Croazia protesta per la statua di D’Annunzio inaugurata nell’anniversario del centenario dell’occupazione di Fiume: atto che “contribuisce a turbare i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra i due Paesi”.
E’ diventato un caso diplomatico l’inaugurazione della statua di Gabriele D’Annunzio in piazza della Borsa a Trieste. Con una nota di protesta consegnata all’ambasciatore d’Italia a Zagabria e in un tweet del capo di stato croato, Kolinda Grabar Kitarovic, dove si parla di “inaugurazione della scandalosa statua della discordia” la Croazia dimostra il suo disappunto non tanto per la statua in se ma per la scelta del 12 settembre: “proprio nella giornata che marca il centenario dell’occupazione di Fiume”, un atto che, si legge nella nota, “contribuisce a turbare i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra i due Paesi”. Insomma per l’ennesima volta negli ultimi due anni il Friuli Venezia Giulia sono al centro di una polemica nazionale ed in questo caso internazionale. Frutto ideologico, con tutta evidenza, del riemergere di posizioni che oggi definiamo sovraniste ma che in realtà, ad essere buoni, vogliono riscrivere la storia sulla punta delle baionette di un passato italico fascista. Insomma il riemergere di rigurgiti che hanno sperato di riprendere corpo sull’onda dello spostamento dell’asse politico a destra e che determinati personaggi utilizzano come un manganello sulla storia. Non vogliamo elencare gli episodi di cui quello su D’Annunzio è da considerare forse il meno grave e pericoloso, vuoi perchè i fatti in questione hanno 100 anni, vuoi perchè la caratura del personaggio va inquadrata nel suo tempo e andrebbe vista e studiata dagli storici più che dai politici. Ovviamente è chiara la volontà dei promotori istituzionali, sindaco di Trieste Dipiazza in testa, di “politicizzare” al massimo la figura di D’Annunzio la cui statua, se inaugurata in altra data sarebbe passata quasi inosservata e avrebbe suscitato meno clamore e proteste, farlo nel centenario dell’occupazione di Fiume non ha fatto per nulla un buon servizio al “vate” trascinato inopinatamente nella polemica politica odierna. D’annunzio era invece personalità complessa e contraddittoria certamente legato alle dinamiche del suo tempo ma nella cui ideologia personale convivano certamente diverse anime. Del resto la prova della stupida attualizzazione della vicenda è nelle due opposte petizioni lanciate sul web, una contro e una a favore, con la prima che ha trovato il favore di personaggi politici come Carlo Giovanardi e Giorgia Meloni che si è spinta a mettere il cappello ideologico sulla statua affermando che “L’inaugurazione a Trieste di una statua dedicata a Gabriele D’Annunzio nel centenario dell’impresa di Fiume è un’iniziativa estremamente importante perché rende onore alla memoria di un grande italiano che ha segnato la storia nazionale”. Ed anche se è stata giusta la mobilitazione contro l’iniziativa perchè chiaramente provocatoria certi giudizi scolpiti con l’accetta sulla figura culturale di D’Annunzio sono stati eccessivi. Di diverso tenore ed in realtà condivisibili invece le parole della senatrice Dem Tatjana Rojc: “purtroppo sembra che su questa terra anche gli eventi di un secolo fa abbiano ancora una enorme capacità evocativa, e di questo si deve evidentemente tener conto, a meno che proprio su questo non si voglia speculare. E’ pericoloso giocare con irredentismi e nazionalismi, perciò spero che questa fiammata irrazionale si spenga presto e di D’Annunzio rimangano in evidenza le sue migliori poesie”.