Cgil FP: Contratto sanità, altro che 150 euro! Serve chiarezza sulle cifre
«Sul contratto 2022-24 della sanità è bene fare chiarezza, a partire dai presunti 150 euro mensili di aumento». È quanto afferma Orietta Olivo, segretaria regionale della Funzione pubblica Cgil, critica nei confronti delle cifre fatte nei giorni scorsi dai rappresentanti regionali dell’Ordine degli Infermieri e dei giudizi positivi espressi sull’ipotesi di rinnovo contrattuale. «La percentuale di aumento fissata dal Governo – scrive Olivo – è del 5,78%, poco più di un terzo rispetto al 16% che abbiamo già perso nel biennio 2023-23 a causa dell’inflazione, e questo è già un grosso motivo per chiedere maggiori risorse. Ma non basta: l’aumento del tabellare non è del 5,78%, perché le risorse stanziate dal Governo dovranno coprire anche altre voci contrattuali, come l’aumento delle indennità (di pronta disponibilità e di turno, ad esempio) o altri strumenti di valorizzazione del personale. Detratte queste voci, l’incremento del salario base sarà sensibilmente inferiore. E non è finita qui: ricordiamoci che i lavoratori e lavoratrici della sanità stanno già ricevendo un’indennità di vacanza contrattuale “potenziata” di 60-70 euro mensili, una sorta di anticipo del rinnovo contrattuale. Quanto il contratto entrerà in vigore, quindi, l’aumento reale sarà di poche decine di euro: altro che 150 euro al mese! La Fp Cgil – conclude Olivo – spiegherà tutto questo ai dipendenti. Sarebbe bene che facessero così tutti gli altri, prima di spiattellare cifre a oggi inesistenti, magari per scarsa conoscenza della materia. Il rischio è di illudere lavoratori le lavoratrici che, non dimentichiamolo mai, due-tre anni fa erano definiti eroi e certo non meritano aumenti di poche decine di euro per il lavoro essenziale che hanno fatto e che continuano a fare.