomio vetro-vino con il 44% delle preferenze contro una media europea del 32% (in fondo alla classifica la Svizzera con solo il 20% delle preferenze). Non solo vino anche la birra in vetro piace al 42% degli italiani (34% la media europea). In totale circa 6 italiani su 10 preferiscono prodotti confezionati in vetro.
IL VETRO È PER SEMPRE, CAMPIONE DI RICICLO IN EUROPA
Il vetro è considerato parte integrante di uno stile di vita sano, perché è completamente riciclabile, efficacemente riciclato in tutta Europa e sicuro una volta riciclato. 8 consumatori su 10 affermano di riciclare “sempre” o “spesso” i loro imballaggi in vetro e l’Italia, con 9 consumatori su 10, si conferma il Paese più “riciclone”. I consumatori sono anche informati: l’82% afferma di avere una buona conoscenza di come riciclare (86% in Italia). La metà degli intervistati ha anche dichiarato di acquistare di più in vetro proprio per la sua peculiarità di essere riciclato in modo più efficace e sicuro rispetto ad altri imballaggi.
LA SOSTENIBILITÀ GIUDA DEGLI ACQUISTI
Secondo il sondaggio, la salute e la conservazione del prodotto sono visti come un fattore decisivo negli acquisti di alimenti e bevande. Il campione intervistato dimostra una comprensione evoluta e ampia del concetto di sostenibilità. 6 consumatori su 10 considerano la riduzione degli sprechi alimentari, il riciclo e la tutela della salute gli elementi chiave di sostenibilità (per gli italiani c’è anche la riduzione dell’uso di plastica usa e getta non biodegradabile). Oltre un terzo dei consumatori intervistati ha dichiarato di scegliere più vetro perché inerte e perché mantiene i prodotti più sicuri e più a lungo, riducendo così gli sprechi alimentari. La richiesta di sostenibilità è rivolta anche alle Aziende: l’80% degli intervistati dichiara che le imprese hanno l’obbligo morale di utilizzare packaging sostenibili (85% in Italia) con quasi altrettanti (78%) che vorrebbero che le Aziende apponessero sulle confezioni le credenziali di sostenibilità (84% in Italia). Un prodotto confezionato in vetro riscuote più fiducia per il 65% del campione e per il 70% degli italiani. “Mentre si continua a celebrare l’Anno Internazionale del Vetro e i responsabili politici pensano a nuovi obiettivi di riduzione dei rifiuti – ha concluso Adeline Farrelly, segretario generale di FEVE – questi risultati dimostrano che i consumatori sempre di più riconoscono il vetro come un materiale da imballaggio sano e ampiamente riciclato. Come industria siamo costantemente alla ricerca di modi per innovare e per garantire che il vetro continui ad essere un materiale sostenibile su cui possiamo contare per proteggere la salute nostra e quella del pianeta”. (fonte dati Aise)