Capozzi M5S: “Da Riccardi nessuna rassicurazione su centri salute mentale di Trieste”

“Nonostante lo sciopero del personale del centro di salute mentale di via Gambino nel comune di Trieste il 9 maggio scorso, permane una situazione di difficoltà dei centri di salute mentale di Trieste che ci deve preoccupare, non solo perché il personale è e resterà insufficiente, ma soprattutto perchè le politiche tendono verso un modello di psichiatria basato sull’ospedalizzazione”. A dirlo è la Consigliera Regionale del MoVimento 5 Stelle Rosaria Capozzi che ha discusso in aula un’interrogazione sul destino dei centri di salute mentale del capoluogo.

“Sta emergendo un disagio sociale sempre più importante, soprattutto a seguito del periodo pandemico, che va contrastato. Quello che serve non sono solo farmaci, né mere diagnosi ma bisogna prendersi in carico la vita delle persone, non in maniera episodica, ma continuativa. Bisogna rimettere al centro il welfare, rafforzando il servizio pubblico, siamo nella città di Franco Basaglia, che aveva sovvertito il sistema della psichiatria e questa impostazione tradisce quanto da lui conquistato”.

“Da novembre 2021 il Centro di salute mentale di via Gambini opera solo sulle 12 ore, gli utenti in esso seguiti sono circa ottocento, ai familiari dei pazienti lo scorso marzo era stata prospettata la riapertura entro la fine dell’estate 2023 dei servizi sulle 24 ore, unico modo per evitare che si interfaccino con gli Ospedali in caso di necessità. Per questo abbiamo interrogato la giunta per sapere quale sia la programmazione dei Centri di Salute Mentale nel Comune di Trieste ma non abbiamo ricevuto impegni precisi e non rimane che attendere che dalle parole si passi ai fatti rafforzando l’assistenza e i servizi di salute mentale per dare una risposta a quei cittadini afflitti da queste problematiche.

“I segnali finora non sono incoraggianti, sia perché quando si sono aperti i concorsi per Infermieri e Operatori socio-sanitari l’Asugi ha ricercato solo una figura per tutta l’azienda – conclude Capozzi – a fronte di un fabbisogno ben più cospicuo e non solo per i CSM, sia perché il bilancio preventivo 2024 prevede un taglio del costo del personale di 10 milioni di euro”.