Codice Ue di buone pratiche contro la disinformazione pubblicate relazioni e analisi
La Commissione europea ha pubblicato oggi le relazioni e le analisi dei progressi compiuti nell’aprile 2019 da Facebook, Google e Twitter nella lotta contro la disinformazione. Le tre piattaforme online sono firmatarie del codice di buone pratiche contro la disinformazione e si sono impegnate a riferire mensilmente sulle azioni già realizzate in vista delle elezioni del Parlamento europeo del maggio 2019.
“Prendiamo atto dei continui progressi compiuti da Facebook, Google e Twitter riguardo ai loro impegni volti a rafforzare la trasparenza e a garantire l’integrità delle prossime elezioni”, dichiarano in una nota congiunta i commissari Andrus Ansip (Mercato unico digitale), Vera Jourová (Giustizia, consumatori), Julian King (unione della sicurezza) e Mariya Gabriel (Economia e società digitali).
“Ci rallegriamo per le misure incisive adottate da tutte e tre le piattaforme contro i comportamenti di manipolazione sui loro servizi, comprese le campagne coordinate di disinformazione”, aggiungono i quattro commissari Ue. “Inoltre le piattaforme hanno fornito dati sulle misure mirate a migliorare il vaglio degli annunci pubblicitari”.
Per i commissari, però, le piattaforme “devono sforzarsi maggiormente per rafforzare l’integrità dei loro servizi, compresi i servizi pubblicitari. Inoltre i dati forniti non sono ancora sufficientemente dettagliati per consentire una valutazione indipendente e accurata del modo in cui le strategie messe in atto dalle piattaforme hanno effettivamente contribuito a ridurre la diffusione della disinformazione nell’UE. Tutti e tre i firmatari hanno ora creato e reso pubblicamente accessibili apposite librerie nelle quali sono archiviati tutti gli annunci pubblicitari politici, permettendo così lo svolgimento di ricerche attraverso le API: si tratta di un netto miglioramento”.
“Ci rincresce tuttavia – precisano Ansip, Jourová, King e Gabriel – che Google e Twitter non siano stati in grado di elaborare e attuare politiche per l’identificazione e la comunicazione al pubblico dei cosiddetti annunci pubblicitari di sensibilizzazione, i quali possono dare luogo a dibattiti pubblici fortemente conflittuali durante le elezioni, favorendo la disinformazione”.
“In una prospettiva che guarda al di là delle elezioni europee, tutti i firmatari dovrebbero intensificare gli sforzi per ampliare la cooperazione con i verificatori di fatti in tutti gli Stati membri, responsabilizzando gli utenti e la comunità dei ricercatori. In particolare, – concludono Ansip, Jourová, King e Gabriel – è necessario che le piattaforme online attuino interamente gli impegni di più vasta portata assunti nel quadro del codice di buone pratiche, in particolare cooperando con i media tradizionali allo sviluppo di indicatori di trasparenza e affidabilità per le fonti di informazione, in modo che gli utenti possano fruire di un’equa scelta di informazioni pertinenti e verificate”.