Fotovoltaico cosa da nordici, il sud arranca ma occorre evitare il pannello selvaggio. Arriva l’agrivoltaico?

Il sole abbonda in Italia, ma le regioni più esposte non vanno in testa alle classifiche del fotovoltaico: sul podio, invece, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna che insieme vantano circa 300 mila impianti a servizio di famiglie ed imprese. Sicilia, Puglia e Campania —le regioni del Sud— sono in classifica, ma solo dopo Piemonte, Lazio e Toscana. Complessivamente in Italia il fotovoltaico funziona: sono già installati un milione impianti di tutte le taglie per una potenza complessiva di 22,5 Gigawatt. Ma è necessario un maggior coinvolgimento del Sud per raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica e lo sviluppo di una vera economia circolare. Ovviamente non è tutto oro ciò che luccica e il fotovoltaico, la energia rinnovabile per definizione, comporta alcuni problemi sia di natura tecnologica, la captazione è legata alla presenza del solo ben sopra l’orizzonte e di impatto ambientale per il consumo del suolo che comporta. C’è poi anche il problema paesaggistico. Ma se si vogliono abbandonare i “fossili” è evidente che sarà necessario trovare mediazioni e soprattutto miglioramenti tecnologici perchè non è certamete praticabile solo la teoria del “risparmio” che deve essere legato agli sprechi e non certo allo stravolgimento delle vite delle persone. Interessante quanto veicolato in questi giorni da Ener2Crowd, una piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico. «È ormai inderogabile —soprattutto in Sicilia ma evidentemente non solo — una transizione energetica sostenibile che lasci ricchezza sul territorio ed includa le persone» sottolineano i responsabili di Ener2Crowd che da quest’anno è diventata Società Benefit— che ha realizzato una piattaforma “white label”, raggiungibile alla pagina web ColtiviamoEnergia.it, che permette ai cittadini di beneficiare di un investimento redditizio, sostenibile e raccontano sicuro. A titolo di esempio riportano il parco agrivoltaico da 9,7 MW nella Contrada Landolina a Scicli (Ragusa), su un terreno di 22 ettari, di cui 5 interamente dedicati alla piantumazione di alberi. La “producibilità” è di 20 mila MWh/anno il fabbisogno di oltre 5 mila famiglie. Ma come si coniuga questo impianto con il problema del consumo del suolo strappato all’agricoltura? Spiegano da Ener2Crowd che si tratta di un sistema agrivoltaico innovativo, costituito da pannelli fotovoltaici orientabili, con una resa di 2 mila MWh/MWp. I pannelli ruoteranno su un asse disposto a circa 2 metri dal suolo per permettere una migliore ricezione del sole da est ad ovest. Quando i pannelli si troveranno tutti orientati ad est o ad ovest, lo spigolo superiore dei moduli arriverà a circa 4,5 metri dal suolo. E questa disposizione renderà possibile la coltivazione, non consumando suolo ma valorizzandolo attraverso il recupero di colture abbandonate, selezionate insieme all’Università di Catania, che poi saranno affidate a cooperative, dando nuova opportunità di lavoro per il territorio. Il progetto di inclusione e condivisione dei benefici economici con i cittadini è stato battezzato appunto “Coltiviamo Energia” (www.coltiviamoenergia.it) e lanciato con il primo progetto di raccolta dedicato alla comunità di Scicli ed alla Regione Sicilia. Ma non è il primo progetto di questo tipo: Ener2Crowd ha già realizzato numerosi progetti di crowdfunding che hanno coinvolto comunità locali, garantendo ad esse un tasso di rendimento maggiorato.