Gasparri: «No ad autorizzazione  a procedere per Salvini»

Il presidente per la giunta delle autorizzazioni del Senato, Maurizio Gasparri, ha proposto di negare l’autorizzazione a procedere per il ministro dell’Interno Matteo Salvini, perché – spiega il senatore di Forza Italia al termine della riunione della Giunta- ritiene che “sussistano nel comportamento di Salvini quei requisiti che la legge costituzionale dell’89 ipotizza, che si può negare l’autorizzazione a procedere qualora sussista la tutela di un preminente interesse pubblico o un’attività  governativa orientata a principi costituzionalmente rilevanti”. “Per quanto riguarda i documenti allegati alla memoria di Salvini – aggiunge – ho scritto una lettera alla presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati pregandola, per un principio di collaborazione, di inoltrare questi documenti alla Procura di Catania”.  Come è noto è stato proprio il tribunale dei Ministri di Catania ad accusare Salvini di sequestro di persona aggravato nei confronti dei migranti rimasti per giorni a bordo della nave militare Diciotti, in agosto, in condizioni fisiche e psicologiche molto precarie e soprattutto senza una ragione valida.

Quello della Diciotti fu il solo primo di una serie di casi simili: da mesi il governo italiano sostiene di aver “chiuso i porti” alle navi che trasportano in Italia i migranti soccorsi in mare, per ragioni politiche e di sicurezza. Dopo il caso Diciotti è capitata la stessa cosa alla nave della ong Sea Watch, per ben due volte. Salvini rivendica da settimane di aver preso queste decisioni nell’interesse del paese, e la presunta “linea dura” nei confronti dell’immigrazione irregolare è diventata un tema centrale nella comunicazione del governo.  E se per alcuni aspetti il caso ha effettivamente una natura politica è innegabile che vi sia  anche una rilevanza penale. Va capito, cioè, se Salvini ha commesso il  reato che per molti è palese abusando della sua posizione di ministro. La procura di Agrigento era stata la prima a ipotizzarlo, facendo richiesta al tribunale dei ministri di Palermo, cioè una sezione del tribunale che si occupa dei presunti reati compiuti dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni. Dopo una serie di passaggi, la pratica è però finita al tribunale dei ministri di Catania, che dopo alcune indagini ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere, cioè a iniziare formalmente un processo nei confronti di Salvini sostenendo che il ministro abbia compiuto comunque un reato.