FilmForum XXVI edizione a Gorizia e Udine dal 21 al 26 marzo
Attesi a Gorizia oltre 100 relatori da Europa e America settentrionale e 80 studenti da dottorati e lauree magistrali europee e nordamericane, per la 26/a edizione di FilmForum. promossa e sostenuta dall’Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, in collaborazione con l’Associazione Palazzo del Cinema – Hiša Filma. L’iniziativa, che si avvale del sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, della Camera di Commercio Venezia-Giulia, del Comune di Gorizia, del Consorzio per lo Sviluppo del Polo Universitario di Gorizia e di altri enti locali, si fregia di un qualificatissimo partenariato di atenei internazionali (19 tra Europa e America del Nord).
In programma quest’anno dal 21 al 26 Marzo, la manifestazione si svolgerà in alcuni dei maggiori centri della regione, con eventi a Udine, presso la sede dell’Università di Palazzo Caiselli, e a Gorizia nelle sedi universitarie del Polo di Santa Chiara e negli spazi condivisi dal Palazzo del Cinema e dalla Fondazione Carigo. Tra gli altri numeri che testimoniano l’eccellenza di FilmForum, 5 pubblicazioni scientifiche, 3 Premi nazionali e internazionali al miglior libro di cinema, 22 titoli tra film, performance e installazioni multimediali e 15 ospiti d’eccezione, fra artisti, curatori e studiosi.
Come ogni anno, in calendario tre momenti: il Convegno Internazionale di Studi sul Cinema, la Scuola dottorale MAGIS Spring School e una rassegna di cinema, video e arti visive con una programmazione di proiezioni serali, eventi e performance multimediali aperte al pubblico cittadino.
«Le giornate del FilmForum costituiscono forse la rappresentazione maggiormente significativa degli sforzi compiuti dal corso di laurea in DAMS e in Scienze del patrimonio audiovisivo e dell’educazione ai media – ha spiegato Simone Venturini, professore associato del DIUM e coordinatore generale di FilmForum, oggi alla presentazione svoltasi a palazzo Caiselli a Udine – per mettere a punto un’offerta formativa che agevoli l’internazionalizzazione nell’esperienza degli studenti, il costante scambio con gli esponenti di una ricerca di alta qualità che opera entro e oltre la comunità europea e, non ultimo, la formalizzazione di modalità di didattica innovativa e avanzata».
Alla conferenza stampa per l’edizione 2019 sono intervenuti, oltre a Venturini, il direttore del DIUM, Andrea Zannini, e i ricercatori del DIUM Simone Dotto e Diego Cavallotti.
«FilmForum è una della manifestazione scientifiche di più lunga data dell’ateneo e che coinvolge il maggior numero di studiosi, università ed enti di ricerca internazionali e anche extraeuropei – ha commentato Zannini – ed è un vanto per questo DIUM, che su un recente bando nazionale per consistenti progetti di ricerca è risultato vincitore di quattro progetti nazionali, due dei quali sono dedicati proprio al cinema e all’audiovisivo: uno sull’attorialità nel mondo dei media e l’altro sul ruolo della produzione nel settore del cinema italiano secondo dal secondo dopoguerra».
Saranno presenti a Gorizia con docenti e studenti 19 atenei italiani, europei e nordamericani: Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Goethe-Universität Frankfurt-am-Main, IMT School for Advanced Studies Lucca, Université de Lausanne, University of Malta, McGill University Montréal, Université de Montréal, Concordia University, Montréal, Université du Québec à Montréal UQAM, Université Sorbonne Nouvelle Paris 3, Università degli Studi di Parma, Fachhochschule Potsdam, Universität Potsdam, Università per Stranieri di Perugia, Stockholms Universitet, Vrije Universiteit Amsterdam, Leiden University Centre for the Arts in Society, Università degli Studi di Sassari, Universiteit Utrecht.
