Carabinieri: resta in carcere l’uomo indagato per l’accoltellamento nel Parco Italia di Cividale del Friuli

Nella mattina di ieri 21 giugno si è tenuta, davanti al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Udine, l’udienza per la convalida dell’arresto di B. R., 51enne residente nella città ducale che, nel pomeriggio di domenica 18 giugno, era stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Cividale del Friuli con l’accusa di tentato omicidio per l’accoltellamento avvenuto all’interno del Parco Italia di Cividale del Friuli, a poca distanza dalla vecchia Stazione ferroviaria, ora Museo della Grande Guerra., di Z.A, operaio 30enne originario del Marocco e domiciliato a Udine. Quel primo pomeriggio, in una zona dei giardini comunali compresa tra i giochi dove i bambini vengono portati dalle famiglie per trascorrervi momenti di serenità e spensieratezza e i bagni pubblici, il marocchino era stato accoltellato all’addome da una persona dileguatasi subito dopo, venendo soccorso da una ragazza presente nel parco, la quale, benché terrorizzata, era comunque riuscita ad allertare i soccorsi, prontamente intervenuti. Per la gravità delle ferite riportate, il personale del 118, sopraggiunto con un’ambulanza e l’auto medica, aveva portato d’urgenza la vittima al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, dove il malcapitato era stato sottoposto a un intervento chirurgico per poi essere ricoverato in terapia semintensiva. Le immediate indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Cividale del Friuli, con equipaggi del Nucleo Operativo e Radiomobile e delle dipendenti Stazioni di Pulfero e San Leonardo, hanno consentito, in breve tempo, di individuare la persona indiziata di aver commesso il fatto, la quale, anche alla luce del fulmineo intervento e del consistente dispositivo messo in campo dagli investigatori, aveva contattato con il proprio telefono cellulare il numero di emergenza 112, nel tentativo di depistare le indagini per cercare di costituirsi un alibi e far emergere di avere agito per difendersi, a sua volta, dalla furia del contendente. Tuttavia, le risultanze investigative hanno confutato la versione fornita dal presunto autore, anche grazie alla visione delle immagini riprese da alcune telecamere, che hanno registrato gli spostamenti dell’uomo, il quale, dopo i fatti, si era recato verso casa. I Carabinieri, nel ricostruire la vicenda, hanno raccolto e documentato una serie di elementi da cui emergerebbe il coinvolgimento del 51enne che, all’arrivo dei militari presso la sua abitazione, era stato sorpreso con tracce compatibili con il reato commesso immediatamente prima. Pertanto, nella semi flagranza del delitto di tentato omicidio, i militari lo hanno arrestato e condotto nel Carcere di Udine, secondo le disposizioni del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine, subito informato. Solo il giorno seguente la vittima ha potuto dare agli inquirenti la propria versione dei fatti, dalla quale emergerebbe che, alla base dell’alterco, vi sia stato l’impossessamento, da parte dell’indagato, di una power bank per ricaricare il telefono cellulare che il marocchino aveva lasciato nel bagno, sparito dopo l’accesso del 51enne ai servizi igienici. Al presunto aggressore, oltre all’accusa di tentato omicidio e porto abusivo di armi o strumenti atti ad offendere, quindi, è stato contestato anche il reato di rapina impropria. Il Giudice per le indagini preliminari, nel convalidare l’arresto dell’uomo, correttamente operato dai Carabinieri, ha accolto le richieste del P.M. e disposto la custodia cautelare in carcere dell’indagato. Sono ancora in corso le indagini condotte dall’Arma dei Carabinieri, sulla base delle direttive e del coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo friulano, per delineare appieno tutti i contorni della vicenda.