Dieci domande sul Pronto soccorso di Udine al Presidente Fedriga e all’Assessore alla Sanità Riccardi al centro di un incontro pubblico
Presente e futuro del Pronto soccorso di Udine sono stati al centro di un incontro pubblico dal quale sono poi scaturite 10 domande aperte al Presidente Fedriga e all’Assessore alla Sanità Riccardi. A formulare i quesiti insieme alla consigliera regionale Simona Liguori del gruppo Patto-CIVICA FVG, promotrice dell’evento, i rappresentanti di alcune associazioni cittadine che operano nel sociale e i consiglieri comunali Emma Ferrari, Anna Paola Peratoner e Andrea Di Lenardo.
«La situazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Udine – ha spiegato Liguori – è da tempo segnata negativamente dalla carenza di personale sanitario eppure si tratta di un servizio essenziale della sanità pubblica, strategico non soltanto per la città. La scarsità di risorse umane disponibili impatta sulla garanzia che i pazienti possano ricevere cure e assistenza appropriate nel minor tempo possibile secondo il triage, sull’aumento della pressione sugli altri reparti dell’ospedale e sul loro sovraffollamento. In questo quadro già di per sé preoccupante, il direttore generale di Asufc ha di recente dichiarato che per far fronte al problema del personale l’Azienda dovrà “fare riferimento a soggetti terzi e quindi ad appalti esterni”. Una soluzione che di fatto non risolve il problema a detta della stragrande maggioranza dei partecipanti alla tavola rotonda odierna».
Al confronto hanno partecipato e portato il loro contributo di esperienze dirette e proposte Franco Chiarandini del comitato “Io voglio l’ospedale a Cividale”, Pierangelo Bardotti e Mirella Del Fabbro della “Banca del Tempo”, Ombretta Reggio del “Centro cure oncologiche territoriali”, Mariangela Secco dell’”Associazione nazionale mutilati invalidi civili”, Fiorella Iuri dell’associazione “Vogliamoci sempre bene”, la volontaria Vincenza Mastrolia, Anna Agrizzi e Aldo Marchetti dell’”Associazione Diritti del Malato”, Danilo Gortan del “Coordinamento salute Fvg” e Maria Luisa Toffoletti del “Comitato genitori del Centro gravi e gravissimi di Udine”.
Queste le domande che saranno presentate alla Giunta regionale:
1) Da quanti medici era composto l’organico del servizio nel 2018 e quanti lo compongono nel 2023?
2) Quali sono state le motivazioni delle fuoriuscite del personale del servizio di pronto soccorso avvenute in questi anni?
3) Come viene gestita la comunicazione interna nel pronto soccorso e quali sono i canali per raccogliere feedback dal personale e affrontare le questioni sollevate?
4) Se corrisponde al vero che ci sarebbe un ulteriore 20% dell’organico attuale in uscita nei prossimi mesi e per quali ragioni ciò avviene?
5) Quali misure sono state messe in campo per contrastare il fenomeno di fuoriuscita del personale del pronto soccorso nell’immediato e nel medio periodo?
6) Ci sono programmi di incentivazione o miglioramento delle condizioni di lavoro in corso e in che misura il personale del pronto soccorso è coinvolto nelle decisioni organizzative e nelle strategie di gestione?
7) Se sono stati fatti studi di previsione sull’evoluzione della situazione del personale del pronto soccorso di Udine nei prossimi anni?
8) In che modo si intende coprire l’eventuale possibile carenza di personale a partire dal mese di gennaio 2024?
9) Se si ritiene che un’eventuale esternalizzazione del servizio a cooperative garantisca gli stessi standard di qualità del personale assunto in pianta stabile?
10) Se e quanto risulta aumentato il volume di lavoro del pronto soccorso di Udine dopo l’esternalizzazione del servizio di punto di primo intervento dell’Ospedale di Gemona e di Cividale?
«Queste – ha concluso Liguori – sono le domande che attendono una risposta, domande che devono servire da stimolo a chi amministra la Regione. Vedremo se e in quanto tempo la Giunta regionale saprà dare risposte concrete».