Giudice Zilli: donne, non sottovalutate le prime avvisaglie di violenza, anche di quella psicologica, fatevi forza e denunciate!
Il “femminicidio”, oltre ad essere un termine orrendo, non è qualsiasi omicidio di donna bensì, l’omicidio di una donna perpetrato per il fatto di essere femmina. Omicidi consumati perché ci sono “uomini instabili” che non sopportano la libertà di autodeterminazione di una donna e quindi cercano di limitarla o eliminarla levando pezzetti di vita, uccidendo la partner infedele, o anche solo disobbediente, o in procinto di lasciare un compagno magari dopo anni e decenni di soperchierie e di violenze o, come nel caso di Giulia Cecchettin – la ragazza scomparsa sabato scorso con l’ex fidanzato – quando l’invidia dell’assassino prevale su amore e bellezza.
Sono 83 i femminicidi commessi in Italia da inizio anno: quasi uno ogni quattro giorni. Siamo ben consapevoli della debolezza sociale delle donne, della loro particolare vulnerabilità in questa cultura, pertanto faccio appello per confezionare un reato apposito per l’uccisione di una donna. Le donne sono maggiormente oggetto di discriminazioni, violenze, soprusi, sicché ben vengano norme, protocolli, convenzioni che riconoscano tale specificità e, soprattutto, che prevengano le violenze. Dobbiamo prevedere delle fortissime sanzioni: questa emergenza dobbiamo combatterla: ci vorrebbe l’ergastolo per chi uccide una donna.
La violenza si può prevenire ma, spesso, le donne sono le prime a non voler denunciare per il bene e la pace della famiglia: ma io dico loro che quella pace non esiste più se c’è violenza, quindi non sottovalutate le prime avvisaglie di violenza, anche di quella psicologica, fatevi forza e denunciate!
Il femminicidio, come pure la violenza sulle donne di cui costituisce l’aspetto estremo, è una dura realtà che va combattuta aspramente dalle istituzioni e anche da tutti i cittadini e le cittadine, maschi e femmine che siano. In Italia come nel resto del mondo.
Prof. Andrea Zilli