Eroi e prigionieri per Kiev, criminali di guerra per i russi. Incerta la sorte dei soldati ucraini che hanno lasciato l’acciaieria Azovtsal
Difficile valutare se i combattenti ucraini che lasciano l’acciaieria di Azovstal arresi dopo settimane di assedio segneranno in qualche modo una svolta nella guerra russo-ucraina. Le immagini rilasciate dal ministero della Difesa russo dei militari ucraini che in rotta lasciano l’acciaieria Azovtsal dopo settimane in cui sono stati assediati dall’esercito di Mosca, hanno certamente un impatto propagandistico forte. Si vedono militari perquisiti prima di essere evacuati a bordo di alcuni autobus mentre quelli feriti vengono trasportati in barella e visti dall’alto da un drone sono certamente immagine dal forte impatto emotivo, sia che si sia fra i vincitori che fra gli sconfitti. Basterà questo a Putin per millantare una vittoria, che gli consenta la scappatoia per uscire dalla palude militare nella quale si è ficcato, forse anche se non c’è da scommetterci. Le prossime ore saranno determinanti per capire se la propaganda del Cremlino sarà battente a tal punto da lasciar pensare ad un utilizzo di questo tipo dalla forse unica reale vittoria militare, arrivata però senza gloria, non in punta di “baionetta” ma con un crudele assedio di tipo medievale condito dall’utilizzo di ordigni vietati e dopo decine di giorni e con perdite da parte russa che non conosceremo mai. Una vittori di Pirro quindi e che se pur significativa non vuol dire aver vinto la guerra. In ogni caso i combattenti dell’acciaieria Azovstal sono eroi per Kiev, nazisti per Mosca e probabilmente anche per quella squallida pletora di fiancheggiatori che pullulano nei social italiani. A pochi importa invece l’incerto destino dei combattenti ucraini, che incarnavano l’ultimo bastione di resistenza nel complesso siderurgico di Mariupol e che ora in mano ai russi rischiano la pelle esattamente come quando erano asserragliati nel sottosuolo dell’acciaieria. Kiev vorrebbe scambiarli con dei prigionieri russi, ma da parte della politica russa si minaccia di tradurli direttamente davanti a un tribunale di guerra e addirittura davanti al plotone di esecuzione come criminali di guerra. Vedremo se questa ipotesi è semplice propaganda, dettata da questioni interne alla Federazione Russa come sostengono da Kiev o se effettivamente questi uomini saranno scambiati con dei prigionieri russi. C’è da scommettere però che se questo avverrà non sarà in favore di telecamere.