“Chi ha paura delle autonomie?”. Mercoledì a Udine dibattito di Patto per l’Autonomia-Civica Fvg
“Chi ha paura delle autonomie? Oltre il dibattito sull’autonomia differenziata” è il titolo dell’incontro promosso dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg che si terrà mercoledì 5 luglio, alle ore 18.30, nella Sala Pasolini della sede della Regione Friuli-Venezia Giulia a Udine. All’appuntamento, introdotto da Elia Mioni del Patto per l’Autonomia, interverranno Marco Boato, già parlamentare e componente della Commissione Affari costituzionali nella XIV legislatura; Danilo Lampis, portavoce di “Sardegna chiama Sardegna”; Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg in Consiglio regionale; Elena Ostanel, consigliera regionale del Veneto con la lista “Il Veneto che Vogliamo”. In Italia si sta aprendo una nuova stagione di modifiche costituzionali che riguarderanno, sembra contemporaneamente, riforme in senso presidenziale del governo e un relativo potenziamento del regionalismo. Un dibattito non nuovo, che riprende tentativi di modifica costituzionale già respinti in sede referendaria, ma che nel prossimo futuro potrebbe invece, se concluso, sancire la fine di una transizione politica e istituzionale che in Italia, iniziata negli anni ‘90, sembra non finire mai. Non si può non essere attenti a questo dibattito poiché può esserne coinvolta la stessa origine costituzionale della Specialità della Regione, e perché, al momento, l’attenzione sembra rivolgersi maggiormente alla possibilità di autonomie differenziate fra le Regioni ordinarie, non ultima il vicino Veneto. Quest’ultimo aspetto è solo una delle novità costituzionali introdotte dalla riforma del 2001, che volle ridisegnare e ridefinire il sistema delle autonomie locali mentre era forte nel nord del Paese una richiesta di secessione. Quella riforma introduceva l’eliminazione dei controlli preventivi dello Stato sulle leggi regionali, l’abolizione dei controlli delle Regioni sugli atti amministrativi di Comuni e Province, uno spazio di autonomia impositiva per ogni livello istituzionale, funzioni amministrative ampie ai Comuni, di programmazione alle Province, più competenze legislative alle Regioni riformulando anche il rapporto della procedura legislativa con lo Stato. La possibilità che le Regioni potessero chiedere ed ottenere anche ulteriori specifiche potestà differenziate è solo una delle novità della riforma, che oggi, però, sembra essere l’unico aspetto determinante. Il dibattito deve riprendere le mosse dal complesso di quella riforma, ed essere attualizzato alla luce delle attuali difficoltà, principalmente finanziarie e gestionali, del sistema delle autonomie locali nel rispondere ai bisogni delle comunità e dei territori.