Il Convegno Internazionale di Studi sul Cinema:“Moving Pictures, Living Machines. Animation, Automation and the Imitation of Life in Cinema and Media”
Arrivato al suo 26esimo anno di storia, il Convegno Internazionale organizzato dal gruppo di ricerca del DAMS dell’Università degli Studi di Udine dedicherà la sua prossima edizione a un progetto collettivo intitolato “Moving Pictures, Living Machines. Animation, Automation and the Imitation of Life in Cinema and Media”.
Di “automazione” oggi si parla per indicare la prospettiva di un futuro dominato dalle tecnologie “intelligenti” tanto che, secondo quanto sostiene l’informatico statunitense Andrew Yan-Tak Ng, l’Intelligenza Artificiale rappresenterà per il 21esimo secolo ciò che l’elettricità fu per il 20esimo.
Da questa provocazione partirà il convegno, per riflettere in senso più ampio sulle radici storiche di un fenomeno di grande attualità: si ragionerà infatti sul modo in cui già l’avvento delle tecnologie meccaniche ed elettriche a cavallo tra ‘800 e ‘900 aveva fatto temere (o sperare) per un futuro dove le macchine si sarebbero gradualmente sostituite all’uomo. Focus sul cinema, diretto discendente degli automi e delle bambole edisoniane, per molti aspetti la materializzazione dell’immaginario tecnologico a cavallo tra i due secoli: un occhio non-umano in grado non solo di osservare e cogliere la realtà ma anche di riprodurla, lasciando che le figure proiettate su uno schermo si animassero di “vita propria”.
Oltre cinquanta relatori provenienti dai maggiori atenei d’Italia, Europa e Nord America si incontreranno per tre giorni tra il 21 e il 23 Marzo nelle sedi dell’Università degli Studi di Udine, di Palazzo del Cinema e della fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. A inaugurare i lavori in data Giovedì 21 marzo sarà Yasco Horsman dell’Università di Leiden, giovane ed eclettico studioso di cinema e letteratura che in questa sede si soffermerà sulle relazioni fra animazione e automazione proponendo un’“archeologia” dei buffi animali dei cartoni – da Mickey Mouse a Felix il gatto. Venerdì 22 marzo il FilmForum ospiterà Julia Noordegraaf: la docente all’Università di Amsterdam, dove insegna Digital Heritage, tornerà su una tematica cara al gruppo di ricerca del DAMS udinese, quella dell’archivio cinematografico e delle sfide che la nostra conoscenza della storia dell’audiovisivo affronta dinnanzi all’automazione digitale. Sabato 23 marzo l’ospite d’onore sarà Wolfgang Ernst, professore all’Università di Humboldt di Berlino, dove co-dirige il Media Archaeological Fund, e massimo esponente dell’archeologia e della teoria dei media contemporanee: il suo contributo, incentrato sulla temporalità tecnologica, andrà a introdurre alcune delle tematiche portanti della Spring School, la Scuola dottorale internazionale che verrà inaugurata quello stesso pomeriggio.
MAGIS Spring School
A partire dal pomeriggio del 23 fino alla giornata del 26 Marzo avranno luogo i lavori della MAGIS Spring School, la Scuola di formazione dottorale arrivata quest’anno alla sua diciassettesima edizione. Più di cinquanta giovani studiosi dagli atenei di tutto il mondo si riuniranno a Gorizia per contribuire alle riflessioni che si articoleranno nei cinque grandi “rami” o sezioni in cui si struttura la Scuola, per esplorare direzioni inedite e promettenti degli studi sul cinema e l’audiovisivo, sempre con una forte sinergia di intenti e scambi: Cinema and Contemporary Arts, che si concentra sugli scambi che lo spettacolo cinematografico ha intrattenuto con i luoghi dell’arte contemporanea; Film and Media Heritage, dove il cinema costituisce invece un “oggetto storico”, al centro di sempre nuovi scavi, recuperi e occasioni di riscoperta; Media Archaeology, sezione caratterizzata da un intenso confronto sul tema della temporalità e su come essa agisca e influenzi le tecnologie e i media; Porn Studies, che proseguirà le proprie indagini sui rapporti tra pornografia e l’audiovisivo, componendo quest’anno un’immagine delle diverse culture pornografiche contemporanee e delle molte trasformazioni cui la “pornosfera” è andata incontro nell’ultimo decennio; Post Cinema, infine, è la sezione dedicata alla cultura digitale e alla realtà virtuale, quest’anno con focus sullo storytelling interattivo e i suoi rapporti con il cinema sperimentale.
