Critiche dei medici di emergenza sul funzionamento del soccorso, Il testo della lettera inviata da 40 operatori del 118 di Trieste
Tiene ancora banco la lettera sottoscritta in maniera autografa da decine di professionisti dell’emergenza inviata ai vertici sanitari locali e regionali. A questo punto è evidente che si è rotto quel rapporto di fiducia essenziale perchè servizi sanitari come quelli dell’emergenza funzionino in maniera efficiente e puntuale.
Questo il testo della lettera indirizzata al dott. Alberto Peratoner responsabile del Pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Trieste e della gestione delle urgenze territoriali presso l’Asugi: “Egregio direttore, desideriamo portare alla sua attenzione il malcontento generale e l’indignazione per quanto affermato dal Sig. Tonutti durante la terza commissione del consiglio regionale FVG, secondo il quale, i ritardi dà sempre occorsi dopo l’attivazione del numero unico dell’emergenza 112 e della Sores, sarebbe da imputare alla negligenza degli equipaggi che perderebbero tempo prima della partenza.
Questa crediamo sia la goccia che fa traboccare il vaso e nessuno dei firmatari è disposto a subire offese di questo calibro.
Siamo gestiti da una realtà assolutamente inaccettabile, con personale che non conosce minimamente il nostro territorio, con tempi biblici di risposta alla radio ed al telefono, specie se si deve rispettare la sequenza di invio chiamata a mezzo radio e che tarda ad arrivare addirittura nell’ordine di minuti, durante i quali non si sa ancora dove recarsi, o peggio ancora non si riesce a chiedere supporti necessari per la riuscita dell’intervento o per la sicurezza degli equipaggi.
Le ambulanze vengono inviate per lo più in modo casuale, spesso senza rispettare le zone di copertura e con codici di invio spessissimo non coerenti con la situazione reale. Capita spesso infatti di sentir partire via radio un ambulanza posizionata in una zona lontana, alla quale viene chiesto di intervenire anche a poche centinaia di metri dal target dove già si trova un’ altra unità libera, o di correre da una parte all’altra della provincia per un presunto codice indifferibile, per poi trovarsi davanti a casi semplicemente ridicoli che di tutto avrebbero bisogno, tranne che di un’ ambulanza.
La gravità di questo modus operandi, sta nel fatto, che l’impegno continuo dei mezzi per casi assolutamente non necessari e con codici sovrastimati, rende troppo spesso irreperibile un mezzo in caso di reale emergenza.
I firmatari della presente, sono professionisti seri, con esperienze anche di diversi decenni, e come tali non sono più disposti a farsi prendere in giro o essere accusati ingiustamente da una politica che non sta facendo gli interessi dei cittadini, né tanto meno di chi suda quotidianamente a bordo dei veicoli d’emergenza, e chiedono che venga avviata immediatamente la procedura di riattivazione di una centrale operativa a Trieste, gestita dal personale che fino a 4 anni fa operava con grandissima professionalità ed in tempi ridottissimi, e che nel frattempo, non ci si permetta più, da parte di chicchessia di offendere noi tutti, per giustificare le mancanze di un sistema inadeguato che non sarebbe mai dovuto decollare”.
Ma non solo la lettera, ci vengono segnalati post sui social da parte di operatori del settore che non fanno sconti e criticano pesantemente la gestione della sanità Fvg. Si legge su Facebook: “Scrivo per esternare il mio profondo sdegno nei confronti delle dichiarazioni del Dott. Tonutti durante la terza commissione del Consiglio regionale FVG, dalle quali emergerebbe il fatto che i ritardi nei soccorsi denunciati più volte, sarebbero da imputare alla ritardata partenza delle ambulanze, e non alla malagestione della SORES e del doppio passaggio NUE 112. Dopo quasi quattro decenni di onorato servizio, mi sento profondamente offeso da tali dichiarazioni, fatte da chi probabilmente non è mai salito su un ambulanza del capoluogo Giuliano, e sta palesemente scaricando le ovvie responsabilità sui pesci piccoli, quelli che lavorano 12 ore al giorno sopportando una mala gestione dell’emergenza priva di fondamenta e basata sulla casualità. La percentuale di individuazione dei codici rasenta lo zero, e la conoscenza del territorio è nulla, per non parlare di un utilizzo delle risorse assolutamente privo di ogni logica.
Nonostante le numerose lamentele il carrozzone va avanti, e lo fa solamente per lo sforzo di tutti noi dipendenti che quotidianamente cerchiamo di sopperire alle carenze del sistema, nel rispetto della popolazione, e mordendoci la lingua tra i denti ad ogni strafalcione che arriva via radio…. e adesso la causa di questo fallimento saremmo noi? Eh no caro signor Tonutti, io non ci sto, e non ci stanno moltissimi altri colleghi di tutta la Regione che condividono questo sfogo non politico, non profumatamente retribuito, ma certamente dettato da un sentimento ed una dedizione al lavoro che certi politici dovrebbero imparare ad avere”.