Due città di due Stati, Nova Gorica e Gorizia. Le radici comuni

Due città di due Stati, Nova Gorica e Gorizia, saranno una unica Capitale Europea della cultura, GO 2025. Scelta che riconosce e premia la cooperazione transfrontaliera, valorizza il territorio come unico, riconosce il Noi. Un messaggio chiaro, trasparente, pulito, immediato che ti entra dentro, senti che è una cosa buona che ti fa star bene. Senti che sta succedendo qualcosa di importante, di positivo, che niente sarà come prima. Ben oltre essere una prova, un esperimento, questo è un investimento, e una sfida. Una tappa di un percorso che impone scelte visionarie, partecipazione e una politica alta. Cento anni fa, le genti di queste terre si spostavano, viaggiavano liberamente, senza presentare documenti. Poi hanno subito una linea divisoria invisibile e visibile che sta in mezzo, e le genti sono diventate Noi e gli Altri. Barriere e confini esterni: reticolato, filo spinato, torrette e militari con i fucili, documenti e controlli, il reato, Il nemico. Confini esterni che si sono spostati all’interno di noi stessi. Noi ne siamo i testimoni viventi. E in queste terre che succedono le cose più interessanti, importanti, basta osservare le genti nate, cresciute e invecchiate con il confine in mezzo, con le loro vite hanno impressionato, plasmato le vie, le case, i paesi, i terreni, le produzioni, i rapporti. Hanno vissuto e custodito. Storie uniche di esperienze interessanti che solo qui potevano succedere, storie nate perché le genti hanno capito che le barriere fisiche non sono altro che barriere interne di ogni persona. Hanno capito che se volevano conoscere la linea che divide e unisce dovevano semplicemente avvicinarsi e chiedere un incontro con chi stava dall’altra parte. Queste genti hanno vissuto sapendo che oltre il confine c’è dell’altro, un altro essere umano, un’altra lingua, un’altra cultura, hanno conosciuto e rispettato i loro spazi e hanno visto quelli degli altri. Hanno trasformato il confine che divideva in cucitura che unisce, pur distinguendo due tessuti diversi. Storie di speranza che una volta che ti prende non ti lascia più. Voglio dire che le genti di queste terre, visionari e testardi, praticando il riconoscimento e il rispetto, hanno costruito le condizioni per il GO 25 presentandosi come il Noi, una comunità. Ora e compito della politica tradurre in realtà le visioni delle genti, con un loro coinvolgimento partecipato, penso a delle assemblee comunali tematiche di ascolto e costruzione dei progetti. Non una
storia già scritta da altri, ma la ricerca di punti, spazi, terreni, che permettano di costruire una storia nuova. GO25 una tappa di arrivo del lavoro svolto, e di partenza, proviamo ad immaginare il 31 dicembre 2025: questa gente andrà a dormire sicura che il 1 gennaio 2026 i due consigli comunali eletti da loro si riuniranno in contemporanea per votare 2/4/6 punti da loro proposti e costruiti. Se ci si crede può diventare realtà. In queste terre sono successe cose importanti, interessanti, ma anche negative come le morti causa l’esposizione al materiale amianto, utilizzato per il profitto facile, un assassinio di massa. Non c’è confine che ferma le conseguenze, non c’è confine che interrompe questo legame silenzioso delle genti per la dignità delle persone. Possiamo chiamarla anche: La terra delle morti di amianto. Con la Risoluzione del Parlamento europeo del 17 dicembre 2020 per un’Europa sociale forte per transizioni giuste e con la Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021 sulla protezione dei lavoratori dall’amianto, l’Europa ha deciso che: il valore della protezione della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro (anche a casa), sia la spina dorsale nella transazione e del futuro sviluppo. Questa è una questione sociale, centrale e prioritaria. E un nostro dovere ribellarsi per il rispetto della Costituzione, per dare delle risposte. Questa tematica diventi centrale a GO25. Non si parte da zero, le conoscenze, le esperienze, le esigenze, le necessità dei lavoratori, dei medici, dei ricercatori, vanno raccolte dalla politica, dalle istituzioni, dalle forze produttive, per cambiare sistema produttivo, dove la salute, la sicurezza e l’ambiente siano centrali per costruire il futuro.
Luigino Francovig