Covid: lettera a Fedriga da parte degli anestesisti ospedalieri… siamo stremati e le opposizioni chiedono audizione urgente
Drammatica lettera al presidente Massimiliano Fedriga da parte dei medici ospedalieri del Fvg, siamo stremati da una gestione dell’emergenza COVID con grossissime criticità. Così una volta tanto i Gruppi di opposizione in Consiglio regionale hanno riunito uniti chiedendo formalmente l’audizione dell’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica del Friuli Venezia Giulia e delle rappresentanze sindacali della Dirigenza medica del Servizio sanitario regionale. La richiesta è stata inviata oggi al presidente della III Commissione, Ivo Moras, dai consiglieri Simona Liguori (Cittadini), Andrea Ussai e Ilaria Dal Zovo (M5S), Mariagrazia Santoro, Roberto Cosolini e Nicola Conficoni (PD), Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia), Furio Honsell e Walter Zalukar (Gruppo Misto). “Vista la gravità della situazione denunciata dal vertice regionale dell’AAROI – EMAC FVG in merito alla gestione ospedaliera dell’emergenza Covid-19, e considerata la riunione della III Commissione già convocata per martedì 13 aprile – affermano i consiglieri – riteniamo assolutamente necessaria, e dunque richiediamo che l’ordine del giorno venga integrato , l’audizione del presidente dell’Associazione Anestesisti e di una serie di rappresentanze sindacali. Se non fosse possibile l’integrazione dell’ordine del giorno, richiediamo una nuova convocazione della Commissione con assoluta urgenza”. Una richiesta forte quella che arriva dalle forze di opposizione come forte se non drammatico l’allarme lanciato dagli anestesisti, non solo i 350 anestesisti rianimatori e medici dell’emergenza urgenza iscritti al sindacato ma anche, si legge nella lettera, a nome di “moltissimi altri colleghi che formalmente non rappresentiamo ma che quotidianamente interagiscono e collaborano con noi specialisti della prima linea del fronte COVID e con i quali condividendo lacrime, sudore, stress, frustrazioni e preoccupazioni”. Abbiamo tutti, dicono in sostanza nella lettera, una “assolutamente coincidente visione della realtà attuale, una assolutamente esatta percezione della drammatica situazione sanitaria regionale odierna ed una assolutamente precisa preoccupazione che la gestione dell’emergenza COVID continui ad avere grossissime criticità”. “Siamo stanchi, ma veramente stanchi, Presidente, proseguono gli anestesisti, perché da mesi ormai lottiamo in prima linea senza vedere una fine, con truppe ordinarie ormai logore e logorate, con le ferie bloccate e gli straordinari non pagati, senza rincalzi e sostituti, con riservisti lanciati al fronte con poca preparazione specifica, con infermieri anello essenziale del sistema, raccattati in ogni dove per aprire nuovi posti letto intensivi e supportare pronto soccorsi e rianimazioni senza alcuna esperienza nell’ambito critico in un livellamento al basso di competenze ed in uno scadimento nell’assistenza al malato. Siamo frustrati Presidente per non poter più dedicare la giusta attenzione, la massima energia, il meglio della nostra professionalità a ciascun singolo paziente critico, perché ormai da mesi stravolti ed inghiottiti da un vortice in cui il nostro tempo ed il nostro lavoro sono dedicati principalmente a trovare un posto letto per tutti, ad inquadrare rapidamente il problema di ciascuno, ad iniziare le terapie cercando di garantirle a tutti con le risorse disponibili, a dimettere il prima possibile, e a riempire immediatamente quei pochi posti letto liberi, con altri pazienti che sono già gravi e sono in lista d’attesa per un letto, un monitor, un ventilatore e un infermiere, forse di terapia intensiva… Siamo provati Presidente per il numero notevole ed inusuale di morti che da mesi vediamo ogni giorno nei nostri reparti, non siamo abituati e mai lo saremo e siamo in questo ultimo mese affranti perché l’età media dei nostri pazienti è nettamente più bassa e nessuno è escluso. Siamo terribilmente preoccupati Presidente di dover ogni giorno trattare pazienti critici in reparti non adatti, improvvisati e non preparati alla gestione di pazienti ventilati ed a possibile evoluzione clinica negativa, siamo preoccupati di avere nei nostri ospedali “megareparti” di Medicina con 150 pazienti COVID, siamo preoccupati di avere i Pronto Soccorso della regione paralizzati da pazienti COVID e non COVID, che stazionano nei corridoi e in tripla fila in attesa ed in assenza di destinazione. Siamo e rimaniamo basiti nel vedere che dopo un anno di bollettini, report e proclami, si aprono
