Crisi della sanità regionale, in commissione la petizione con oltre 15 mila firme. Ma per Riccardi va tutto benone
«Se oltre 15 mila persone residenti in tutto il Friuli Venezia Giulia sottoscrivono nel giro di un mese una petizione per manifestare le proprie preoccupazioni rispetto alla sanità regionale, significa che siamo di fronte alla consapevolezza della gente di problemi che non possono più essere minimizzati. A cominciare dalle lunghe liste di attesa per visite e interventi, per proseguire con la fuga del personale dagli ospedali del Fvg». Questo il commento di Tiziano Centis e Simona Liguori del gruppo dei Cittadini, nella giornata in cui la commissione sanità ha incontrato i primi firmatari della petizione a sostegno della sanità pubblica del FVG. Anche dal gruppo del PD si puntualizza che: “La petizione per la difesa della sanità pubblica, illustrata alla III Commissione consiliare dai cittadini proponenti, ha messo in luce criticità, mancanze e preoccupazioni espresse da ben 15mila persone. Preoccupazioni che abbiamo sollevato troppe volte, come l’inadeguata rete di servizi territoriali che non garantiscono la stessa possibilità di cure ai cittadini del Friuli Venezia Giulia, il protrarsi della risoluzione delle liste d’attesa, con il conseguente allontanamento dei pazienti dal servizio pubblico verso quello privato, se non addirittura la rinuncia alle cure”. Così in una nota i consiglieri regionali Mariagrazia Santoro, Roberto Cosolini e Nicola Conficoni del Pd a margine delle audizioni dei primi firmatari della petizione “Sanità pubblica”. “Le testimonianze ascoltate, insieme ai dati preoccupanti della sanità – aggiungono i tre dem – siano utilizzati per risolvere criticità e cambiare rotta e non per l’ennesima ricerca di alibi. Un tema critico e centrale è quello del personale: rispetto alla precedente legislatura, quando il blocco imposto a livello nazionale impediva il necessario rinforzo degli organici, la situazione è decisamente cambiata. Dal 2020 si sono riaperti i rubinetti per la spesa sul personale, ma nonostante lo scenario illustrato dall’assessore alla Salute solo una manciata di giorni fa, ci troviamo di fronte a una situazione preoccupante con una fuga di operatori in fuga verso il privato”.
“E poi – concludono gli esponenti del Centrosinistra – c’è la spinosa questione degli atti aziendali, fondamentali per il funzionamento dei sistemi di salute sui territori: ebbene anche i firmatari della petizione, così come i sindacati dei medici e gli amministratori locali, hanno rilevato situazioni di scarso se non nullo coinvolgimento di chi rappresenta lavoratori, ma anche territori e comunità, con il risultato di aver impoverito i presìdi di salute territoriale”. Anche il consigliere Furio Honsell di Open Sinistra Fvg è intervenuto con una nota stampa: “Oggi in Commissione Sanità del Consiglio Regionale è stata presentata e discussa la petizione per un significativo miglioramento della Sanità in Regione che in solo un mese aveva raccolto oltre quindicimila firme tra i cittadini di tutti i territori. “Questa petizione è di gran lunga quella che ha avuto più seguito tra quelle presentate in questa legislatura. È davvero impressionante il numero di firme provenienti dai contesti più diversi. Chiedono la riduzione dei tempi di attesa nella sanità pubblica, maggiore personale e ulteriori servizi. Mi auguro che l’Assessore Riccardi riconosca questo segnale di preoccupazione. Altrimenti si rischia che nella nostra regione venga meno il principio dell’equità in salute”. Così si è espresso Furio Honsell di Open Sinistra FVG. Preoccupazione decisamente reale dato che dall’assessore Riccardi non arriva nessuna ammissione, non diciamo di colpa, ma neppure di criticità. Per lui ogni cosa è perfetta e quando in eccezione che conferma la regola qualcosa va storto non è certo da imputare a lui. Basti pensare che sempre nell’odierna terza commissione rispondendo a una specifica richiesta di informazioni riguardante gli indicatori di qualità e di monitoraggio del sistema di emergenza territoriale , ha risposto che tutto va bene e che addirittura “il numero di equipaggi effettivamente in servizio è superiore a quello previsto dal Piano dell’emergenza urgenza (Peu)”. Per quanto riguarda, invece, gli indicatori riguardanti l’arrivo sul target dei mezzi di soccorso, nel caso dei codici rossi (in totale 2.613) nel 20 per cento dei casi (519) avviene entro 8 minuti dalla chiamata, mentre nel 67 per cento dei casi tra 8 e 18 minuti (1.754) e infine nel 13 per cento dei casi oltre i 18 minuti (340). Per quanto riguarda i codici gialli (42.409 in totale), l’arrivo entro 8 minuti avviene nel 6 per cento dei casi (2.689), mentre nel 63 per cento delle chiamate (26.587) tra gli 8 e i 18 minuti e infine nel 31 per cento dei casi (13.133) oltre i 18 minuti. Peccato che i dati snocciolati a gogo dall’assessore cozzino con la cronaca che vede spesso, tanto spesso, racconti di disservizi e tempi non certo degni di una struttura di soccorso moderna.