Molti gli ospiti chiamati a contribuire con i loro interventi alla Spring School. Tra questi, Geoff Brown (25 marzo), per molti anni critico cinematografico del Times, storico del cinema e della musica, Catherine A. Surowiec (26 marzo) esperta di studio del film design, autrice di testi classici e fortunati quali This Film is Dangerous, The Dawn of Technicolor, curatrice storica del Catalogo delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, Alan McKee (25 marzo) docente alla University of Technology di Sidney e tra i maggiori esperti delle relazioni tra media, pornografia e condotte sessuali, il cui libro The Porn Report (curato con Catherine Lumby e Katherine Albury, 2008) ha rappresentato il primo studio sistematico della produzione e del consumo di pornografia in Australia, Massimo Bacigalupo (26 marzo), cineasta, critico, saggista, figura centrale del cinema indipendente fin dagli anni Sessanta, in dialogo con Paolo Simoni e Mirco Santi dell’Archivio Home Movies di Bologna.
Una giornata di studi dedicata al tema “La ricostruzione industriosa. Cinema non-fiction, circuiti mediatici, cultura post-bellica in Italia” è in programma per domenica 24 marzo alla MAGIS Spring School. L’appuntamento è il risultato finale di un progetto del DIUM dell’Università degli Studi di Udine, avviato nel 2017 sotto la guida di Francesco Pitassio, docente di Storia del Cinema Documentario, col supporto dell’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa di Ivrea.
Tra gli ospiti chiamati a contribuire alla riflessione, lo storico David W. Ellwood, professore alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies, che illustrerà l’importanza del Piano Marshall come strategia di soft power dell’America sull’Europa distrutta dal conflitto; Paola Bonifazio, giovane studiosa italiana trapiantata alla University of Texas di Austin, si occuperà quindi dei film documentari finanziati da capitali americani in Italia e delle strategie politiche e mediatiche degli Stati Uniti nel Belpaese, Vinzenz Hediger, professore alla Goethe-Universität di Francoforte sul Meno ed esperto di cinema industriale e utility film, co-curatore, insieme a Patrick Vonderau, del volume Films that Work (Amsterdam, 2007).
Il festival. Eventi, premi, installazioni e proiezioni
Numerosi gli ospiti d’onore e gli eventi rivolti al grande pubblico nei giorni della manifestazione. Come tutti gli anni il programma prevede una serie di proiezioni, mostre e incontri aperti che coinvolgeranno la città, negli spazi del Kinemax e della Mediateca “Ugo Casiraghi”.
Si comincia giovedì 21 marzo con la proiezione del corto di animazione del 1986 Street of Crocodiles del duo Quay Brothers, coppia di registi e animatori tra i più importanti della scena mondiale. Liberamente ispirato a un racconto dello scrittore ebreo polacco Bruno Schulz, ucciso dai nazisti nel 1942, Street of Crocodiles è un’esplorazione del senso di isolamento e insoddisfazione che coglie l’uomo nella modernità, oltre che un esempio dello stile e delle particolari tecniche di animazione che sono la specialità della coppia di artisti.
Seguirà un programma di cortometraggi a cura di Diego Cavallotti: film che sono stati oggetto delle attività di restauro e valorizzazione del laboratorio “La Camera Ottica” dell’Università di Udine. In particolare verrà proiettato il film Energica avanzata contro i ribelli di El-Baruni, girato probabilmente nel 1912 durante la Guerra di Libia da Luca Comerio, ritrovato e identificato da “La Camera Ottica” dell’Università di Udine.
