Conflitti, errori, meriti e demeriti di una generazione: Marco Paolini racconta i Boomers a Maniago
Il più recente lavoro per il teatro di Marco Paolini, Boomers, sarà ospite mercoledì 31 gennaio alle 20.45 del Teatro Verdi di Maniago per la stagione promossa da Comune ed ERT. Lo scorso novembre, con lo stesso spettacolo l’attore bellunese aveva aperto per l’ERT i cartelloni di Palmanova e Cordenons. Sul palco del Verdi, assieme a Marco Paolini, saliranno la cantautrice Patrizia Laquidara e i musicisti Luca Chiari, Stefano Dallaporta e Lorenzo Manfredini. Chi è nato tra il 1946 e il 1964 è un boomer. Il termine deriva dal fenomeno del “baby boom”, l’impennata della natalità avvenuta in quegli anni grazie al miglioramento delle condizioni di vita dopo la Seconda guerra mondiale. Inizialmente Marco Paolini aveva pensato di realizzare l’ultimo capitolo degli Album, quella serie di spettacoli che raccontava gli italiani di provincia a partire dagli anni Sessanta.
Poi, nella scrittura, Boomers è diventato altro. Lo spettacolo racconta di un figlio che inventa per il padre un videogioco immersivo in cui quest’ultimo si ritrova ad avere vent’anni. La ‘location’ del videogioco è proprio il bar della Jole (interpretata da Patrizia Laquidara), una sorta di pianeta di periferia dove si gioca, si impara il mondo, si spara e si canta. La musica ha un ruolo fondamentale perché – sostiene Paolini – “ballate e canzoni sono una mano di antiruggine, un tentativo di manutenzione alla cinghia di trasmissione dell’esperienza, a quel che di buono c’è e va tenuto nella grande accelerazione che tutto cambia, il resto è già passato”.
Boomers fa emergere conflitti, dinamiche, percorsi, errori storici, occasioni perdute del passato prossimo, di una generazione che ha avuto un impatto pesante sul pianeta sia in termini ecologici sia in termini tecnologici ed economici, ma allo stesso tempo una generazione che ha prodotto menti brillanti, personalità, energie e idee che quell’impatto hanno cercato di combatterlo.
Marco Paolini dagli anni Settanta al 1994 ha fatto parte di vari gruppi teatrali. È in uno di questi, il Teatro Settimo di Torino, che inizia a raccontare storie, nascono gli “Album”, i primi episodi di una lunga biografia collettiva che attraversa la storia italiana dagli anni Sessanta ai giorni nostri. Noto al grande pubblico per Il racconto del Vajont si distingue quale autore e interprete di narrazioni di forte impatto civile (tra gli altri, I-TIGI racconto per Ustica, Parlamento chimico, Il Sergente, Miserabili) e per la capacità di raccontare il cambiamento della società attraverso i dialetti e la poesia sviluppata con il ciclo dei Bestiari. Dopo Ballata di uomini e cani, dedicata a Jack London, nel 2016 debutta con giovani attori del Teatro Nazionale Palestinese in Amleto a Gerusalemme, con la regia di Gabriele Vacis e dà vita a un nuovo progetto dedicato alla tecnologia intitolato #Madre Incerta, una trilogia di cui fanno parte Le avventure di Numero primo (2016), #Antropocene, oratorio per voci, violoncello solista e orchestra (con Mario Brunello e Frankie hinrg mc, 2017) e Tecno Filò (2018). Nel 2019 nasce Nel tempo degli dèi. Il calzolaio di Ulisse coprodotto con il Piccolo Teatro di Milano. L’anno dopo crea lo spettacolo Filo Filo’ e nel 2020 Senza confini. No borders. Tra i suoi ultimi lavori: Sani! Teatro fra parentesi che segue il precedente Teatro fra parentesi creato durante la pandemia.