Circolare della prefettura e libertà d’insegnamento

Sabato 28 ottobre a Udine eravamo in tanti in piazza contro l’apertura di una nuova sede di Casa Pound. Perché è di fascisti che si parla. Altro che democratico diritto a esistere. Sarebbe come rivendicare la libertà per gli evasori fiscali. O sei dentro o sei fuori dalla legge. Loro sono fuori. Ma in questo Paese, e non da ora, tutto è relativo.

Come la libertà di insegnamento, garantita dall’art. 33 della Costituzione che, al primo comma, recita: «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento», e vale per tutti i docenti, di qualunque ordine e grado.

Eppure, proprio pochi giorni fa, in molte scuole è apparsa una circolare inviata dai prefetti, su input del Viminale e della presidenza del Consiglio, che indica agli insegnanti di celebrare e organizzare attività per il Giorno del ricordo del 10 febbraio (legge del 2004), dedicata alle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Nonostante la commemorazione sia tra quattro mesi, evidentemente c’è una certa fretta.

Premettiamo, per evitare accuse di revisionismo o di negazionismo o che non si colga il punto della questione, che uno dei due scriventi, Andrea Di Lenardo, annovera nella propria famiglia ben quattro persone che hanno vissuto l’esodo giuliano-dalmata: la nonna paterna, una prozia, un bisnonno e una bisnonna.

Anche tralasciando per un attimo l’utilizzo politico della storia operato dalla (estrema) destra al fine ultimo di delegittimare la Resistenza, rimane il fatto che attraverso il prefetto vengono date direttive del Viminale (si noti bene, non del Ministero dell’Istruzione) a scuole autonome. L’aspetto più grave sta nel fatto che le scuole avrebbero dovuto comunicare entro il 20 ottobre cosa intendono fare, ancora, al prefetto, non al Ministero dell’Istruzione. C’è ben poco da star tranquilli se si comincia, tramite le prefetture, a controllare l’attività delle scuole, mettendone in discussione l’autonomia e la libertà di insegnamento.

Così si è espresso Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’ANPI, sulla circolare, che «ignora colpevolmente e consapevolmente la repressione bestiale della resistenza locale da parte dei comandi militari italiani, le stragi dei civili, i crimini della X Mas sul confine orientale, i campi di concentramento fascisti in Italia dove erano internati croati e sloveni. Così si deforma la storia. Il silenzio sulla Giornata della Memoria, che peraltro avviene il 27 gennaio, cioè prima del Giorno del Ricordo, rivela la natura faziosa e strumentale dell’operazione didattica, funzionale soltanto a una narrazione tesa a screditare la Resistenza».

Neppure il 25 aprile cattura la stessa attenzione del Viminale, delle prefetture e del Ministero dell’Istruzione.

Questa circolare delle prefetture e del governo è solo l’ennesimo tassello di una strategia già iniziata con il vicepresidente del Senato Gasparri che dice che i morti nelle foibe sono stati un milione, con il presidente del Senato Ignazio Benito La Russa che dice: “Il busto del duce? Non lo butterò mai”, che l’attentato di via Rasella colpì una banda di pensionati e che la Costituzione non contiene riferimenti all’antifascismo, e con il tentativo di non rinnovare la convenzione fra ANPI e Ministero dell’Istruzione. I fatti parlano da soli.

 

Anna Manfredi, Segretaria del Partito della Rifondazione Comunista Udine.

Andrea Di Lenardo, Capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra Possibile in Consiglio comunale a Udine