Burlo verso l’estinzione? Con il trasferimento a Cattinara non è piu’ garantita la netta separazione tra i bambini e i pazienti adulti
Con la ripresa dei lavori di ristrutturazione di Cattinara è stato dato giusto risalto all’insensato abbattimento della pineta, ma è passato in secondo piano un altro grosso problema, il futuro del Burlo Garofolo, in quanto il trasferimento a Cattinara pare segnarne inesorabilmente il destino.
Uno dei punti ritenuti qualificanti per lo spostamento del Burlo a Cattinara era la garanzia che mai vi sarebbe stata una commistione tra bambini e pazienti adulti. La separazione rigorosa dei percorsi di cura dei bambini da quelli per gli adulti è stata da sempre ritenuta una condizione imprescindibile per l’allocazione dell’ospedale materno-infantile a Cattinara.
Questo vincolo è stato tolto nell’ultima variante del progetto, che prevede le degenze e i servizi del Burlo frazionati in diversi edifici del nuovo colosso ospedaliero e che di fatto apre la strada alla commistione tra bambini e pazienti adulti. Con tutte le conseguenze che ciò comporta.
Non credo che si arriverà a mettere la neonatologia vicino, ad esempio, alla geriatria, anche se l’attuale Giunta ci ha abituato a tutto, però la promiscuità tra bambini e adulti suscita forte preoccupazione per vari motivi, anche riguardo alla sicurezza. Finora episodi di violenza e insofferenza hanno interessato per lo più Cattinara, ma quando il Burlo avrà aree adiacenti, comunicanti, percorsi comuni, i bambini insieme ai genitori potrebbero esserne coinvolti.
Qualche timore suscita anche l’organizzazione, infatti se un giorno, come ora succede quotidianamente, non ci saranno letti nei reparti per adulti e tanti anziani in attesa in barella, e letti liberi nell’Istituto materno-infantile, cosa succederà?
E poi c’è il tema delle infezioni intraospedaliere, fenomeno assai allarmante, come si pensa di affrontare il problema? Non va dimenticato che la massima diffusione del Covid è avvenuta proprio all’interno degli ospedali. Cosa succederebbe in caso di pandemia con le strutture del Burlo “sparpagliate” a Cattinara?
Con questa variante del progetto, alla cui presentazione parteciparono il Presidente Fedriga e l’Assessore Riccardi, dandone quindi l’avallo politico, l’Istituto per l’infanzia cessa materialmente di esistere come entità autonoma e separata dall’ospedale degli adulti.
Una volta che reparti e servizi del Burlo saranno inseriti a macchia di leopardo nell’ospedale di Cattinara come si può pensare che strutture adiacenti siano governate da due distinte direzioni sanitarie e seguano regolamenti differenti? In nome della razionalità e del buon governo si faranno accorpamenti e fusioni e in pratica il Burlo verrà inglobato nell’ospedale degli adulti.
In un recente articolo pubblicato sul Quotidiano Sanità dedicato al Burlo l’assessore Riccardi assicura che non ci sarà nessuno smantellamento e nessun ridimensionamento dell’ospedale materno-infantile. A molti è sembrata un’excusatio non petita…
Anche perché viene in mente il ricordo di un convegno svoltosi nel giugno del 2022, con la presenza proprio dell’assessore Riccardi, dove si avanzò la tesi di un’integrazione dell’Irccs Burlo Garofolo con Asugi, ai fini di una governance aziendale con unità giuridica ed un unico bilancio. Di fatto già due anni fa si prospettava di togliere all’IRCSS Burlo lo status di azienda autonoma, passandolo sotto la direzione di Asugi.
Allora ero consigliere regionale e presentai un’interrogazione alla Giunta per conoscere se l’ipotesi di accorpamento Burlo – Asugi fosse allo studio dell’Assessorato competente. L’assessore non ha mai risposto.
Ecco i motivi per cui sembra fondato il timore che questa sia ormai la fine dell’ospedale infantile, come i triestini l’hanno conosciuto e apprezzato da oltre un secolo.
Non resta che sperare che un sussulto di dignità smuova dal torpore chi a Trieste ha il potere per impedire l’ennesimo vulnus alla nostra città.
Walter Zalukar Associazione Costituzione 32