reparti di Semintensiva (come già a Palmanova, in questi giorni anche a Gorizia) che in realtà sono a tutti gli effetti vere Terapie Intensive gestite da anestesisti rianimatori, con pazienti gravi, ventilati e rapidamente tutti intubati in un effetto finale di sottodimensionamento dei numeri reali di pazienti di Terapia Intensiva. Oggi i veri numeri ci dicono che i pazienti COVID gravi di Terapia Intensiva in FVG sono ben di più di quanti dichiarati, superando decisamente il valore del cutoff di 50% dei posti letto intensivi totali occupati da pazienti COVID. Siamo molto sorpresi dal fatto che nella prima ondata quando altre regioni erano in profonda crisi, il nostro SSR, ha dato fortissimo ed encomiabile esempio accogliendo da fuori regione alcuni pazienti molto gravi nelle nostre Terapie Intensive, ed ha prestato professionisti (tramite i bandi della Protezione Civile) ad altri ospedali italiani, mentre oggi che il problema ce l’ha il Friuli Venezia Giulia, questa ipotesi non é mai stata presa in considerazione e nel vicino Veneto per esempio la disponibilità di posti ci sarebbe stata, Dimostrare di aver bisogno del supporto e della solidarietà di altre regioni non riteniamo sia una sconfitta del sistema. Siamo molto preoccupati Presidente perché i messaggi anche politici dati alla popolazione non sono stati abbastanza forti e coerenti, e la zona rossa oggi in FVG non sta dando gli ottimi risultati di quella di un anno fa, e lo si vede chiaramente nei nostri ospedali dove é sempre alto il numero di positivi ed ammalati, dove tutte le comuni altre patologie sono presenti e dove i Pronto Soccorso sono letteralmente intasati dai soliti mille problemi precedenti l’epoca COVID. Con gli amici chirurghi siamo molto preoccupati, perché la sospensione delle sale operatorie elettive era si doverosa per recuperare rapidamente risorse, ma dall’altra parte non é partita una seria ed organizzata azione correttiva e suppletiva ai fini di attivare immediatamente in nosocomi non covid anche privati-convenzionati almeno la chirurgia neoplastica pitt urgente…cosi facendo tra qualche mese avremo ulteriori danni collaterali. Siamo molto arrabbiati Presidente perché la riferma sanitaria di questa regione, sotto molti aspetti é di fatto rimasta solo sulla carta e durante questa pandemia molti nodi sono già venuti al pettine, il principale dei quali ¢ di fatto l’inconsistenza di una sanita territoriale collocata de inure nel calderone delle aziende uniche ma de facto senza un vero controllo, senza le necessarie sinergie ed integrazioni con la parte ospedaliera, senza i chiari percorsi e senza le adeguate strutture in un risultate finale di un sistema sanitario che permane erroneamente, costantemente ed esasperatamente ospedale- centrico. Siamo molto infastiditi, Presidente dalle ripetute recenti passerelle di sindaci, assessori, e politici vari in pieno stile da campagna elettorale, ad inaugurare centri vaccinali in una gara tra citta e province a chi é più bravo ed efficiente, non rendendosi conto che anche in questo ambito Ja campagna
vaccinale é partita solamente grazie alla abnegazione ed alla gratuita disponibilità del personale dipendente e pensionato del SSR, gli stessi che già si fanno e si son fatti carico delle criticità
dell’ ospedale e del territorio. Siamo infine molto delusi dal fatto che ormai da molti mesi, i vertici della Sanita regionale non ci danno udienza e non ci convocano, non solo per trattare di materia strettamente contrattuale dove in altre regioni gli aspetti di contrattazione decentrata regionale del “nuovo” contratto sono stati ampiamente trattati e conclusi mentre qui nemmeno iniziati, ma neppure per ascoltare da chi é in prima linea i veri problemi ¢ le principali criticità. Una volta esistevano addirittura le audizioni nelle Commissioni Regionali per problematiche ben meno gravi e meno specifiche, oggi sembra che nessun sia interessato a sentire i principali attori del sistema o addirittura ci sia la paura di sentire i veri problemi. Sperando che possa e voglia capire in quale pesante e drammatica condizione si trovano gli operatori della “prima linea” del nostro SSR e che possa farsi da tramite per trovare con i suoi collaboratori soluzioni migliorative per tutti noi e per il nostro sistema sanitario, le auguriamo Presidente buon lavoro, sperando che l’allentamento delle misure di prevenzione e contenimento sociale non provochino I’ennesima risalita dei contagi perché noi siamo veramente stremati”.
Difficile commentare questo appello che è grido di dolore e constatazione che quando come FriuliSera spesso isolati criticavamo la gestione regionale della sanità ricevendo la solita litania che ci descriveva come faziosi nn avevamo torto e che la nostra richiesta che il presidente Fedriga prendesse atto del fallimento della gestione del suo assessore alla sanità non è più rinviabile. Purtroppo siam certi che anche il grido di dolore dei medici verrà ignorato.