Sabato 23 marzo sarà invece la volta della scena erotica ad occupare lo schermo. Il focus sarà su due festival italiani che presenteranno una selezione di cortometraggi: Fish&Chips International Erotic Film Festival di Torino, illustrato dalla direttrice artistica Chiara Pellegrini, e l’Hacker Porn Film Festival di Roma, raccontato dal direttore Lucio Massa.
Nella stessa giornata, alle 18.30, si terrà come tutti gli anni, alla Mediateca “Ugo Casiraghi”, la cerimonia di premiazione del Limina Award: il prestigioso premio, suddiviso nelle tre categorie di Miglior libro italiano di studi sul cinema, Miglior traduzione italiana di un importante contributo agli studi cinematografici e Miglior libro internazionale di studi sul cinema è assegnato dal comitato scientifico del FilmForum, dalla CUC – Consulta Universitaria Cinema, che riunisce professori e studiosi della disciplina italiani, e dall’Editorial Board della rivista di studi accademici Cinéma & Cie.
Domenica 24 marzo, alle ore 18.30 il Kinemax di Gorizia ospiterà la presentazione di Pleasure Rocks – Installation, progetto composto da un’installazione artistica e un libro fotografico (presentato in anteprima nella nuova edizione) di Pornopoetica & La Nut production in collaborazione con studiofaganel\art gallery+frame lab. Il duo artistico Pornopoetica è nato dall’estro di Barbara Stimoli e Titta Cosetta Raccagni; il loro intento è riscrivere l’immaginario pornografico elevandone l’estetica e liberandola dagli stereotipi che la circondano. Pleasure Rocks, nelle parole delle due artiste, è «una ricerca tra eros e pornografia, per nuovi immaginari e piaceri non convenzionali. Un oggetto stampato e un’installazione performativa».
La serata di domenica 24 marzo sarà invece dedicata, dapprima, alla riscoperta di uno dei documentaristi più interessanti ma meno noti del dopoguerra italiano, Ubaldo Magnaghi. In particolare, il FilmForum proporrà, grazie al supporto di ENI e dell’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa, quattro cortometraggi industriali realizzati da Magnaghi tra gli anni Cinquanta e Sessanta, esempi di quel cinema documentario vicino alle tematiche dell’industria e del rilancio economico della nazione di cui si discuterà nella giornata. Film come Le vie del metano o I prigionieri del sottosuolo raccontano le attività dell’ENI e il lavoro degli operai, con sguardo sempre attento e partecipe.
A seguire, lo storico del cinema Hans-Michael Bock e Geoff Brown, critico e storico della musica e dei media, introdurranno la commedia tedesca del 1930 Der unsterbliche Lump di Gustav Ucicky, proiettata in pellicola 35mm: il raro film, realizzato alla soglia dell’avvento del sonoro, mette in scena nella storia di un aspirante compositore il rapporto tra suono e immagine in un momento tanto importante e delicato nella storia del cinema.
Lunedì 25 marzo sarà la volta di Massimo Bacigalupo, che presenterà tre dei suoi cortometraggi sperimentali, tra i quali Quasi una tangente, opera cardine dello sperimentalismo cinematografico italiano; l’autore introdurrà il pubblico alla visione delle sue opere, insieme a Paolo Simoni e Mirco Santi dell’Archivio Home Movies di Bologna.
Infine, due lavori provenienti dal gruppo di ricerca labdoc dell’Université du Québec à Montréal, da tempo partner della MAGIS Spring School: Witnessing Exile di Danièle Bélanger e Lumières sur l’eau di Ariel St-Louis Lamureux e Nicolas Lachapelle, che esploreranno i temi della migrazione, dell’esilio, dello sradicamento attraverso un uso non canonico del linguaggio cinematografico.