Cammino della speranza per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza migratoria lungo la Rotta Balcanica
Una staffetta in otto tappe sulle orme delle persone migranti per affrontare il tema della Rotta Balcanica e iniziare a muoversi, non solo a commuoversi per un attimo quando— e capita sempre più spesso — si verifica una tragedia e si spezza una vita, come accaduto nelle ultime ore: l’accoglienza delle persone migranti è una scelta di civiltà in risposta a un fenomeno strutturale e non provvisorio. Questa traversata simbolica, che impegnerà una cinquantina di atleti e coprirà quel tratto di strada lungo circa 800 km dove la Rotta intercetta l’Italia (dal confine con la Slovenia alla frontiera francese, dove i profughi lasciano il nostro Paese per proseguire verso i Paesi del Nord), è promossa da Missionland, Linea d’Ombra Odv, l’Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo (ENGIM), l’Istituto Sindacale per la cooperazione allo sviluppo (ISCOS Veneto), Mamre Torino, la sezione italiana di Danish Refugee Council (DRC Italia) e Rainbow4Africa (R4A) e prende il nome da un film di Pietro Germi del 1950 che racconta la storia di un gruppo di minatori siciliani che all’indomani della chiusura della loro miniera decide di emigrare in Francia affrontando un viaggio irto di ostacoli e di durezze. La prima tappa è in programma il 15 dicembre con destinazione Portogruaro. Per tutti l’appuntamento è martedì 14 dicembre alle ore 15 in piazza della Libertà, la piazza antistante la stazione ferroviaria di Trieste che — grazie alla presenza e alle cure giornaliere che Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi con i volontari e le volontarie di Linea d’Ombra offrono alle persone che arrivano in Italia dopo aver attraversato la Rotta Balcanica — è diventata la piazza del mondo: alcune realtà coinvolte nell’organizzazione del Cammino della Speranza si alterneranno nel presentare l’iniziativa; sono previsti interventi di Gian Andrea Franchi di Linea d’Ombra, Gianluca Nigro di ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà), Gianluca Paciucci dell’Associazione culturale Tina Modotti e Roberto Maculan di Missionland.