Fotovoltaico. Capozzi (M5S): Legge tardiva, superata e inefficace per esigenze Fvg

“Il testo, già colpevolmente licenziato senza adeguati correttivi in sede di Commissione, non sarà efficace per domare la grave situazione di caos che regna attualmente e prevede, al tempo stesso, anche un’attuazione del tutto farraginosa che interverrà non prima di 12 mesi dall’approvazione della legge. Un periodo nel corso del quale dovranno essere elaborate le cartografie che poi, con un ulteriore allungamento dei tempi, dovranno essere recepite dai Comuni nell’ambito dei rispettivi strumenti urbanistici”.

Lo ribadisce, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), riprendendo alcuni elementi già espressi nel corso del suo intervento odierno nell’emiciclo di piazza Oberdan a Trieste in occasione della prima delle due giornate consecutive di lavori d’Aula previste dal calendario.

“Tale lasso di tempo – aggiunge l’esponente pentastellata, facendo riferimento alla discussione sul disegno di legge 38 dedicato all’installazione di impianti a fonti rinnovabili – risulta per noi del tutto inaccettabile, giacché le domande già nel primo mese dell’anno in corso sono aumentate addirittura del 200%”.

“Del resto, è un dato di fatto – precisa Capozzi – che si sia verificato un ritardo normativo tematico di ben 15 anni. Una pericolosa inerzia che ha causato la confusione che regna oggi nei nostri territori perché, nell’arco di questi tre lustri, non solo non è stato fatto nulla ma, ancor peggio, ciò che è stato fatto è stato fatto male. E un esempio tangibile di questo ci riporta alla legge regionale 16/2021, giustamente impugnata. Senza dimenticare, ultima in ordine di tempo, la mozione del collega Di Bert che si limitava a individuare gli indicatori di presuntiva non idoneità: è stata così efficace che dalla sua approvazione sono stati approvati o sono in corso di valutazione impianti fotovoltaici per 470 MW su 666 ettari”.

“Sono ormai troppi gli anni di attesa per poter usufruire della legge sul fotovoltaico e, da parte nostra, auspicavamo che la norma in questione – sottolinea la rappresentante del M5S –potesse mettere ordine a una situazione fin troppo abusata. Non sarà né la prima, né l’ultima volta che lo ripeto: sia chiaro, noi siamo completamente a favore della transizione energetica e dello sviluppo delle fonti rinnovabili! Tutto ciò, però, non può trovare una concretizzazione efficace senza una regolamentazione seria e capace di tutelare il nostro patrimonio culturale e paesaggistico”.

“Il Friuli Venezia Giulia – dettaglia Capozzi – dovrebbe realizzare impianti per 1.900 MW dal 1 dicembre 2022 fino al 2030 e, stando agli ultimi dati forniti da Terna, dal 2022 al 2024 ne avremmo dovuti installare istallare 404 MW. Ne sono stati collocati addirittura 652 MW, superando così con largo anticipo anche l’obiettivo fissato per il 31 dicembre 2025”.

“A oggi, abbiamo quattro impianti di potenza superiore a 10 MW– prosegue ancora la parte tecnica della nota pentastellata – che, sommati ai 50 autorizzati o in fase di autorizzazione, portano a un totale di 1.500 MW. A essi vanno aggiunti gli impianti piccoli, ossia 215 MW autorizzati dai Comuni e non da Stato e/o Regioni. Sommando perciò tutte queste voci arriviamo a 2.352 mega, dunque ben oltre l’obiettivo previsto, senza dimenticare che il calcolo non tiene conto del fotovoltaico collocato sui tetti delle case oggetto di incentivo regionale. Quindi, alla luce di queste considerazioni, dire che i buoi sono scappati significa usare un eufemismo capace di rendere solo parzialmente l’idea. Questa norma, così com’è, non sarà efficace per tutelare il nostro territorio e domare un processo sempre più fuori controllo”.

“Confermiamo altresì anche la necessità che si debbano preferire le aree dismesse, le cave e le discariche, nonché le zone degradate. Secondo noi – conclude Capozzi – il testo attuale è ancora irricevibile, perché conserva più che mai tutte le criticità che ci avevano indotto a depositare in prima battuta 24 emendamenti per affrontare la discussione durante i lavori della Commissione competente e poi, oggi davanti all’Assemblea legislativa, altri 40”.