“Con l’Ucraina nel cuore: sciopero dei medici 1 e 2 marzo 2022” Alla vertenza nazionale si sommano le richieste in Fvg

“Le organizzazioni sindacali, Smi, Simet, si legge in una nota nazionale, hanno indetto lo sciopero per tutti i medici dell’area convenzionati. Con l’Ucraina nel cuore, si legge, i medici confermano sciopero e manifestazione nazionale, per solidarietà saranno esposti cartelli sulla pace per richiedere la fine del conflitto” così una nota dell’Intersindacale medica rende pubblico il doppio appuntamento. “Uno sciopero programmato da un mese, rispettoso della normativa a riguardo dei servizi pubblici. Uno sciopero, che come prevede la Costituzione, per permettere ai sindacati di tutelare i diritti oggi calpestati di tutta la categoria medica. I motivi alla base della mobilitazione sono riassumibili nei carichi di lavoro insostenibili, nella mancanza di tutele, nella burocrazia abnorme e per il fatto che non sia riconosciuto, ancora, l’infortunio sul lavoro, mentre lo stanziamento per l’indennizzo alle famiglie dei colleghi deceduti per covid risulta essere un’elemosina. Uno doppio schiaffo, da parte dello Stato, soprattutto agli orfani di quei medici. Per queste ragioni alle 11.30 del 2 marzo, nel corso della manifestazione, effettueremo un minuto di silenzio per i colleghi medici deceduti a causa del loro impegno contro il Covid 19.
Scioperiamo – spiegano Simet e Smi – perché rivendichiamo, tutele concrete quali ferie, maternità, malattia; reclamiamo tutele certe in materie di sostegno ad handicap e sostituzioni per poter fruire del meritato riposo, nonché politiche serie sulle pari opportunità. In questa pandemia, che ha travolto il mondo, sono le donne medico che hanno pagato il prezzo più alto. Il diritto al lavoro si deve coniugare al diritto alla vita familiare e personale. Scioperiamo perché nel nostro Paese sono più di tre milioni i cittadini senza medico di famiglia. Le postazioni di guardia medica o vengono chiuse o accorpate per mancanza di personale. Le ambulanze del 118 sono senza medico a bordo. Vogliamo che i giovani medici siano attratti da questa professione, che oggi disertano al pari dei vecchi che si prepensionano. È ormai ineludibile l’istituzione di un corso di specializzazione in medicina generale. Vogliamo dire basta alla strisciante privatizzazione della medicina generale. Il nostro sciopero è per salvare i medici e il Servizio Sanitario Pubblico. Chiediamo ai medici e ai cittadini di essere al nostro fianco. Se non ora, quando?” conclude la nota.
Nota anche dal segretario regionale S.M.I. per il Friuli Venezia Giulia Dott. Domenico Montalbano
secondo cui il diritto ad esercitare lo sciopero non lede i popoli in guerra. Le emergenze globali non fanno sparire le esigenze disattese, tossiche per la nostra sanità.
Lo S.M.I. della nostra regione, piega Montalbano, sciopera a difesa della dignità di tutti i medici che non sono dei burocrati ma dei clinici e questo a  contemporanea difesa dei loro assistiti che hanno diritto ad usufruire pienamente del tempo e del rapporto fiduciario di cura con il loro medico.
Sciopera perché abbiamo lavorato in pandemia infaticabilmente e senza poterci proteggere adeguatamente, letteralmente a MANI NUDE e tanti di noi, 369, sono morti, hanno pagato con la vita l’assistenza ai loro pazienti.
Per l’indegna campagna denigratoria mediatica, con l’inevitabile compromissione del rapporto di fiducia fra cittadino e medico, causa principale del crescente fenomeno delle aggressioni subite dai professionisti. Per i ritmi di lavoro ai quali siamo sottoposti a causa delle attività aggiuntive che ci hanno imposto e che violano in tema di pari opportunità la possibilità di avere.   Perché anche noi abbiamo diritto alle tutele che hanno tutti i lavoratori, malattia, ferie, legge 104 per assistere i nostri cari, infortunio sul lavoro. Per la grave carenza di medici sul territorio, medici di assistenza primaria, di continuità assistenziale, della medicina penitenziari, dell’emergenza territoriale 118, medici ospedalieri. Le riforme imposte alla nostra categoria, già allo stremo, stanno demotivando sia i giovani laureati che i medici esperti. È un fatto accertato il fenomeno dell’abbandono della professione per prepensionamenti, inoltre si è ridotto di molto l’ingresso dei nuovi medici. Perché vogliamo che la sanità restasse pubblica: la salute deve essere un diritto di tutti.

Chiediamo: Il giusto indennizzo per le famiglie dei medici convenzionati deceduti per Covid nell’esercizio delle loro funzioni e che venga riconosciuto l’infortunio sul lavoro per i medici ammalati di Covid che non riescono a svolgere la loro attività lavorativa, il riconoscimento, la valorizzazione e la protezione del ruolo svolto dai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, anche attraverso campagne di informazione volte a recuperare la fiducia dei cittadini, indispensabile nei processi di presa in carico e di cura.
Un commento sulle dichiarazioni del segretario regionale dello sindacato medici italiani Fvg è arrivato dalla consigliera regionale dei Cittadini Simona Liguori: “Siamo seriamente preoccupati di questa iniziativa che racchiude un condivisibile malcontento dei professionisti. Non possiamo che constatare che con le sue azioni la giunta regionale è sempre più scollegata rispetto alle legittime esigenze dei lavoratori della sanità”.