Episodio di violenza al Cpr di Gradisca. Manganellate su un 27enne poi scaraventato in cella dalla polizia
Manganellate senza ragione al Cpr di Gradisca? Per la Questura di Gorizia è stata sedata una rivolta e l’uomo è stato ferito nella colluttazione. Bisogna però dire che anche fosse vera la tesi della polizia, il modo con il quale il giovane è stato scaraventato oltre la porta del dormitorio così come documentato da un filmato (https://fb.watch/k7g-CGtZ5L/) basta e avanza, è indegno di uno Stato civile. Ma ricostruiamo l’episodio: secondo le testimonianze dei compagni di “cella” il ragazzo un 27enne di origine marocchina, trasferito a Gorizia da Milano, sarebbe stato picchiato per aver chiesto di parlare con il suo avvocato: lo avrebbe fatto in maniera troppo virulenta e per questo un gruppo di agenti lo avrebbe colpito ripetutamente fino a riportarlo nella stanza che condivide con altri cinque uomini. “Sono entrati nella nostra cella, hanno messo tutto sottosopra, non so cosa cercassero, lo hanno picchiato, gli hanno sbattuto anche la testa contro le grate – racconta a Fanpage.it il compagno di cella del 27enne picchiato, O. K. H., che al CPR di Gradisca è entrato quasi due mesi fa – hanno continuato a malmenarlo, poi lo hanno lasciato lì sul pavimento. Ti dico che l’hanno picchiato perché ha fatto casino, perché voleva parlare col suo avvocato. Qui si fa quello che dicono loro quando dicono loro, noi dobbiamo stare solo in silenzio, altrimenti questo è il risultato. Stare qui è una m…, non ce la facciamo più”.
A puntualizzare l’episodio anche la legale del 27enne: “gli agenti erano in tenuta antisommossa per una sola persona, ha spiegato a Fanpage.it che per primo ha rilanciato la notizia, l’avvocata Simona Stefanelli che ha annunciato denuncia ai carabinieri. Secondo Stefanelli, che è avvocata di fiducia del 27enne aggredito, il giovane marocchino è stato trasferito dal CPR di Milano a quello di Gradisca per motivazioni non ben specificate qualche settimana fa: “Quando sono andata in Friuli e ho chiesto di parlare con il mio cliente mi hanno detto di no, c’erano sei agenti intorno a me – conclude la legale – è stata una delle esperienze più brutte mai vissute. Sono stata in tutti i CPR d’Italia e le posso dire che Gradisca d’Isonzo fa paura”. La ricostruzione data dai migranti, che ricordiamo non essere in stato di detenzione per reati commessi, il 27enne sarebbe stato picchiato dagli agenti con violente manganellate su varie parti del corpo, perché “uscito nel cortiletto presente all’interno della gabbia in cui si trovava” per chiedere spiegazioni “sul fatto che il suo avvocato gli avesse preannunciato la trasmissione della propria nomina da firmare, e questa non gli era ancora stata sottoposta”. Lo avrebbe fatto urlando e per questo sarebbero intervenuti gli agenti che, sempre secondo la ricostruzione, hanno prima allontanato i compagni di stanza con dei getti di acqua fredda e poi si sarebbero scagliati contro il 27enne colpendolo con dei manganelli. Colpi che hanno lasciato ben visibili i segni sulla schiena dell’uomo. Nel filmato, diffuso dal compagno di stanza del giovane marocchino, si vede, come anticipato in apertura, il 27enne sbattuto in cella con violenza dal gruppo di agenti in tenuta antisommossa con caschi e manganelli. Nonostante le urla e i pianti, mentre alcuni compagni di cella inveiscono contro la polizia, il giovane resta a terra, dolorante impossibilitato ad alzarsi.
Completamente diversa la narrazione della Questura di Gorizia secondo cui quanto accaduto all’interno del CPR sarebbe un ennesimo episodio di rivolta in cui si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine, a causa anche di un principio d’incendio innescato dagli stessi ospiti della struttura. Secondo la Questura inoltre “il soggetto in questione sarebbe stato trasferito da Milano a Gradisca perché problematico”, tanto che in passato avrebbe anche “tentato atti autolesionisti”. “Abbiamo solo svolto il nostro lavoro – spiegano dalla Questura – il CPR di Gradisca non ha nulla da nascondere, è infatti l’unico nel quale viene consentito l’uso dei cellulari”.
Da segnalare la presa di posizione Furio Honsell Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG: “Le immagini giunte dal Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) di
Gradisca non sono degne di un paese civile in cui vige lo stato di diritto. Esprimiamo tutta la solidarietà al cittadino vittima del pestaggio. Intendiamo fare un’interrogazione in Consiglio Regionale per conoscere quali misure verranno prese perché scene di violenza brutale come queste vengano pubblicamente condannate e non si ripetano mai più. Sono immagini disumane che umiliano chi si sente cittadino di un paese civile come l’Italia. Da molto tempo dichiariamo che i CPR non sono solamente inutili ma sono luoghi di violenza e di morte che lo Stato non può più fingere di non vedere.”
Anche Sinistra Italiana ha annunciato una interrogazione parlamentare: “Un caso che, se confermato, si legge in una nota, ci parla di abusi di polizia su persone private della libertà e dei diritti fondamentali, come quello di contattare il proprio legale. Il #CPR di Gradisca d’Isonzo si conferma luogo di morte e #tortura: dal 2019 sono già 5 le vittime che si sono contate nella struttura. Deve essere chiuso al più presto! Come #AlleanzaVerdiSinistra presenteremo al più presto un’interrogazione parlamentare per far luce sui fatti a firma Nicola Fratoianni”.