Flashmob rigorosamente vestiti a Marina Julia

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Si è svolta questa mattina il previsto flashmob a Marina Julia, spiaggia presso Monfalcone organizzato dall’Associazione Monfalcone Interetnica (A.M.I.). I molti  hanno voluto partecipare a questa iniziativa determinata a contrastare quelle che vengono definite nel commento dell’associazione che ringrazia i partecipanti: ” le sparate intolleranti e fuori tempo della sindaca Cisint. Che ancora una volta si è coperta di critiche da mezza Italia. Anche i sindaci del Veneto hanno dichiarato che l inclusione è importante anche per il turismo. Ma lei no, lei vuole sempre e solo dividere la città cavalcando e diffondendo intolleranza. Adesso raccoglie consensi di chi guarda e vive il passato condannando però il futuro della città”. Fra i commenti quello dell’assessora comunale alla Cultura di Palmanova Silvia Savi, presente al flashmob  a titolo personale, che indossava la maglietta del Collegio del Mondo Unito, secondo cui  il decoro, sventolato dalla Cisint,  è un pretesto perchè  “a dare fastidio è la povertà”.  “Ho sentito il dovere di essere qui oggi, a titolo personale, spiega Savi, perché la libertà si difende con la libertà e i diritti con la difesa dei diritti, non con la loro restrizione. Spendiamo tante parole a insegnare ai bambini la convivenza e poi una donna delle istituzioni esaspera le differenze in maniera strumentale.
Io oggi indosso la maglietta del Collegio del Mondo Unito un’istituzione formativa internazionale che a pochi chilometri da qui è un esempio di pensiero e pratica inclusiva e che per questo è giustamente finanziata dalla nostra Regione.
Temo che in questa vicenda a dare fastidio sia la povertà: gli immigrati se poveri operai vengono discriminati, se ricchi imprenditori vengono accolti a braccia aperte. Si tirano in ballo i diritti delle donne, ma io ho fiducia che la convivenza porti le donne musulmane, soprattutto le loro figlie che frequentano la nostra scuola pubblica, a comprendere quale sia il valore altissimo delle pari opportunità, senza fermarsi ad un velo. Il decoro è un pretesto: Aldo Moro che andava in spiaggia con i suoi figli completamente vestito per rispetto del suo ruolo istituzionale dovrebbe averci insegnato qualcosa. Il tema non è il velo, ma la pratica e la reale tutela dei diritti”.