De Monte: Parole di Tajani sul fascismo gravi, dimentica oppressione minoranze e italianizzazione forzata

Continua la polemica sugli elogi a Mussolini del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani nonchè esponente di Forza Italia, ieri nel corso del programma La Zanzara su Radio24. Condanna è arrivta da più parte, anche dal leader dei Socialisti e democratici a Strasburgo Udo Bullmann,  ma oggi arrivano altre bordate, in particolare dal M5s che si riscopre antifascista. Forti critiche anche dall’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani mentre  all’Europarlamento molti partiti gli impongono un aut aut: chieda scusa o si dimetta dalla presidenza. Tra le due opzioni Tajani ha scelto le scuse: “Da convinto anti-fascista mi scuso con tutti coloro che possano essersi sentiti offesi dalle mie parole, che non intendevano in alcun modo giustificare o banalizzare un regime anti-democratico e totalitario”. Parole dure anche dall’europarlamentare Isabella De Monte : «Capiamo il bisogno elettorale di rincorrere Salvini a pochi mesi dal voto, ma la virata a destra di Antonio Tajani sta superando il livello di guardia e le sue parole, soprattutto nel ruolo di presidente del Parlamento europeo, sono inaccettabili».  Secondo De Monte «mi chiedo se Tajani stia cercando di mettere a rischio le relazioni con i Paesi a noi vicini. Prima le uscite gravi sul Giorno del Ricordo alla Foiba di Basovizza. Oggi il parziale elogio dell’operato del Duce, che, ricordiamolo, si è anche macchiato dell’oppressione degli oppositori politici e delle minoranze, del popolo sloveno e di quello altoatesino, e dell’italianizzazione forzata. Le leggi razziali e l’alleanza con Hitler non sono frutto di una sbandata, ma la conseguenza del regime totalitario costruito da Mussolini. Tajani sembra dimenticarsene ed è un fatto grave per chi guida l’assemblea che rappresenta tutte le nazioni e i popoli europei». «Parole come quelle di Tajani ci ricordano le grandi differenze che esistono tra noi e la destra. L’alleanza tra Popolari e Socialisti non esiste, è una panzana: quell’alleanza è finita due anni fa con la sua elezione a presidente del Parlamento. Noi non lo abbiamo votato e – conclude – oggi non lo faremmo a maggior ragione».