Giornata Mondiale del Rifugiato 2023: un momento buio per il diritto d’asilo e per la coscienza europea
Il mancato rispetto del diritto d’asilo in Italia e in Europa ha assunto dimensioni drammatiche. Negli anni scorsi era possibile evidenziare disservizi e carenze nel rispetto delle normative da parte delle pubbliche autorità, ma queste rimanevano rimanevano (con vistose eccezioni) all’interno di un quadro di sostanziale rispetto dell’ordinamento giuridico. La situazione che invece registriamo al 20 giugno 2023, Giornata Mondiale del Rifugiato, è di una radicale ed estesa violazione delle leggi sul diritto d’asilo, attuata proprio da parte dei pubblici poteri che questo diritto fondamentale dovrebbero tutelarlo, come previsto dalla nostra Costituzione all’art. 10 e dal diritto internazionale e dell’Ue. Oggi è il diritto d’asilo stesso a essere attaccato e vilipeso e un’incessante azione politica xenofoba addita i rifugiati come nemici invece che come persone da proteggere. Guardando all’Unione europea nel suo complesso, le violazioni si concentrano prevalentemente in due ambiti: l’impedimento di fatto all’accesso al diritto di chiedere asilo e il mancato accesso alle misure di accoglienza. L’impedimento ad esercitare il diritto di chiedere asilo si attua, alle frontiere esterne ed interne dell’Unione, attraverso il mancato rispetto degli obblighi di soccorso in mare che produce tragedie di enormi proporzioni come quella appena accaduta in Grecia, e attraverso respingimenti illegali, quasi sempre condotti con uso intenzionale della violenza; si tratta, come evidenziano tutti i rapporti internazionali, di prassi sistematiche in particolare ai confini croatobosniaco, greco-turco, ungherese-serbo e polacco-bielorusso. Rispetto al contesto locale va ricordato l’ennesimo tentativo, attuato tra novembre 2022 e febbraio 2023, di riattivare al confine italo-sloveno le prassi delle riammissioni illegali dei richiedenti asilo, situazione poi rientrata da marzo 2023. Oltre a ciò, come evidenziato anche dal recente rapporto “Vite abbandonate” (che è possibile scaricare), la più seria problematica locale si caratterizza per una violazione sistemica del rispetto delle normative vigenti in relazione alle misure di accoglienza, le quali vengono garantite con enormi ritardi abbandonando in tal modo centinaia di richiedenti asilo in strada e inducendoli in tal modo a lasciare la città e l’Italia. Il nostro Paese, che comunque rimane per la maggior parte dei rifugiati un paese di transito, attua dunque di fatto una prassi di forte dissuasione dei richiedenti asilo a rimanere in Italia, spingendoli alla scelta obbligata di proseguire il loro viaggio in altri paesi europei, in violazione tuttavia delle stesse leggi dell’Unione. La Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dalle Nazioni Unite il 20 giugno di ogni anno, deve essere dunque nel 2023, più che negli anni precedenti, un momento di consapevolezza della necessità di recuperare al più presto i valori fondanti dell’Unione europea e dell’Italia, tra i quali vi è il diritto d’asilo che tuttavia oggi è seriamente minacciato.